C’è un servizio andato in onda a Le Iene che rappresenta esattamente tutto quello che c’è di sbagliato nella moda delle raccolte fondi destinate a privati. E sono contenta, leggendo i commenti al video del servizio, che tantissimi lettori abbiano segnalato la scarsa accuratezza delle informazioni o sollevato dubbi sul senso di questo lavoro, perché vuol dire che sulle raccolte fondi si sta creando i giusto approccio, che è quello del dubbio.

Il servizio di Matteo Viviani de Le Iene, purtroppo, non è né beneficenza né giornalismo, con l’aggravante dell’utilizzo di una vicenda drammatica per fare presa su chi poi donerà soldi propri convinto che sia la cosa giusta da fare.

Barbara e le bollette 

La storia: Barbara vive con suo figlio Riccardo che a 18 anni è purtroppo allettato da due anni, in uno stato neurovegetativo irreversibile. Per via del caro bollette, dice il drammatico titolo del servizio, il ragazzo rischia di morire: «Quando la tua vita dipende da una bolletta, aiutiamo Riccardo», è la scritta che precede il video.

Segue un’intervista alla madre che dopo aver raccontato il drammatico pregresso, ovvero la storia di un ragazzo pieno di vita poi colpito da un grave problema cardiaco con ripercussioni tragiche, spiega le sue difficoltà economiche. E qui la storia si fa confusa.

Barbara dice che lei usufruisce dello sgravio per le bollette di chi ha macchinari salvavita in casa e nonostante ciò, di energia elettrica, ora le arrivano bollette da 150 euro, mentre prima si aggiravano sui120 euro.

In effetti, se è vero che le bollette negli ultimi mesi sono raddoppiate, lo sgravio è notevole.

Ma al di là dell’aumento del costo delle bollette dell’energia elettrica che dunque, grazie al bonus, non sembra incidere particolarmente sul suo budget mensile, Le Iene e la signora omettono un particolare: vista la situazione, ovvero la presenza di macchinari salvavita, il contatore della signora non è disalimentabile (la Asl interviene comunicando all’erogatore del servizio la situazione) .

Nella situazione di Riccardo ci sono ahimè moltissime famiglie e tutte, se hanno avviato le giuste procedure, usufruiscono di numerosi aiuti, ovvero bonus bollette, disalimentabilità, bonus sociali.

La premessa sbagliata

Dunque no, non è vero che la vita di Riccardo è appesa al pagamento delle bollette. Lo Stato non permetterebbe mai di interrompere l’erogazione di energia a un malato che necessiti di respiratori artificiali e altri macchinari da cui dipende la sua vita. Questa ipotesi, presentata addirittura nel titolo del video, è completamente falsa, oltre che ingiusta.

Sarebbe una cosa a dir poco disumana. 

I problema fondamentale però, e qui il titolo del servizio si fa sempre più fuorviante, sembrano essere le bollette del gas. Solo che il gas non alimenta le macchine salvavita o almeno questo non è deducibile dal servizio.

Il tema, piuttosto, è che Riccardo ha bisogno di una temperatura costante di 24/26 gradi. Insomma, Riccardo ha bisogno di stare al caldo. E guardando le dimensioni limitate della sua cameretta non sembra un’impresa impossibile.

La signora Barbara mostra dunque le bollette impazzite per via del rincaro, affermando che ce ne sono due da 1.400 euro per cui ha chiesto la rateizzazione. Effettivamente bollette alte ma, come dicevo, va detto che nel servizio si nota che la stanza del figlio è piuttosto piccola.

In compenso, come mostrato in altro un servizio de La vita in diretta, la villetta al mare su due piani con giardino è di grosse dimensioni. Dunque pare probabile che mantenere calda la casa sia dispendioso, sebbene le ultime due bollette a cui fa riferimento la signora dovrebbero essere quelle dei mesi estivi.

Il debito pregresso

A confermare la stranezza c’è un altro passaggio raccontato molto velocemente e cioè che la signora Barbara subisce il prelievo forzato di un quinto del suo stipendio da statale perché non ha pagato un’altra vecchia bolletta del gas da 1300 euro. Dice che non si era accorta di quel debito.

Il problema è che quella bolletta è precedente il rincaro delle bollette, visto che come si nota da un’immagine de La vita in diretta, il periodo indicato è "3/3/2022”, da pagare entro il 4 aprile 2022.

Considerato che la guerra è iniziata il 24 febbraio 2022, le bollette dello scorso inverno non avevano ancora subito rincari.

Insomma, la signora Barbara non riesce a pagare le bollette del gas da prima dei rincari e questo, forse, perché la grande villetta in cui ha deciso di trasferirsi lasciando Milano per l’Abruzzo è molto grande.

I conti in tasca

Ci sono poi altri passaggi poco chiari. Lei dice di pagare un mutuo di 750 euro, e va bene. Di guadagnare 1300 euro al mese per il suo lavoro di dipendente statale in smart working di cui 300 prelevati forzatamente per il suo debito perché non ha pagato una bolletta del gas precedente i rincari, e va bene.

Poi, molto velocemente, si citano i 500 euro al mese che percepisce per l’accompagno, ma il figlio ha da poco 18 anni dunque dovrebbe avere diritto anche all’invalidità totale.

Poi, e questo è il particolare più misterioso, la signora rafforza la narrazione sul suo stato di bisogno economico affermando di dover comprare farmaci e di avere moltissime spese mediche, che divide al 50 per cento con l’ex marito. «Sono troppe», dice. «Compro farmaci e strisce della coagulazione», ribadisce su Rai 1. 

Quali sarebbero questi farmaci? A quanto ammontano queste spese? Perché in teoria il servizio sanitario nazionale, visto lo stato del figlio, dovrebbe passarli gratuitamente. Al massimo si paga il ticket.

Oltre a questa totale mancanza di trasparenza, si aggiungono poi due altre considerazioni piuttosto serie.

La prima riguarda il finale di servizio in cui dal raccontare una storia drammatica di bollette non pagate che rischiano di uccidere un malato, si passa a pubblicizzare una ditta con nome e cognome che produce pannelli solari. Si mostra come si montano, dove richiederli, c’è perfino l’unboxing del pannello solare.

La seconda, ovvero la più grave, è che tutto questo servizio rappresenta esattamente quello che nella maggior parte delle raccolte fondi destinate a privati c’è di sbagliato, ovvero l’idea che le persone debbano sostituirsi allo stato, alle istituzioni.

Se anche tutto quello che è stato raccontato fosse completo di ogni informazione (e non lo è), se davvero lo stato lasciasse morire persone in stato neurovegetativo perché ridotte in povertà dal caro bollette (e non lo è), il dovere di chi fa informazione dovrebbe essere quello di smuovere le istituzioni, non di fare collette.

Anche perché se fosse vero che questa è la sorte di tutti i malati la cui vita è appesa a una bolletta, dovremmo fare migliaia di collette, prendendoci carico noi cittadini delle spese della parte debole della società.

Fatto sta che alla fine le donazioni sono arrivate copiose e Le Iene, ancora una volta,  hanno fatto più disinformazione che beneficenza. 

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