A causa della crisi politico-istituzionale, il Libano sta vivendo una delle più forti emigrazioni della sua storia. Malgrado l’abitudine dei libanesi a spostarsi, è in corso una vera fuga verso le mete di sempre come l’Europa, gli Usa, paesi del Golfo o Cipro, ma anche verso nuove destinazioni come Turchia, Armenia, Serbia o Georgia.

Non si vedeva un esodo di questa dimensione dagli anni della guerra civile (1975-1991) e la domanda di passaporti è aumentata negli ultimi mesi di oltre il 150 per cento.

Nel corso del 2021 se ne sono andati in circa 65.000. Le autorità stanno cercando di frenare, centellinando il rinnovo dei passaporti. Così si spiega la scelta di nuove destinazioni: ad esempio in Turchia non c’è bisogno di visto e i libanesi possono ottenere una residenza annuale (nota come residenza turistica) per poche centinaia di dollari. Attualmente si contano circa 10.000 libanesi in Turchia in un anno, la maggior parte dei quali studenti musulmani sunniti che si iscrivono nelle università.

Malgrado la residenza temporanea, trovano lavoro abbastanza facilmente nel privato, soprattutto nella ristorazione o nel turismo.

Coloro che detengono capitali investono soprattutto nell’import-export, tipica caratteristica dei libanesi nel mondo. Per quanto riguarda gli armeno-libanesi, dalla metà del 2020 si nota un notevole flusso verso l’Armenia.

Cosa spinge a migrare in paesi difficili come l’Armenia (dove sono giunti circa in 7000) o la Georgia (3000), non certo paesi dalla vita economica e politica stabile e promettente?

L’argomento decisivo è stata la svalutazione della lira libanese che ha distrutto in poco tempo salari, risparmi e pensioni. Molti sono letteralmente fuggiti prima che le poche economie rimaste fossero completamente bruciate.

Ottenere la residenza in Armenia è molto facile per armeni di qualunque origine, così come la cittadinanza, anche se nel paese gli stipendi sono bassi e l’economia stagna. Per i libanesi non armeni bastano 200 dollari per la residenza annuale. Come nel caso della Turchia, anche in Armenia le università attraggono studenti grazie a tasse molto più basse che in Libano.

In Georgia la collettività libanese immigrata è la terza araba dopo quelle irachena ed egiziana.

La presenza libanese è iniziata quattro anni fa con l'afflusso di studenti che sono venuti a iscriversi a medicina ed ingegneria. Così come in Armenia anche in Georgia la quasi totalità dei libanesi immigrati è cristiana. Ci sono poi libanesi che si spostano a Jerevan dalla Turchia, dopo un periodo di prova.

Come in altri casi, alla fine i libanesi preferiscono aprire il loro business privato: con 10.000 dollari si può ancora iniziare un’attività, ciò che non è possibile fare in Europa o negli Usa.

D’altra parte l’esperienza degli oltre 120.000 libanesi in Africa occidentale –sia cristiani che musulmani- frutto delle precedenti ondate, fa da traino: aprire un proprio business privato è certamente la cosa più conveniente.

La crisi attuale sta trasformando la diaspora libanese e nuovi paesi diventano singolari mete di migrazione.    

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