A Montecitorio sono rimasti per tre ore in un’aula semivuota a dibattere di gestazione per altri e di reato universale. A Padova la Procura ha impiegato qualche giorno per impugnare 33 atti di nascita registrati dal sindaco Sergio Giordani dal 2017 a oggi, quegli atti che riconoscevano ai figli delle coppie omogenitoriali gli stessi diritti degli altri bambini. Un decreto con cui è stata cancellata la dicitura di “genitore 2” dallo stato di famiglia, nella scia della circolare inviata a metà marzo dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Non è la prima applicazione della stretta del governo Meloni, qui la specificità consiste nella retroattività, la cancellazione di atti firmati sei anni fa.

«Va contro le leggi e i pronunciamenti della Cassazione, un atto di nascita registrato con due mamme» è la posizione della procura. Una coppia di donne gay si è vista notificare un atto giudiziario che cancella il nome della madre non biologica e rettifica il cognome attribuito alla bambina di 6 anni, con la cancellazione di quello della seconda mamma. Un ricorso sarà discusso in tribunale il 14 novembre.

L’aula

È questo il clima in cui è partito l’iter parlamentare della legge che vuole rendere la gestazione per altri un reato universale. Tre ore di parole. Il seguito dell’esame di un testo arrivato in commissione già blindato dal governo, verosimilmente sarà rimandato a luglio, quando sarà più facile portare a casa il provvedimento: la maggioranza potrà utilizzare lo strumento del contingentamento dei tempi a causa della scadenza ravvicinata. L’opposizione promette mobilitazioni in parlamento e fuori: il deputato e relatore di minoranza Riccardo Magi sfoggiava in aula un cartello che recitava «genitori, non criminali», mentre fuori dal palazzo si raccoglievano i difensori della gpa.

In difficoltà a trovare l’accordo su temi economici e giuridici, in rotta sulle nomine e in balia delle conseguenze della morte di Silvio Berlusconi, la destra ha bisogno di misure di bandiera da approvare. Agita spauracchi come quello dell’opportunità di scegliere i tratti somatici dei bambini (Stefano Candiani, Lega) o quello di strappare bambini dal grembo della madre per assecondare «il desiderio egoistico delle coppie omosessuali» (Grazia Di Maggio, FdI).

A sinistra si sommano i riferimenti alla recente visita di Elon Musk a palazzo Chigi e a sua figlia, nata dalla gestazione per altri, e alle critiche, non pervenute, di Meloni all’imprenditore sudafricano. A sottolineare che la gpa viene utilizzata soprattutto da coppie eterosessuali sono sia Laura Boldrini del Pd che Chiara Appendino del M5s. Alessandro Zan, responsabile Pd per i diritti, parla di «un attacco pesantissimo alle famiglie arcobaleno. Di quei bambini a FdI non frega assolutamente nulla». Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Grimaldi di Avs, che accusa la destra di essersi «sentita minoranza nel paese dopo le piazze arcobaleno che chiedevano gli stessi diritti per tutte e tutti».

Ma nonostante gli approcci differenti, le opposizioni – almeno Pd, Più Europa, M5s e Alleanza Sinistra e Verdi – trovano una quasi inedita unità sull’opposizione all’istituzione del reato universale. Fa eccezione il Terzo polo, che va in ordine sparso. Tra Italia viva e Azione, lo spettro va dalla posizione del senatore Ivan Scalfarotto, che a titolo personale ha presentato la proposta di legge firmata dall’Associazione Luca Coscioni sulla gestazione per altri solidale, a quella di Mara Carfagna, che invece ha contribuito alla stesura del testo in discussione. All’epoca portava la firma dell’ex ministra e di Meloni, in questa legislatura è stato riproposto dalla deputata FdI Carolina Varchi.

Più Europa spinge per la regolamentazione della gpa solidale (Riccardo Magi ha depositato lo stesso testo di Scalfarotto alla Camera), ma su questa posizione le sensibilità si dividono. Il Pd, che ha dovuto fare i conti con le prese di posizione di alcuni esponenti dell’ala cattodem, come quelle di Graziano Delrio e Valeria Valente, si ferma all’opposizione al reato universale. Elly Schlein ha già espresso la sua posizione personale favorevole, ma spingersi a un’ulteriore liberalizzazione rappresenta ora un azzardo eccessivo: più facile lasciare le cose come stanno, con il divieto, sancito dalla legge 40 del 2004, che vale in Italia ma offre la libertà di rivolgersi a medici all’estero.

I bambini

Le opposizioni in commissione hanno votato compatte a favore degli emendamenti che tutelano la trascrizione dell’atto di nascita, messa in discussione dalla circolare Piantedosi. Secondo opposizioni e associazioni di settore, l’«obbrorio giuridico» presenta un profilo di conflitto con le norme internazionali: la Carta dei diritti Ue prevede che non si possa essere condannati per un reato se è una pratica legale nel paese in cui è stata portata a termine.

Andrea Quartini del M5s ha sollevato il rischio di scontri diplomatici con altri paesi. L’«estate militante» lanciata da Schlein è appena cominciata. Contro l’aria che soffia da Padova.

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