Per il ministro Gennaro Sangiuliano è arrivata una nuova tentazione. Dopo aver scelto per il cda del Teatro Piccolo di Milano l’irresistibile nome di Geronimo La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio, è nel pieno della selezione per la Pinacoteca di Brera con annessa Biblioteca nazionale Braidense. E fra i candidati spicca il fidatissimo del fondatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri: Angelo Crespi, giornalista habitué degli incarichi pubblici e guru del revisionismo di destra della cultura italiana. Ça va sans dire, apprezzatissimo dal ministro.

È lui l’ispiratore della celebre frase che infiniti dolori addusse a Sangiuliano: «Il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri: la destra ha cultura, deve solo affermarla». Al direttore di Libero, Pietro Senaldi, il ministro stesso aveva rivelato che a guidarlo verso quella epifania dello spirito era stato «un amico, Crespi, presente qui anche oggi», l’autore del saggio I grandi scrittori? Tutti di destra. Persino Silvio Berlusconi si era speso in sua difesa: «La destra e la sinistra non esistevano, perciò certamente Dante Alighieri non era di sinistra». Oggi, quel Crespi è in lizza per la pinacoteca.

La carriera

Il giornalista e scrittore, in passato responsabile nazionale Beni culturali di Forza Italia, pur non essendo un nome molto noto al grande pubblico, è sulla scena politica da decenni. Presidente del museo di arte moderna e contemporanea MAGA di Gallarate, dal 2011 al 2014 è stato alla guida del Centro internazionale d'arte e cultura di Palazzo Te di Mantova.

Da luglio 2023 è stato nominato membro del comitato scientifico della Fondazione Musei Civici di Venezia. Da giugno 2008 a marzo 2011 ha ricoperto la carica di consigliere del ministro della cultura Sandro Bondi, passato alla storia come l’aedo di Berlusconi con i versi: «A Silvio/ Vita assaporata/ Vita preceduta/ Vita inseguita/ Vita amata/ Vita vitale (...)/ Vita nova».

L’intreccio con Dell’Utri è ancora più antico. Dal 2002 al 2009, Crespi ha diretto il settimanale di cultura Il Domenicale, fondato dal forzista. All’epoca era già in corso il processo che avrebbe portato il senatore alla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, ma Crespi non ci badava, non lo ha mai abbandonato.

Nel 2014, dopo la condanna, era tra i firmatari dell’appello uscito su una pagina acquistata sul Corriere della Sera: «Al tuo fianco Marcello».

Il giornalista aveva lasciato anche un messaggio: «Gli sono grato per le opportunità che mi ha dato e per gli insegnamenti sempre rivolti al bene e alla correttezza».

Crespi, dal 2014 al luglio 2016, è stato direttore dell'inserto settimanale de Il Giornale, ilgiornaleOff, testata della famiglia Berlusconi. Appassionato di storia romana e letteratura, nel 2016 ha scritto la commedia D'Annunzio Segreto, sulla vita dello scrittore, altro grande personaggio amato da Sangiuliano.

L’impronta moderna dell’esperto laureato in giurisprudenza si nota nel profilo Instagram, tra selfie con nature morte e vernissage, insulti a Damien Hirst, tra i più quotati artisti contemporanei che a suo dire fa «cose brutte e persino imbarazzanti».

Gli altri candidati

Crespi non è l’unico candidato, ma il favorito. La commissione si è insediata il 7 novembre e sta valutando i curriculum di altre nove figure. I colloqui sono fissati per il 1° dicembre e la commissione avrà il compito di restringere il campo a tre. A quel punto sceglierà il ministro.

Nella lista c’è Beatrice Bentivoglio Ravasio, funzionaria dei Beni Culturali, da ottobre soprintendente di Novara, Vercelli, Ossola. Poi Stefano Casciu, direttore del Polo Museale della Toscana; Cristiana Collu, ex direttrice del Museo di Nuoro, del Mart di Trento e Rovereto e infine della Gnam a Roma. Il suo nome è in lizza anche per gli Uffizi.

La preferita del mondo culturale milanese è Emanuela Daffra. Conosce alla perfezione Brera, la Biblioteca e la città. È stata la vice direttrice per anni prima dell’uscente James Bradburne, poi direttrice dell’Accademia Carrara, da cui si è dimessa, quindi direttrice del Polo Museale della Lombardia e anche Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

Competono Flaminia Gennari Santori, esperta d’arte antica, già direttrice di Palazzo Barberini; Cecile Hollberg, direttrice Gallerie dell’Accademia di Firenze, voluta da Dario Franceschini. Non poteva mancare il nome in quota Vittorio Sgarbi: Marco Pierini, direttore Galleria Nazionale dell’Umbria. Di lui il sottosegretario ha già chiesto con un comunicato del 30 ottobre «di valutare i meriti». Per poi aggiungere che anche Crespi è tra quelli che «si distinguono e hanno tutta la mia stima». Seguono Marta Ragozzino, funzionaria del Mibact con grossa esperienza in Campania e Basilicata, e Simone Verde, direttore del complesso monumentale della Pilotta.

Sempre parlando di Dante, Sangiuliano aveva commentato: «Non dobbiamo sostituire l’egemonia culturale della sinistra, quella gramsciana, a un’altra egemonia, quella della destra. Dobbiamo liberare la cultura che è tale solo se libera e dialettica». Ancora meglio se nelle mani degli amici.

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