C’è anche un bambino di nove anni fra le 15 persone rimaste uccise nella notte tra il 15 e 17 novembre, a Teheran, durante l’ultimo atto delle proteste che da ormai tre mesi stanno scuotendo l’Iran.

Le proteste iniziate all’indomani della morte di Mahsa Amini, la giovane curda morta dopo essere stata arrestata, lo scorso 16 settembre, perché indossava il velo in modo sbagliato, negli ultimi giorni si sono intensificate in occasione della commemorazione del Novembre di sangue del 2019. I manifestanti da 120 giorni gridano: «Donna, vita, libertà». 

Il bambino morto 

Secondo quanto riporta il Guardian, alle spalle dei motociclisti che hanno investito e ucciso il bambino di nove anni durante la scorsa notte ci sarebbero le forze di sicurezza. Le autorità, invece, in un comunicato dell’agenzia di stampa ufficiale Irna, hanno rigettato la responsabilità delle morti ai «terroristi» che «hanno approfittato di un raduno di manifestanti davanti al mercato centrale della località per aprire il fuoco su persone e agenti di sicurezza».

Il ragazzo era in macchina col padre e i due stavano tornando a casa quando la vettura su cui viaggiavano è stata presa di mira da tutti e quattro i lati e crivellata di colpi. Il padre, secondo fonti locali, avrebbe coperto di ghiaccio il corpo del figlio ormai morto, per evitare che il cadavere fosse portato in ospedale e, da lì, portato via dalle forze di sicurezza iraniane. 

Il bacio

A fare il giro del mondo è stata anche una foto scattata nella scorsa notte che ritrae due fidanzati baciarsi in mezzo alla strada. Lei è senza velo. L’immagine, che sarebbe stata scattata a Shiraz, è diventata subito virale sui social ed è stata assurta a simbolo delle proteste. 

Ue e Iran 

«Le sanzioni di ritorsione iraniane contro gli eurodeputati sono una risposta inaccettabile alle preoccupazioni legittime del Parlamento europeo sulle violazioni dei diritti umani», scrive in un tweet il capo dalla Comunicazione del Parlamento europeo, Jaume Duch. Il riferimento è alle misure restrittive imposte dal governo iraniano agli individui e alle istituzioni dell’Unione europea che avevano sanzionato la repressione violenta delle proteste, lo scorso 17 ottobre 2022.

I problemi con l’Onu

La Repubblica islamica non ha problemi solo sul fronte interno e su quello esterno con l’Europa. Ne ha anche con l’Onu, in particolare con l’Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) che proprio oggi ha adottato una risoluzione che denuncia la mancata cooperazione dell’Iran con l’organizzazione internazionale.

La mozione, presentata da Usa, Regno Unito, Francia e Germania, è stata respinta da Cina e Russia. Si tratta della seconda risoluzione critica in sei mesi. A richiedere l’attenzione dei paesi Onu che le hanno promosse è l’impasse sulle particelle di uranio non dichiarate ritrovate in siti iraniani. A riferirlo sono state fonti diplomatiche.

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