A Bruxelles il nuovo anno è iniziato con l’avvio delle procedure per la revoca dell’immunità parlamentare a due eurodeputati presumibilmente coinvolti nello scandalo del Qatargate. La presidente del parlamento europeo, Roberta Metsola, ha chiesto alla commissione giustizia di dare massima priorità alla procedura e di concludere l’iter entro il 13 febbraio. La commissione avrà un mese di tempo per discutere del caso a porte chiuse e inviare poi il suo parere finale all’assemblea che deciderà a maggioranza semplice l’eventuale revoca dell’immunità.

«Fin dal primo momento il Parlamento europeo ha fatto tutto ciò che era in suo potere per assistere nelle indagini e continueremo a garantire che non ci sia impunità. I responsabili troveranno questo parlamento dalla parte della legge. La corruzione non può vincere e faremo di tutto per combatterla», ha affermato la presidente Metsola che fin dai primi giorni segue il caso con attenzione, partecipando anche ad alcune delle perquisizioni eseguite dalla polizia belga.

La procedura di revoca dell’immunità è stata richiesta dalla  procura di Bruxelles che da settimane indaga su quella che è stata definita un’organizzazione criminale che, dietro un lauto compenso, perseguiva nel cuore dell’Unione europea gli interessi del Qatar e del Marocco.

Chi sono i nomi

«Confermiamo di aver avviato la richiesta di revocare l’immunità parlamentare a due membri del Parlamento europeo ma non daremo i nomi o altre informazioni», ha detto il portavoce della procura di Bruxelles interpellato sulla vicenda. I nominativi dei due eurodeputati saranno annunciati soltanto il 16 gennaio durante la riunione plenaria ma fonti interne hanno riferito alle agenzie stampa che si tratta di Andrea Cozzolino (già sospeso dal Partito democratico in attesa di ulteriori sviluppi sulle indagini) e il belga Marc Tarabella, entrambi appartenenti al gruppo dei Socialisti e democratici.

Da giorni i loro nomi sono accostati a quello dell’ex eurodeputato socialista Antonio Panzeri, che secondo gli inquirenti belgi era a capo della presunta organizzazione che a Bruxelles lavorava per soddisfare gli interessi del Qatar e del Marocco.

A indicare il nome di Cozzolino al giudice istruttore Michael Claise sarebbe stato il suo assistente Francesco Giorgi, arrestato insieme alla compagna ed ex vice presidente del parlamento europeo Eva Kaili. In un interrogatorio fiume durato 12 ore Giorgi, attualmente incriminato per corruzione e riciclaggio di denaro, aveva suggerito alla polizia belga di indagare su Cozzolino.

Secondo lui sarebbe coinvolto nelle relazioni tra Panzeri e alcuni membri del Dged (servizi segreti del Marocco), interessati a fare pressioni sugli europarlamenti per evitare interferenze di Bruxelles sulla questione del Sahara occidentale.

Attualmente Cozzolino non è indagato e finora ha sempre negato un suo coinvolgimento dicendo che il suo operato è frutto di attività politica pubblica. «Non ho mai incontrato persone vicine ad agenzie o servizi di sicurezza, né tanto meno ho mai perseguito interessi, vantaggi o utilità personali nella mia vita politica. Sono pronto a tutelare la mia storia e la mia onorabilità in ogni sede», aveva detto non appena il suo nome era stato accostato a quello di Panzeri e allo scandalo di corruzione.

Tarabella, invece, è vicepresidente della delegazione del parlamento europeo per le relazioni con la penisola arabica. Tarabella non è ancora indagato dalla polizia che però ipotizza un suo coinvolgimento sullo scandalo invece relativo al Qatar. Per il momento l’eurodeputato belga si è autosospeso dal gruppo dei Socialisti e Democratici.

Cosa accade ora

Adesso spetterà alla commissione giustizia discutere del caso e poi la palla passa nuovamente al parlamento europeo. La commissione adotterà una raccomandazione affinché l’intero parlamento approvi o respinga la richiesta.

L’impressione è che si vada verso una revoca dell’immunità, visto anche l’impulso alla vicenda dato dalla presidente Metsola che segue il caso in prima persona. Un’eventuale revoca dell’immunità ai due eurodeputati permetterebbe alla polizia belga di proseguire nelle indagini con nuovi interrogatori e raccogliere eventuale materiale probatorio, ma anche ai due eurodeputati di difendersi e provare la loro innocenza dalle accuse che circolano in questi giorni.

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