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Israele e Berlusconi: tra riconoscenza e battute sarcastiche

  • Silvio Berlusconi, è noto, era assai apprezzato in Israele per aver radicalmente cambiato la nostra politica mediorientale fino ad allora improntata all’equivicinanza se non addirittura sbilanciata a favore del mondo arabo, con i Moro, gli Andreotti, i Forlani, i Craxi.
  • Quella volta che, scappando dai giudici di Milano, si presentò a Gerusalemme e Sharon lo accolse così: «Benvenuto nella terra dei re, dei profeti e dei giudici...»
  • Nel suo libro di memorie Netanyahu ricorda uno scambio di battute sul controllo delle televisioni, l’ossessione di Sua Emittenza.

Silvio Berlusconi, è noto, era assai apprezzato in Israele per aver radicalmente cambiato la nostra politica mediorientale fino ad allora improntata all’equivicinanza se non addirittura sbilanciata a favore del mondo arabo, con i Moro, gli Andreotti, i Forlani, i Craxi. All’ideologia si sovrapponeva una considerazione stretta parente dell’economia visti i successi dello stato ebraico, un avamposto dell’occidente capitalistico nel vicino oriente. La cartina di tornasole è una sua famosa dichia

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