Botta e risposta di sanzioni tra l’Unione europea e la Cina. Stando a quanto riportato da Reuters, Pechino ha imposto sanzioni a dieci eurodeputati e quattro entità dopo le sanzioni approvate da Bruxelles contro funzionari cinesi per le violazioni dei diritti umani a danno della minoranza uigura nella regione dello Xinjiang. Da parte dell’Europa si tratta delle prime sanzioni imposte contro la Cina dai fatti di piazza Tiananmen del 1989 a cui seguì un embargo di armi imposto contro Pechino.

Tra i politici europei sanzionati ci sarebbe anche il politico tedesco Reinhard Butikofer membro dell’europarlamento dal 2009 e tra i vertici del partito dei verdi.

«Le sanzioni della Cina contro i deputati del Parlamento europeo, la sottocommissione per i diritti umani e gli organi dell’Ue sono inaccettabili e avranno delle conseguenze» ha scritto su Twitter il presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

La repressione nello Xinjiang

Il 17 dicembre 2020 il parlamento europeo ha approvato un testo unico sulla repressione della minoranza uigura nella regione autonoma dello Xinjiang in Cina. Secondo il documento, per paura di una secessione dell’area, Pechino attraverso dei centri educativi  e dei campi di lavoro forzato sta di fatto violando i diritti degli uiguri, una popolazione di religione musulmana e turcofana. Il partito comunista cinese giustifica l’esistenza di questi centri anche attraverso la lotta al radicalismo islamico, ma ha sempre negato vengano commesse delle violazioni dei diritti umani. Gli Stati Uniti così come altri stati hanno accusato la Cina di compiere un «genocidio». Il Regno Unito, invece, ha imposto sanzioni a varie imprese cinesi vietando l’export di alcuni prodotti frutto di presunti lavori forzati.

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