L’Italia si appresta ormai a contare le 100mila vittime a causa del Covid-19: l’ultimo bollettino porta il numero dei decessi a 99.785 da inizio pandemia. Numeri che (insieme ai nuovi contagi, 20.765 su 271.336 tamponi con un tasso di positività che sale al 7,6 per cento) preoccupano e rendono sempre più urgente la messa in fase della campagna vaccinale. Un imput, da questo punto di vista, potrebbe arrivare dall’ultima decisione del governo: estendere la somministrazione del vaccino di AstraZeneca anche agli over 65, come già avviene in Francia, Germania e Austria.

AstraZeneca senza limiti di età

«Ci sono nuove evidenze che dimostrano che anche il vaccino di AstraZeneca può essere usato su tutte le fasce generazionali. Quindi noi abbiamo ricevuto un parere che va in questa direzione dal Css e già da lunedì o martedì ci sarà una circolare che andrà in questa direzione», ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite di Mezz’ora in più su Rai 3. Finora, nel nostro paese, potevano avere il siero anglo-svedese solo i cittadini compresi nella fascia di età 18-65 anni. Ma un segnale di un’imminente apertura era arrivato lo scorso 29 gennaio, quando l'Agenzia europea dei medicinali (Ema) aveva autorizzato l'utilizzo di AstraZeneca nei soggetti a partire dai 18 anni e senza limiti di età. 

La notizia, in verità, era stata anticipata dall’unità di crisi della regione Lazio, che già domenica ha sospeso temporaneamente le prenotazioni online per i pazienti di 65 e 64 anni, cioè i nati nel 1956 e nel 1957, per allinearsi alle indicazioni nazionali dal momento che veniva data come «imminente» la nuova circolare del ministero della Salute. 

«Vaccini per tutti entro l'estate»

Le polemiche sulla lentezza della somministrazione del vaccino (si viaggia a una quota di circa 180mila al giorno) non scompongono il ministro della Salute: «Sono già oltre 5 milioni gli italiani a cui è stata somministrata almeno la prima dose. Le vaccinazioni aumenteranno in maniera progressiva, sono attese 50 milioni di dosi dal primo aprile». A poter rendere reale quello che a oggi sembra un obiettivo fuori portata, secondo Speranza, sarà l’imminente approvazione da parte dell’Ema – prevista per l’11 marzo – del vaccino di Johnson&Johnson, che prevede una sola dose. «Il prossimo trimestre sarà decisivo. Dobbiamo far sì che entro l'estate tutti gli italiani che vogliono vaccinarsi, possano avere avuto la somministrazione». Un aiuto potrà arrivare anche dal russo Sputnik, a cui Speranza si dice «aperto cosi come ad altri purché i controlli delle agenzie preposte abbiano buon fine».

Altre regioni verso la zona rossa

I nuovi colori in vigore da lunedì e il primo Dpcm dell’esecutivo Draghi dimostrano che l’andamento della pandemia è in chiaro peggioramento. Per questo motivo Speranza si aspetta «che l'impatto della variante possa far crescere la curva e che altre regioni vadano verso il rosso con ordinanze di natura restrittiva. Le misure dobbiamo adeguarle all'andamento della curva epidemiologica e valuteremo di giorno in giorno l'andamento della curva». Al momento, si continua a escludere un lockdown generalizzato.

A fare maggiormente paura, ancora una volta, è la variante inglese. Secondo Speranza, il ceppo mutato è «responsabile del 54 per cento dei nuovi contagi nel nostro paese», dunque di più della metà.

Il bollettino

L’ultimo bollettino diffuso dal ministero della Salute e dalla Protezione civile parla di 20.765 nuovi casi da coronavirus nelle ultime 24 ore, su 271.336 tamponi effettuati. Domenica scorsa, i contagi erano stati 17.455 a fronte di 323.047 test. Lampante quindi come in una settimana il tasso di positività si sia decisamente alzato: quasi un punto percentuale negli ultimi sette giorni.

I morti a causa del virus nell’ultimo giorno sono 207: un dato che invece certifica un calo rispetto a sabato, quando i decessi erano stati cento in più. Aumentano le persone ricoverate in terapia intensiva, da 2.571 a 2.605, e gli ospedalizzati con sintomi, da 20.701 a 21.144. Spazio però anche un dato incoraggiante: nella giornata di lunedì, il totale delle persone dimesse o guarite dal Covid-19 in Italia supererà i 2 milioni e mezzo.

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