A Roma in via Gregoriana c’è una splendida terrazza assai nota alla gente che conta. Magistrati, imprenditori e lobbisti vengono invitati agli aperitivi soprattutto d’estate, quando fa più caldo. Ma talvolta il proprietario di casa apre le porte agli ospiti anche nelle stagioni fredde, perché ama condividere il panorama del suo attico, gestendo contemporaneamente amicizie e relazioni ad alto livello.

Difficile che gli inviti di Sergio Pasquantonio, questo il nome dell’anziano lobbista di Sulmona classe 1941, vengano snobbati: dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti all’Ucd Lorenzo Cesa, dall’ex direttore del policlinico Umberto I Domenico Alessi all’ex capo del Dap Gianni Tinebra, fino all’ex amministratore della Consip (la stazione appaltante dello stato) Domenico Casalino e alla famiglia della sanità privata degli Angelucci, a casa Pasquantonio passano da sempre vip e politici bipartisan.

Fino a poche ore fa il professionista, attualmente presidente dell’università telematica San Raffaele, era del tutto ignaro alle cronache dei giornali. Domani ha però pubblicato due recenti verbali in cui Piero Amara e Fabrizio Centofanti lo citano tra i membri «vecchi» della fantomatica loggia Ungheria. «Amara lo chiamava “il priore”», ha detto Centofanti al procuratore capo Raffaele Cantone.

Pasquantonio, sentito al telefono, ha negato di aver mai conosciuto la presunta associazione segreta e di aver mai frequentato Amara, che ha invece aggiunto ai pm di sapere che una “sede” di Ungheria fosse proprio a casa di Pasquantonio, «massone associato fin dai tempi di Tinebra». Secondo i racconti di Amara, va ricordato, Tinebra – ormai defunto – sarebbe stato il dominus della loggia finita al centro dell’inchiesta di Perugia, che a ora non ha trovato riscontri sulla sua reale esistenza.

La rete di Sergio

Al netto della veridicità o meno della vicenda di “Ungheria” («denuncerò Amara per calunnia», dice il lobbista) il profilo dello sconosciuto Pasquantonio non è affatto banale. Da fonti aperte si nota che detiene quote di due piccole società di consulenza che fatturano pochi spiccioli, ma pure che lavora ancora con la famiglia Angelucci: da anni il rapporto con i ras della sanità privata è strettissimo.

Sono loro che hanno voluto anni fa Pasquantonio nella fondazione di famiglia, e più di recente alla presidenza dell’università telematica “San Raffaele” controllata dal gruppo omonimo.

Nominato nel 1997 commendatore e nel 2014, su proposta della presidenza del Consiglio quando premier era Matteo Renzi, “Grande Ufficiale della Repubblica”, l’anfitrione è molto amico di pezzi grossi della politica come Cesa, l’ex ministra dei Trasporti Paola De Micheli, dello stesso Zingaretti. Che lo stima, e lo volle tempo fa come membro del collegio dei sindaci di Lazio Innova, grande società in house della regione Lazio.

Anche Centofanti, amico di Pasquantonio di lunga data, lo chiamò nella sua Energie Nuove srl («ma me ne sono andato subito, accettai solo perché lui conosceva un po’ tutti e mi chiese un favore», dice il presidente dell’ateneo degli Angelucci).

Mentre con Vincenzo D’Anna, ex senatore di Denis Verdini e un tempo fedelissimo del casalese Nicola Cosentino, Pasquantonio ha rapporti così cordiali da aver voluto stipulare con l’ordine dei biologi (di cui D’Anna è ancora presidente, nonostante sia finito sui giornali per aver definito il coronavirus «un virus padano») una convenzione quadro con l’università che presiede.

La casa di Guerini

Alle cene sulla terrazza nessuno l’ha mai visto, ma è un fatto che Pasquantonio sia molto amico anche dell’attuale ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Domani ha scoperto che il ministro vive proprio a casa di Pasquantonio. O meglio di una sua figlia farmacista, Matilde, che ha vinto il concorso da dirigente all’Ifo della regione Lazio.

La donna è proprietaria di un appartamento di 61 metri quadri in una bella strada del rione Monti per cui il ministro paga regolare affitto: 1.500 euro al mese più le spese del condominio. «Paga sempre regolarmente», dice a Domani l’esperto di consulenze. «Il ministro è amico da anni di Pasquantonio, è vero, ma paga un contratto congruo attraverso bonifici mensili, dal 2018», confermano dal dicastero.

Guerini ha preferito affittare con i suoi soldi un appartamento privato e non usare quelli in dotazione al ministero, a cui avrebbe pieno diritto. Una scelta fatta anche per evitare polemiche come quelle che hanno investito il suo predecessore grillino, l’ex ministra Elisabetta Trenta, che è rimasta secondo alcuni per troppo tempo in un alloggio di servizio del quartiere San Giovanni anche dopo la fine del suo mandato.

«Lorenzo è un caro amico. È venuto qualche anno anche pochi giorni anche in vacanza con me, nella mia casa di Maratea. Come ci siamo conosciuti? Tempo fa io lavoravo come consulente del Gruppo Giglio di Piacenza, ci ha fatto conoscere un amico comune che frequentava l’azienda dove lavoravo», racconta Pasquantonio.

Il gruppo Giglio – con cui lo studio Guerini ha avuto qualche rapporto professionale quando il ministro della Difesa faceva l’assicuratore – controlla anche la società Antas, che talvolta partecipa alle gare Consip. Risulta a Domani che Giglio abbia girato anni fa a Pasquantonio somme consistenti, fino a 50mila euro al mese. Una somma notevole.

Ma che faceva Pasquantonio per l’azienda che si occupa di energia, facility management e altro? «Guardi, facevo consulenze a questi signori, per circa tre anni. Cinquantamila euro al mese sono tanti? Ma io lavoravo per diverse società, non solo una, partecipavo anche ai consigli di amministrazione», dice il lobbista senza entrare nei dettagli del suo lavoro per il gruppo di Piacenza.

Il quadro e la denuncia

Amministratore delegato di una micro srl immobiliare insieme ai due figli, presidente del cda di un centro medico, sindaco della Merck Serono spa (la divisione italiana del colosso globale specializzato nel settore farmaceutico e chimico) Pasquantonio spesso ospita a casa sua anche magistrati e giudici.

«Una volta Michele Vietti, che conosco bene, credo sia venuto a via Gregoriana. Lui mi invita spesso alle sue feste che fa sotto Natale, ma non ci sono mai andato», dice ancora al telefono. «Tinebra? Si, confermo, era mio amico: l’ho conosciuto perché ero nel collegio dei sindaci del Policlinico di Catania. Che c’è di male?».

Habituè delle cene sul terrazzo era anche Raffaele De Dominicis, al tempo potente procuratore generale della Corte dei Conti. Domani ha saputo però che l’amicizia con Pasquantonio si è rotta bruscamente da qualche tempo. A causa di un quadro del ’500 di proprietà del magistrato, che raffigura “Venere con Adone” e che qualcuno attribuisce nientemeno che al Veronese.

Il magistrato, che fu pure assessore al bilancio del comune di Roma per meno di 24 ore con Virginia Raggia (si dimise perché indagato, fu poi archiviato) ha spedito due anni fa un esposto a Roma contro Pasquantonio e uno storico dell’arte.

L’ex magistrato accusa di fatto il lobbista e il professore di averlo truffato: dopo essersi messi tutti e tre d’accordo per restaurare il quadro, fare un’expertise sull’autore e poi venderlo all’estero dividendosi i proventi, Pasquantonio e il critico avrebbero invece restituito a De Dominicis, denuncia il magistrato, solo una copia senza valore.

Conservandosi l’originale. «L’inchiesta è ancora aperta, non possiamo parlare della vicenda della Venere», dicono i tre protagonisti. Pasquantonio aggiunge solo un’osservazione: «Raffaele è una persona un po’ strana. È vero solo che io gli ho presentato un esperto per restaurare il quadro, ma è stato lui a dirmi che – nel caso lo avessimo venduto bene – voleva darmi dei soldi. Rifiutai la sua proposta: io le cose, per gli amici, le faccio gratis».

 

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