Il cooperante veneto detenuto in Venezuela è riuscito a contattare la famiglia. È la terza volta in 11 mesi. «Ha ringraziato tutte le persone che gli sono state vicine»
«Alberto Trentini ha chiamato casa. È la terza telefonata in quasi 11 mesi di detenzione. Ha raccomandato ai genitori di prendersi cura di loro e ha assicurato di essere forte. Ha voluto ringraziare tutte le persone che gli sono state vicine in questi mesi e ha ribadito il suo affetto per i suoi cari».
Lo rende noto la famiglia del cooperante veneto, detenuto dal 15 novembre 2024 in Venezuela, assistita dall'avvocata Alessandra Ballerini. «Questa telefonata, che segue la visita in carcere del nostro ambasciatore e l'arrivo a Roma di una delegazione Venezuelana, apre spiragli di speranza. E in questi 327 giorni la nostra fede non è mai venuta meno. Grazie a chi sta lavorando al nostro fianco per la liberazione di Alberto», aggiungono.
Quarantacinque anni, veneziano, Trentini era arrivato in Venezuela nell’ottobre 2024 per conto della ong Humanity & Inclusion, che si occupa di persone con disabilità. È stato arrestato il 15 novembre, tre settimane dopo il suo arrivo. L’ultima volta era riuscito a contattare i familiari il 26 luglio. È detenuto nel carcere El Rodeo, a 30 chilometri da Caracas.
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