Mancano poche ore alla scadenza concordata con i Talebani. Il 31 agosto infatti è l’ultimo giorno di presenza statunitense sul territorio afghano dopo 20 anni di guerra. Ma anche nelle ultime fasi delle operazioni di evacuazione rimane la minaccia di attentati terroristici da parte dello Stato islamico del Khorasan, conosciuto come Isis-K, una branca dell’Isis attiva in Afghanistan e in Pakistan, in conflitto con i Talebani. La stessa che ha rivendicato l’attentato dello scorso 26 agosto che ha provocato la morte di almeno 170 civili e di 13 soldati statunitensi.

«La minaccia è ancora reale, attiva e specifica», ha detto il portavoce del Pentagono, John Kirby, durante la conferenza stampa di ieri. Il generale Hank Taylor dello stato maggiore congiunto ha promesso una «risposta rapida e potente» a qualsiasi minaccia proveniente da Kabul. Ieri mattina infatti almeno cinque razzi sono stati lanciati da un automobile verso l’aeroporto di Kabul, luogo chiave nelle ultime due settimane per i rimpatri, e intercettati dal sistema di difesa anti missilistica C-Ram, installato dagli Stati Uniti. L’attacco è stato poi rivendicato dall’Isis, secondo cui è stato lanciato un razzo in più rispetto a quanto dichiarato dagli Stati Uniti. «Per grazia di Dio onnipotente, i soldati del Califfato hanno preso di mira l’aeroporto internazionale di Kabul con sei razzi Katyusha», ha scritto su Telegram lo Stato islamico.

Nello specifico tre dei cinque razzi intercettati sarebbero caduti all’esterno dell’aeroporto, ha spiegato il generale Taylor. Uno è poi stato neutralizzato dal sistema mentre un altro è caduto all’interno del perimetro ma non ha causato danni né vittime. Ma diversi testimoni hanno riferito che è stato colpito il quartiere vicino all’aeroporto, Salim Karwan e, dopo l’esplosione, ci sarebbero stati degli spari. Nonostante l’attacco, la Casa Bianca ha confermato che «le operazioni continuano senza interruzioni».

Il raid statunitense

Sale a dieci il bilancio delle vittime del raid aereo dello scorso 29 agosto, condotto con i droni statunitensi con l’obiettivo di intercettare un veicolo con a bordo almeno una persona sospettata di essere affiliata all’Isis-K e una «sostanziale quantità di materiale esplosivo». Ma i vicini di casa e i familiari hanno detto alla Cnn che nell’attacco è rimasta uccisa una famiglia, tra cui sette bambini, i più giovani avevano due anni. Alcuni testimoni hanno raccontato alla Cnn il momento in cui il razzo ha colpito la casa di una famiglia. Erano le cinque di pomeriggio, racconta un testimone. «Erano persone normali, avevano lavori civili», ha detto, «non erano affiliate a nessuno». Attacchi che, secondo l’organizzazione non governativa Save the Children, «non distinguono tra bambini innocenti e attori armati». Il Pentagono ha detto di essere «a conoscenza» dei civili uccisi nel raid. «Noi cerchiamo sempre di evitare danni collaterali, ma l'attacco con droni è stato per sventare un attentato di alto-profilo di Isis-K», ha detto Taylor. Il portavoce Kirby è poi intervenuto sulla questione sostenendo che «nessun esercito sulla faccia della terra lavora di più per evitare vittime civili rispetto all'esercito degli Stati Uniti». «Lo prendiamo molto, molto sul serio», ha continuato, «E quando sappiamo di aver causato la perdita di vite innocenti nella conduzione delle nostre operazioni, siamo trasparenti al riguardo». L’azione è stata condannata dai vertici talebani: «Condanniamo tali attacchi perché è illegale eseguire attacchi arbitrari in altri paesi. Se c’era una potenziale minaccia, doveva essere segnalata a noi, non compiere un attacco arbitrario che ha provocato vittime civili», ha detto il portavoce Zabihullah Mujahid.

Le evacuazioni

Dal 14 agosto, il giorno prima della conquista della capitale da parte dei Talebani, sono state evacuate circa 122mila persone, ha riferito il Pentagono. «Siamo ancora nelle condizioni di evacuare persone», ma l’ultima fase delle operazioni è stata definita «particolarmente pericolosa». Alcuni paesi hanno comunicato di aver terminato i rimpatri, come il Regno Unito, mentre gli Stati Uniti stanno eseguendo gli ultimi interventi. Il Regno Unito ha evacuato 15.063 persone, tra cui 8.500 afghani a rischio che hanno collaborato con l’occidente. Il ministero della Difesa italiano ha comunicato che il ministro Lorenzo Guerini alle 17 di oggi accoglierà i militari che rientreranno da Kabul. «Con il decollo da Kabul dell’ultimo velivolo C130J, venerdì 27 agosto, si è concluso ufficialmente l’impegno ventennale delle Forze Armate italiane in Afghanistan», si legge nel comunicato.

Il consiglio di sicurezza

Nella riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ieri, si è discussa una risoluzione proposta da Francia, Regno Unito e Germania, per la creazione di una “safe zone” a Kabul. Lo hanno riferito due diplomatici alla Cnn. L’obiettivo della “safe zone”, controllata probabilmente dai Talebani, sarebbe garantire la prosecuzione delle operazioni umanitarie e un passaggio sicuro alle persone che lasceranno l’Afghanistan anche dopo il 31 agosto. L’intenzione era già stata annunciata ieri dal presidente francese Emmanuel Macron, che ha poi specificato che sono in corso «discussioni con i Talebani» per evacuare «gli afghani a rischio oltre il 31 agosto», anche con l’aiuto del Qatar, paese che ha ospitato l’accordo tra gli Stati Uniti e i Talebani.

© Riproduzione riservata