Pechino risponde a Donald Trump e annuncia di essere intenzionata ad aumentare i dazi dei prodotti energetici statunitensi. Più 15 per cento sul carbone e sul gas naturale di importazione americana e più 10 per cento sul petrolio e su altre categorie di beni provenienti dagli Usa come macchinari agricoli, grandi veicoli sportivi e furgoni. I nuovi dazi doganali entreranno in vigore dal prossimo 10 febbraio. Una risposta all’annuncio di Trump di voler aumentare i dazi commerciali del 10 per cento su ogni merce proveniente dalla Cina.

Non solo, il governo di Pechino ha anche fatto ricorso all’Organizzazione mondiale del commercio. «La Cina, per difendere i propri legittimi diritti, ha presentato una denuncia riguardante i diritti di dogana americani al meccanismo di regolazione delle differenze dell'Organizzazione mondiale del Commercio (Wto)» ha comunicato il ministero cinese del Commercio.

La reazione sulle aziende

La Cina ha deciso di inserire anche due aziende americane tra le entità inaffidabili, il gruppo Pvh e Illumina. Lo scorso settembre il ministero del Commercio aveva aperto un’indagine nei confronti di Pvh, casa madre di marchi d'abbigliamento come Calvin Klein e Tommy Hilfiger per «condotta inappropriata» in questioni relative allo Xinjiang, la regione della Cina nord-occidentale in cui il Partito comunista è accusato di perpetrare sistematici abusi nei confronti di uiguri e altre minoranze etniche. Illumina opera nel campo delle biotecnologie.

L’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato cinese ha invece annunciato di aver aperto un'indagine nei confronti di Google per sospette violazioni della legislazione antimonopolistica.

La reazione dei mercati

La battaglia commerciale tra Stati Uniti e Cina è l’ultimo capitolo di una lunga serie di attacchi e dichiarazioni di Donald Trump che solo ieri ha deciso di sospendere per un mese i dazi del 25 per cento nei confronti di Messico e Canada.

In ogni caso, la risposta cinese è stata apprezzata dalle borse asiatiche asiatiche. Il Nikkei viaggia a +0,59 per cento. Hong Kong, invece, vola a +2,38 per cento, spinta anche dai guadagni dei titoli tecnologici. Anche a Seul il Kospi è in robusto rialzo, a +1,21 per cento.

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