- Il capitano della nazionale argentina campione del mondo è un simbolo conteso fra i due paesi. Stipendiato dal Qatar ma prestatore d’opera in immagine per l’Arabia Saudita, ha alimentato una promiscuità sfuggita di mano.
- Cinque mesi fa l’emiro qatariota gli poneva sulle spalle il bisht, mantello tradizionale della cultura araba. Adesso quel mantello sembra strappato per l’intervento del vicino saudita.
- C’è in ballo la partita per l’egemonia come potenza economica regionale e come stato-guida dell’arabosfera. Il Qatar si scopre improvvisamente insicuro mentre i sauditi dispiegano al massimo la propria potenza.
Il pomo della discordia. Lionel Messi è stato il più grande calciatore del primo ventennio del Ventunesimo secolo ma in questi giorni scopre di dover svolgere un ruolo inatteso: fare da schermo alla rivalità risorgente fra i due paesi che si contendono il ruolo di potenza egemone nella penisola araba e nell’intera arabosfera, il Qatar e l’Arabia Saudita. Col calcio che ancora una volta si fa terreno di scontro perché il suo controllo è fondamentale, nell’odierno sistema economico globale che



