A Ottawa, in Canada, è stato un weekend di proteste contro l’obbligo vaccinale per i lavoratori e in generale contro le misure di contenimento della pandemia: vaccini, mascherine e lockdown. All’inizio di gennaio, il Canada ha iniziato a richiedere ai camionisti che arrivano dagli Stati Uniti l’attestazione del ciclo completo del vaccino, dovendo altrimenti rispettare un periodo di quarantena di quattordici giorni. Si ritiene che i non vaccinati siano meno del 15 per cento.

  • Sono migliaia le persone che si sono unite al Freedom Convoy, il convoglio di camionisti e di sostenitori che la settimana scorsa, partendo da Vancouver, ha attraversato il paese fino ad arrivare nella capitale lo scorso 29 gennaio. Centinaia di migliaia di sostenitori anche sul web: sono oltre 275mila i supporter su Facebook, quasi 40mila quelli su Telegram e 70mila le donazioni raccolte su GoFundMe, piattaforma su cui hanno raccolto circa 6,3 milioni di dollari, che equivalgono a 5,6 milioni di euro.
  • Il primo ministro Justin Trudeau e la famiglia hanno lasciato la capitale per questioni di sicurezza. Prima che il convoglio arrivasse nella capitale, Trudeau l’aveva descritto come una «piccola minoranza marginale», che non rappresentava la maggioranza dei canadesi.
  • La polizia ha avviato le indagini dopo diversi episodi di incitamento alla violenza. Sono state sventolate bandiere canadesi con le svastiche ed è stato diffuso il filmato di una donna che balla sulla tomba del milite ignoto. Si sono verificati anche episodi di profanazione di monumenti della capitale e comportamenti intimidatori nei confronti della polizia e di lavoratori della capitale.

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