Le autorità portoricane hanno dichiarato lo stato di emergenza per contrastare la violenza contro le donne. La decisione permetterà di dare vita a nuove misure di protezione richieste da attivisti e dalla società civile.

Stando agli ultimi dati nazionali, ogni sette giorni viene uccisa una donna. Numeri elevati che si accompagnano a quelli di altri paesi dei Caraibi e dell’America Latina.

Lo status di emergenza offrirà protezione anche ad altre categorie della comunità Lgbt. Tra le nuove misure adottate ci sarà la creazione di un'applicazione mobile attraverso la quale le vittime possono chiedere aiuto e segnalare attacchi. Nascerà un nuovo programma per monitorare l’effettiva esecuzione degli ordini restrittivi a danno di uomini maltrattanti e verrà dato vita anche a un comitato ad hoc che si occuperà di proporre nuove norme per contrastare la violenza di genere. Il governatore di Porto Rico Pedro Pierluisi ha dichiarato: «Le vittime hanno subito le conseguenze del machismo sistematico, dell'iniquità, della discriminazione, della mancanza di educazione, della mancanza di orientamento e soprattutto della mancanza di azione».

La risposta della società civile

Secondo un rapporto del 2019 dei gruppi di difesa no-profit Proyecto Matria e Kilometro Cero, a Porto Rico ogni settimana viene commesso un femminicidio. I gruppi a difesa dei diritti delle donne hanno organizzato proteste e manifestazioni, ottenendo risultati importanti come la legalizzazione dell'aborto in Argentina.

Vilmarie Rivera, presidente del Puerto Rico Domestic Violence Shelter Network, ha detto ad Al Jazeera che «il governo ha riconosciuto che c'è un problema che dobbiamo affrontare come una priorità», ma ha aggiunto che dettagli come il modo in cui i femminicidi e i transfemminicidi sono riportati, oltre all'inclusione delle questioni di genere nel curriculum scolastico, devono essere perfezionati.

«Oggi è un grande giorno per le donne, le ragazze e tutte le persone che hanno creduto nella dichiarazione dello stato di emergenza per la violenza di genere, che abbiamo richiesto per tre anni», ha detto, invece, Lisdel Flores, direttore di Hogar Ruth, un rifugio per donne vittime di violenza.

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