Un esponente del dipartimento di sicurezza austriaco ha affermato che l’attentatore ucciso a Vienna era un ventenne con doppia cittadinanza, austriaca e della Macedonia del Nord. Altri sarebbero ancora in fuga e in queste ore si sta cercando di definire se ci saranno altri attacchi: il governo austriaco ha detto di non mandare i bambini a scuola e stare il più possibile a casa.

Lunedì sera, prima che l’Austria entrasse in lockdown anche l’Austria come la Francia è stata colpita dal terrore.

Secondo il sito americano di Intelligence Site, che monitora la rete jihadista, alcuni gruppi di estremisti avrebbero esultato per l’attentato di Vienna: «È il conto da pagare per chi come l'Austria fa parte della coalizione militare insieme agli Stati Uniti», sono le parole riportare nel sito Site. Manca però ancora una rivendicazione ufficiale come è avvenuto in passato per gli attacchi militari condotti dall’Isis nel cuore dell’Europa.

La polizia ha parlato di un attacco, fatto da più persone armate di fucili – e forse altre armi – in sei punti diversi della città, lunedì 2 novembre, dalle 20, a Vienna. Secondo molti testimoni citati dai media locali, gli assalitori avrebbero sparato «a caso» contro le persone nei locali del centro. Sono stati avvertiti diversi spari a Schwedenplatz, nei pressi di una sinagoga e degli uffici della comunità ebraica.

Sarebbero morte tre persone, fra queste forse un poliziotto. La polizia ha riportato che uno degli assalitori è stato ucciso: aveva con sé diverse munizioni e indossava una cintura esplosiva. Diciassette le persone ferite e ricoverate in diversi ospedali della città. Alcune di loro sono state sottoposte a interventi chirurgici.

(AP)
(AP)

Il ministro dell’Interno austriaco, Karl Nehammer, ha detto che si è trattato di «un attacco terroristico». Il sindaco di Vienna, Michael Ludwig, ha invitato i suoi cittadini «a rimanere in casa». Il cancelliere Sebastian Kurz ha detto che i terroristi erano «ben armati». Sui social è stato pubblicato un video in cui si vede una persona sparare. Un testimone ha raccontato a Orf di aver visto una persona «sparare all’impazzata con un’arma automatica».

SPARI AI RISTORANTI

Le prime notizie parlavano di un attacco alla sinagoga della città. Secondo die Presse, alcuni testimoni avrebbero riportato che gli assalitori hanno in realtà preso di mira alcuni ristoranti. Proprio l’ultima sera prima della chiusura per il lockdown. Oskar Deursch, presidente delle comunità israelitiche austriache, ha detto che «al momento non si può dire se la sinagoga fosse uno degli obiettivi».

Il rabbino Schlomo Hofmeister, che vive in un appartamento sopra alla sinagoga, ha detto al Kurier che gli assalitori «hanno sparato a caso alle persone che si trovavano nel giardino di un bar». Lo ha confermato poi anche all’Ap.

(AP)

La stazione della metropolitana di Schottenring, riporta il sito del quotidiano Der Standard, è stata circondata dagli uomini delle forze speciali. Per tutta la serata, la polizia e le autorità cittadine hanno ripetuto l’invito a non uscire di casa. La metropolitana è stata chiusa.

LE REAZIONI

«Non ci lasceremo intimidire dal terrorismo, combatteremo gli attacchi», ha detto il cancelliere Sebastian Kurz, ringraziando per la solidarietà ricevuta dagli altri leader europei. «Stiamo attraversando tempi difficili nella storia della nostra Repubblica». Quindi ha ringraziato la polizia: «La nostra polizia intraprenderà un'azione decisa contro gli autori di questo orribile attacco terroristico».

Numerose anche le reazioni dall’Italia. Angelo Tofalo, sottosegretario di stato alla difesa, ha detto che «l’Italia è vicina al popolo austriaco e condanna con forza ogni atto di violenza».

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto che non c’è «spazio per odio e violenza nella casa comune europea».

Il ministro agli esteri Luigi Di Maio che «l’Europa deve reagire» contro «un attentato vile».

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è detta «scioccata» e ha dato la «piena solidarietà. Siamo più forti dell'odio e del terrore».

© Riproduzione riservata