La Camera americana ha ufficialmente chiesto al vicepresidente Mike Pence di avviare la procedura del 25esimo emendamento che comporterebbe la rimozione del presidente Donald Trump in quanto «privo della volontà di abbandonare il potere». Il voto dei legislatori statunitensi è la conseguenza dell’assalto del Congresso commesso dai sostenitori di Trump il 6 gennaio. Secondo i democratici a causare l’insurrezione, sarebbe stato il presidente stesso che aveva arringato poco prima i suoi supporter denunciando per l’ennesima volta i presunti brogli commessi dal presidente eletto, Joe Biden, e minacciando il Congresso intento a eleggere formalmente il suo sfidante. La richiesta di rimuovere Trump è passata con il voto favorevole di tutti i democratici e di un solo repubblicano. Gli altri membri del partito, pur contestando fortemente le parole del presidente, hanno rifiutato di votare l’attivazione del 25esimo emendamento dicendo che non spetta al Congresso dire al vicepresidente cosa fare.  

L’attesa per l’impeachment

Il vicepresidente Pence ha ora la giornata del 13 gennaio per decidere se accettare o meno di seguire la procedura del 25esimo emendamento. La presidente della Camera, la democratica Nancy Pelosi, ha già detto che nel caso in cui Pence rifiutasse di attivarsi, i democratici proseguiranno sulla strada dell’imepachment che punta a rimuovere Trump in quanto ritenuto responsabile di «insurrezione». Il voto alla Camera del 13 gennaio non dovrebbe riservare sorprese. I democratici hanno infatti la maggioranza nell’aula dove erano già riusciti a far passare la prima proedura di impeachment contro Trump che era stata presentata nel settembre del 2019 dopo a scoperta di alcune pressioni esercitate dal repubblicano nei confronti del presidente ucraino per mettere sotto processo Biden, all’epoca candidato alle primarie democratiche. 

I possibili colpi di scena

Il voto del Senato è invece imprevedibile. Se il primo impeachment si era arenato al Senato controllato dai repubblicani che avevano fatto da scudo al loro presidente, l’assalto al Congresso potrebbe cambiare gli equilibri. Secondo il New York Times, sarebbero venti i senatori repubblicani pronti a votare l’impeachment contro Trump, una soglia superiore ai 17 richiesti. Nel frattempo, Trump è tornato a minacciare i sostenitori dell’impeachment accusati di «caccia alla streghe» e di stare facendo «arrabbiare il paese».

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