A lungo Giuseppe Conte ha rivendicato di aver evitato il lockdown generalizzato, la brutta bestia che nessuno voleva più evocare dopo l’esperienza della scorsa primavera. C’era pure una certa fiducia nella possiblità di arrivare a Natale «con serenità», ma nelle ultime ore chiusure ancora più stringenti si fanno sempre più probabili
- La possibilità di riprendere le «attività di svago», come le chiama il presidente del Consiglio, è ancora ben lontana. Anzi: proprio in queste ore si sta discutendo di nuove chiusure ancor più stringenti nei giorni intorno a Natale.
- Già a metà ottobre, Conte non voleva sbilanciarsi sulle feste di fine anno: «Non faccio previsioni per Natale, faccio previsioni delle misure più idonee, adeguate e sostenibili per prevenire un lockdown, però dipenderà molto dal comportamento di tutta la comunità nazionale».
- Oggi non c’è più nessuna traccia della serenità con cui il presidente del Consiglio si augurava di arrivare alle feste a inizio novembre, quando venivano introdotti i colori delle regioni, e con loro i 21 parametri valutativi e tutte le polemiche dei governatori che ne sono discese.
«Affrontiamo questo momento con fiducia e auguriamoci che potremo riprendere quanto prima le attività di svago». Questa dichiarazione di Giuseppe Conte risale a meno di due mesi fa, è stata pronunciata il 18 ottobre durante la conferenza stampa in cui si introduceva il primo decreto del presidente del Consiglio che introduceva restrizioni per affrontare la seconda ondata. La fiducia ci sarà anche stata, gli italiani si sono adeguati alla chiusura dei ristoranti a mezzanotte, a quella delle pale



