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Censura degli artisti russi: Putin è lieto di vederci diventare un po’ come lui

Russian President Vladimir Putin listens to the head of the Russian Union of Industrialists and Entrepreneurs Alexander Shokhin during their meeting in Moscow, Russia, Wednesday, March 2, 2022. (Mikhail Klimentyev, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)
Russian President Vladimir Putin listens to the head of the Russian Union of Industrialists and Entrepreneurs Alexander Shokhin during their meeting in Moscow, Russia, Wednesday, March 2, 2022. (Mikhail Klimentyev, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)
  • La foga sanzionatoria verso tutto ciò che è russo ci sta rendendo incapaci di fare distinzioni che fino a qualche giorno fa sembravano elementari. Ad esempio quella fra popolo e governo. Perse queste distinzioni, vale un po’ tutto, anche annullare (e poi riabilitare) le lezioni di Paolo Nori su Dostoevskij.
  • L’impeto ha colpito fotografi a cui hanno cancellato le mostre, musicisti licenziati o tenuti lontano dai palchi, il padiglione russo della Biennale che rimarrà chiuso e altre sanzioni morali che fanno male agli studenti, agli amanti delle arti, alle coscienze, alla libertà e a tutto quello che un tempo si chiamava occidente, ma non a Putin.
  • Il presidente russo evidentemente sta invadendo anche la ragione, offuscando negli avversari proprio quei criteri che fanno dire che lui è un autocrate barbaro e senza scrupoli, ma non per questo lo sono anche il popolo russo o i suoi artisti e scrittori. 

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