La decisione del governo di sostenere anche militarmente l’Ucraina nella resistenza alla Russia ha causato un certo scetticismo in una parte del Movimento 5 stelle. A far scalpore in mattinata sono state le parole di Vito Petrocelli, presidente della Commissione esteri del Senato, che ha dichiarato all’Agi che non voterà «qualsiasi provvedimento possa uscire dal Consiglio dei ministri, che dovesse decidere - come da indiscrezioni di stampa - l'invio di armi letali all'Ucraina, come risposta all'operazione folle di Putin, che ovviamente non posso che condannare». 

Una presa di posizione pesante che ha aperto il dibattito nel M5s, soprattutto nel gruppo parlamentare del Senato. Si tratta di un’ipoteca pesante sul lavoro dei partiti per stendere insieme il testo della risoluzione unitaria che martedì dovrebbe garantire al governo il sostegno del parlamento rispetto a ogni iniziativa per aiutare Kiev. In giornata è anche previsto il Consiglio dei ministri che dovrebbe dare il via libera con un decreto all’invio di armi alla volta dell’Ucraina.

L’entourage del presidente del Movimento Giuseppe Conte ha cercato subito di rimediare all’intervento di Petrocelli con una nota in cui si spiega che «la necessaria consapevolezza di evitare ogni prevaricazione perpetrata con la forza a danno di uno stato sovrano e con il quale condividiamo pienamente i basilari principi democratici, è un'urgenza che non possiamo ignorare. Unicamente per questa ragione, il M5s ritiene che il precipitare degli eventi imponga una risposta unanime e univoca, all'interno di una cornice europea, anche sul piano del sostegno all'approvvigionamento militare». 

Tradotto, via libera all’iniziativa del governo e sostegno alla risoluzione ancora da scrivere e approvare. Ma soprattutto nel gruppo del Senato la nota non è bastata a calmare gli animi: sembra sempre più concreta la prospettiva di una riunione del gruppo in serata per condividere le informazioni uscite dalle riunioni sulla risoluzione e dal Consiglio dei ministri. 

Sostegno dall’opposizione

Alla riunione potrebbero unirsi anche i deputati Cinque stelle, anche se gli scettici si contano soprattutto tra i senatori. Ma l’iniziativa di Petrocelli raccoglie adesioni anche da altre zone del parlamento: a sposare completamente la linea di opposizione alle iniziative militari è Alternativa, non coinvolta nella stesura della risoluzione.

Il gruppo di opposizione composto da ex Cinque stelle in una nota spiega che «la partecipazione militare dell'Italia al conflitto in Ucraina, anche in via indiretta attraverso la fornitura di materiale bellico a Kiev, è un'evenienza alla quale siamo fermamente contrari. Riteniamo che le risorse italiane vadano indirizzate alla cooperazione e al sostegno del popolo ucraino che deve essere tutelato, non armato e lasciato solo». 

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