Altre cinque vittime per l’alluvione in Emilia-Romagna. giovedì sono così arrivati ad almeno 13 morti per l’ondata di pioggia e fango che ha travolto le province di Forlì-Cesena, Ravenna e Bologna: i dispersi non sono stati ancora quantificati in maniera definitiva, e sono oltre diecimila gli sfollati.

La prefettura ravennate giovedì pomeriggio ha comunicato che è stato trovato il corpo di un anziano allettato nella sua abitazione, e una donna non identificata. Entrambi erano di Sant’Agata sul Santerno. Due agricoltori - marito e moglie di 73 e 71 anni - sono stati trovati morti nel loro appartamento di Russi. In un’abitazione di Castel Bolognese è stato rinvenuto il corpo di un quinto uomo.

La pioggia è diminuita, ma la situazione è tutt’altro che superata, i comuni coinvolti sono cresciuti da 23 a 42, fino a giovedì oltre 18 mila persone erano senza elettricità, l’acqua era ancora alta in più punti per la difficoltà a defluire, e il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha comunicato che i danni saranno miliardari.

Il governo Meloni finora è fermo alle promesse, e alle visite dei membri dell’esecutivo. Il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, è arrivato a Bologna sin dal mattino di mercoledì per fare il punto sull’emergenza. Prima conferenza stampa. Lo stesso giorno si è svolto il sopralluogo del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Seconda conferenza stampa, a cui ha preso parte il viceministro delle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, tra l’altro ripreso a spalare fango sull’argine dell’Idice.

Nel pomeriggio, ancora un confronto con i giornalisti, nella sede della Protezione civile di Roma: questa volta presenti Musumeci, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, quella del Lavoro, Marina Calderone e pure il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Giovedì è stata la volta di Gilberto Pichetto Fratin, il ministro dell’Ambiente, che ha tenuto un nuovo punto stampa con il presidente Bonaccini a Bologna: «Faremo il Consiglio dei ministri martedì perché dobbiamo renderci conto di cosa inserire come contenuti», si è giustificato. Alcuni impegni «sono stati già presi». E continuano a crescere: si va dalla sospensione degli adempimenti fiscali, al fondo specifico per le scuole da parte del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara e infine, la ricerca di fondi Ue da parte del ministro della pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo.

Finora nulla è stato fissato, e tutti i ministri hanno chiarito che se ne parlerà il 23 maggio, dopo il ritorno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni dal G7. La premier si è videocollegata dall’Alaska mercoledì, e anche se il Consiglio dei ministri avrebbe potuto essere presieduto da uno dei vicepremier, nessuno ha osato affrettare i tempi. Il vicepremier più anziano, Antonio Tajani, a cui potrebbe spettare il compito, venerdì era al ministero a incontrare i vertici di Cdp, Simest e Sace. In loco anche il leader della Lega Matteo Salvini, che giovedì al Senato ha risposto alle interrogazioni dei deputati riguardanti il suo dicastero, quello delle Infrastrutture.

Il commissario

La necessità di intervenire al più presto è stata ribadita più volte. Il presidente Bonaccini ha annunciato un documento condiviso con le parti sociali che sarà immediatamente inviato all’esecutivo: «Abbiamo bisogno di tante risorse, ma anche di norme speditive e di un commissario nominato al più presto», per la ricostruzione. Sabato ci sarà l’anniversario del sisma nel 2012, e il presidente, come accaduto allora, ha chiesto al governo che venga nominato al più presto.

La proposta implicita, confermano a Domani fonti vicine a Bonaccini, è che sia lui stesso. ll governatore è già stato nominato commissario per il maltempo quando è stata dichiarata l’emergenza a inizio mese, il lavoro successivo ha un peso diverso. Su quello che accadrà dopo, l’esecutivo non ha dato risposte definitive. I parlamentari leghisti dell’Emilia-Romagna hanno assecondato l’ipotesi di «una struttura commissariale», senza spingersi oltre. Confindustria ha chiesto una cabina di regia, e Confcooperative ha appoggiato l’ipotesi.

Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore (Pd), ha chiesto concretezza: «Benissimo i ministri che sono venuti, li ringrazio davvero per il supporto e ringrazio la Regione per quanto sta facendo ma penso di poter dire anche nome degli altri sindaci delle aree colpite due cose». Certamente, ha concluso, occorrono provvedimenti «mai visti prima». Allo stesso modo, Bonaccini ha ringraziato per le risorse aggiuntive promesse, 20 milioni di euro, ma che «purtroppo sono una goccia nel mare».

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