Joe Biden ha concesso la grazia a tutti i condannati per crimini federali legati detenzione di marijuana. Il presidente americano ha anche annunciato di voler rivedere la legge secondo cui la sostanza viene considerata alla pari di eroina e Lsd. 

La decisione riguarda oltre 6mila persone solo nel periodo 1992-2021, ma la detenzione è reato dal 1970 negli Stati Uniti. Saranno graziate anche persone condannate in base alla legge del Distretto di Columbia. 

Biden ha incoraggiato i governatori a seguire il suo esempio, considerato che le persone incarcerati per reati statali legati alla detenzione sono molte di più di quelle che lo sono per crimini federali. I procuratori federali infatti tendono a indagare sul traffico di droga più che sulla detenzione.

Pregiudizio razziale

Secondo il presidente, la pena carceraria per detenzione «ha sconvolto troppe vite, per una condotta che legale in tanti stati». L’uso di marijuana è legale in una ventina di stati, altri applicano pene meno severe, ma è ancora totalmente illegale in alcune realtà. Biden ha detto di voler mettere mano anche alle disuguaglianze razziali che riguardano indagini e arresti in questo contesto. 

«Anche se bianchi, neri e ispanici fanno uso di marijuana in quantità simili, neri e ispanici vengono arrestati, indagati e condannati in quantità sproporzionatamente più alte». 

Per depenalizzare la sostanza servirebbe un intervento del Congresso, ma la decisione è il simbolo di un cambio strutturale della linea del presidente, che da legislatore aveva appoggiato un approccio più punitivo nei confronti della semplice detenzione. 

Un percorso che passa anche dall’inserimento della marijuana in una categoria diversa da quella che comprende le droghe pesanti. «Il governo federale attualmente considera la marijuana una sostanza di Tipo 1, la stessa categoria a cui appartengono eroina e Lsd. Non ha senso». 

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