Nel giorno dell’insediamento del presidente eletto Joe Biden, il presidente uscente americano Donald Trump ha deciso di concedere in extremis la grazia a 73 persone. Come già accaduto in precedenza, l’identikit dei graziati ha fatto discutere. Tra di loro ci sono rapper e sostenitori controversi del presidente come l’ideologo sovranista Steve Bannon accusato di essersi appropriato di alcuni fondi destinati a We Build the Wall, l’organizzazione che si occupa di raccogliere soldi per finanziare la costruzione del muro a confine tra Messico e Stati Uniti.

Chi è Steve Bannon

Nato nel 1953, Bannon era stato inizialmente scelto da Trump come capo stratega. La sua nomina aveva però suscitato perplessità all’interno della stessa compagine governativa repubblicana a causa delle sue idee estremiste.

Nei suoi pochi mesi alla Casa Bianca, Bannon era riuscito comunque a far passare il Muslim Ban, la legge che vieta l’ingresso negli Stati Uniti a sette paesi islamici per «ragioni di sicurezza». Biden ha già detto di volere eliminare la legge una volta insediato. L’ideologo sovranista è arrivato anche in Europa sponsorizzando dapprima il leader dell’ex Ukip Nigel Faragae, il promotore della Brexit e poi avvicinandosi anche alla Lega e Fratelli d’Italia.

I dubbi sulla concessione di una grazia nei suoi confronti, a quanto ha appreso la Cnn, sono nati da un suo possibile coinvolgimento nell’assalto a Congresso compiuto dai sostenitori di Trump il 6 gennaio. Bannon è infatti stato in prima linea nell’accusare Biden di avere commesso brogli.

Un impegno che aveva portato Twitter a chiudere il suo account dopo che l’ex capo stratega aveva rilasciato un messagio in cui invitava gli americani a «decapitare»  il consulente del governo contro l’emergenza Covid-19, il dottor Anthony Fauci, e il direttore dell’Fbi, Christopher Wray.

Le altre grazie

Bannon non è stato l’unica persona graziata da Trump. Tra gli altri beneficiari del provvedimento ci sono il rapper Lil Wayne colpevole di porto d’armi illegale a Miami e anche il rapper Kodak Black anche lui nei guai per il possesso di un’arma. Tra gli altri collaboratori Trump ha scelto di salvare anche Elliott Broidy, uno dei suoi principali finanziatori accusato di essere coinvolto in un progetto volto a esercitare delle pressioni lobbiste illegali proprio nei confronti del presidente uscente. 

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