- Il dialogo sul cambiamento climatico non è una bacchetta magica per rianimare le relazioni tra Pechino e Washington, al contrario rischia di finire vittima dalla “rinnovata competizione tra grandi potenze”.
- Xi ha promesso il picco per il 2030 e la neutralità carbonica nel 2060 e, a conferma delle preoccupazioni della leadership del partito comunista per il cambiamento climatico, al summit hanno partecipato tutti e sette i componenti del comitato permanente dell’ufficio politico, il governo di fatto della Cina.
- Kerry, che ha concluso ieri la sua visita di quattro giorni, ha twittato che Cina e Stati Uniti possono lavorare assieme per la limitazione entro gli 1,5 gradi del riscaldamento globale auspicata dall’Accordo di Parigi del 2015. Ma a Pechino non sembrano altrettanto convinti.
Il dialogo sul cambiamento climatico non è una bacchetta magica per rianimare le relazioni tra Pechino e Washington, al contrario rischia di finire vittima dalla “rinnovata competizione tra grandi potenze”. Una conferma di questa realtà, tristissima per il pianeta (Cina e Usa sono rispettivamente la prima e i secondi emettitori di anidride carbonica), è arrivata dal discorso pronunciato da Xi Jinping alla conferenza sulla protezione ambientale che si è svolta lunedì e martedì a Pechino, alla pr



