Sono gli ultimi giorni di lavoro per limare le liste del centrodestra che verranno presentate tra domani e lunedì. Il flusso di riunioni ristrette tra i vertici dei tre partiti sono all’ordine del giorno e il problema principale è quello di armonizzare le liste secondo il principio della parità di genere, con il 40 per cento delle donne candidate. Ma a mancare, infatti, sarebbero stati alcuni nomi femminili e per questo ogni partito ha dovuto intervenire sui suoi desiderata e soprattutto sull’ordine dei candidati.

Nel corso del fine settimana, poi, gli elenchi compilati sia al plurinominale sia al maggioritario verranno approvati definitivamente dai leader e consegnati per il deposito. Si tratta di ore caotiche e sospese per tutti i candidati, che fino all’ultimo giorno probabilmente rimarranno in bilico «come è sempre successo», commenta un parlamentare di Forza Italia in attesa di sapere se sarà candidato o meno nel suo collegio del 2018.

Fratelli d’Italia

Alcuni, però, si preoccupano più di altri. In casa Fratelli d’Italia la tranquillità è palpabile: i posti saranno molti di più di quelli attuali, nonostante il taglio dei parlamentari, quindi ci sarà posto per riconfermare gli uscenti e anche per nomi nuovi. Uno di questi sarà quello dell’ex magistrato di Venezia, Carlo Nordio, in pensione da sei anni e da tempo legato al centrodestra tanto da aspirare anche a un ruolo tecnico a via Arenula.

Gli altri nomi importanti che si ripetono sono quelli dell’ex ministro Giulio Tremonti, dell’ambasciatore Giulio Terzi e dell’ex presidente del Senato Marcello Pera, che hanno i numeri per ambire anche a incarichi ministeriali ma intanto potrebbero scendere in campo per il parlamento. Meloni, però, ha imposto a tutti il massimo riserbo sui nomi: nessuna fuga di notizie prima che le liste siano depositate. Uno dei pochi nomi usciti e confermati è quello dell’ex pilota di F1, Emerson Fittipaldi, nel collegio estero dell’America latina.

Lega

Più complicata invece è la situazione della Lega, che sa di dover rinunciare a una buona manciata di parlamentari ed è in piena pianificazione della rincorsa elettorale a Fratelli d’Italia. In via Bellerio si dà per certa la candidatura di Matteo Salvini a Milano e in Lombardia si candiderà anche il ministro Giancarlo Giorgetti, ci sarà anche il vicesegretario del partito, Andrea Crippa. Il leader ha anche confermato che un posto per Umberto Bossi ci sarà sempre nelle liste e il luogo più probabile in cui troverà spazio sono quelle della Camera. Nel collegio uninominale del Lazio per la Camera, invece, ci sarà il nome dell’ex toga Simonetta Matone, candidata vicesindaca alle passate comunali di Roma.

I sottosegretari uscenti saranno candidati nei collegi uninominali alla Camera, nel Lazio Federico Freni, in Lombardia Nicola Molteni, in Friuli Vannia Gava, in Toscana Tiziana Nisini e in Puglia Rossano Sasso. Il capogruppo Riccardo Molinari correrà in Piemonte, dove all’uninominale del Senato torneranno i parlamentari uscenti Giorgio Maria Bergesio e Marzia Casolati, mentre il vicesegretario del partito Lorenzo Fontana sarà schierato in Veneto.

Forza Italia

Anche in Forza Italia non si scherza: il taglio dei parlamentari e la riduzione dei consensi sta pesando moltissimo negli equilibri interni del partito. Le liste sono in mano al coordinatore Antonio Tajani e alla deputata Licia Ronzulli, in filo diretto con Silvio Berlusconi nella sua villa in Sardegna. Il Cavaliere scenderà in campo a Monza e anche in quattro collegi plurinominali, per capitalizzare al massimo il carisma del leader. Tajani, invece, spingerà nei collegi del sud a partire da quello campano, in tandem con la compagna del Cavaliere e deputata uscente Marta Fascina, collocata in più collegi.

Sicuramente presenti in lista sono anche i due capigruppo Paolo Barelli e Anna Maria Bernini. La pluricampionessa olimpica di fioretto e attuale sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali sarà capolista nelle Marche; candidatura quasi chiusa anche per Stefania Craxi e certo è anche il ritorno in parlamento dell’attuale presidente del Senato, Elisabetta Casellati. La strategia su cui sta puntando il Cavaliere, tuttavia, è quella di confermare gli uscenti più stretti alla linea del duo Ronzulli-Tajani, estromettendo la minoranza che era considerata vicina ai tre ministri che hanno dato l’addio, Renato Brunetta, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna.

Già così la lista dei ricandidati è stata sfrondata, con qualche ulteriore taglio necessario, ma favorito dalla rinuncia di alcuni nomi storici come quello di Adriano Galliani e Renato Schifani, in corsa per la regione Sicilia. L’intenzione, comunque, è di confermare la strategia di candidare in più collegi – sia maggioritario che proporzionale – i nomi dei big per massimizzare il risultato possibile.

 

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