Nel mezzo della pandemia i leader populisti di estrema destra come Jair Bolsonaro, così come Donald Trump, hanno cercato di trarre benefici politici negando la scienza e promuovendo, in pratica, l’avanzamento della malattia. Lo stesso si può dire di Vox in Spagna o di Matteo Salvini in Italia.

In Austra i No-vax sono andati persino oltre. Lì i negazionisti del Covid-19 hanno già un proprio partito e recentemente hanno conquistato seggi nel parlamento regionale in un evento senza precedenti che fa parte di un fenomeno più ampio, la politicizzazione estremista della malattia. 

Come con Bolsonaro in Brasile, ma in un modo ancora più esclusivo, l’obiettivo centrale di questo nuovo partito è l’opposizione alla campagna vaccinale del governo austriaco e il rifiuto delle nuove restrizioni che richiedono una certificazione dell’avvenuta vaccinazione per entrare nei ristoranti e in altri spazi chiusi.

A livello globale, il movimento No-vax è composto da un gruppo di persone molto eclettico unito dalla paura.

Dai genitori che erroneamente pensano di essere progressisti e ritengono che insieme ai loro figli conducano una vita sana così in qualche modo non si ammaleranno, e quindi non avranno bisogno di introdurre vaccini nei loro corpi, ai gruppi di estrema destra la cui paranoia li porta a fantasticare sulle cospirazioni di governo, sui magnati e sull’industria farmaceutica che presumibilmente nascondono la verità. Di fronte a queste paure i No-vax preferiscono la malattia o il potenziale rischio di malattia.

Il primo party No-vax

Il partito antivaccino austriaco ha adottato come nome la triade “Popolo, Libertà, Diritti”. Al momento è un partito di minoranza e le libertà e i diritti che rivendica sono gli stessi dei No-vax a livello globale, che sono la libertà e il diritto a essere contagiati e quindi a contagiarci.

Come ha osservato il Financial Times, questo effetto minore potrebbe avere ripercussioni maggiori in futuro.

L’Austria è anche il paese che ha prodotto prima Adolf Hitler e poi, alla fine del secolo scorso, Jörg Haider, uno dei primi populisti di estrema destra a salire al potere in una coalizione di governo nel 2000. In quegli anni, quando la vicinanza al fascismo era ancora considerata tossica, l’Austria ha ricevuto dure critiche dalla Comunità Europea e per qualche tempo è stata una sorta di reietto internazionale. Oggi il contesto è molto diverso.

I leader come Donald Trump e il suo discepolo, Jair Bolsonaro, sono chiaramente a favore del Covid, nel senso che le loro politiche e le loro menzogne hanno beneficiato della diffusione della pandemia, prima nei loro paesi e poi a livello globale.

zz/Dennis Van Tine/STAR MAX/IPx

Bolsonaro è chiaramente No-vax, mentre Trump è ambivalente e tende a sostenere il profondo rifiuto dei vaccini da parte dei suoi elettori.

Una delle fantasie di Trump collega il vaccino MMR - che protegge dal morbillo, la parotite e la rosolia - con la diagnosi di autismo nei bambini.

Questa paura infondata dei vaccini è stata diffusa con successo attraverso i suoi messaggi su Twitter. Eppure, prima che Trump lasciasse la Casa Bianca, ha ricevuto il suo vaccino anti-covid.

Sia Bolsonaro sia Trump fanno politica con il Covid-19, ma hanno anche altre priorità antidemocratiche nella loro agenda.

Nello specifico: negare i risultati elettorali, promuovere la xenofobia, militarizzare la politica, reprimere e vittimizzare le minoranze, gli immigrati e i giornalisti, pianificare autogolpi passati e futuri, e soprattutto, cercare di non finire in prigione per i chiari sospetti di crimini e corruzione sotto la loro sorveglianza.

Anche la candidata post-fascista alla presidenza francese, Marine Le Pen, e il suo partito hanno presentato «il libro nero del Coronavirus» dedicato a tutte le vittime del virus. Il paradosso è che mentre denunciano le “bugie” e le misure sanitarie del governo francese, presentano la libertà come il diritto di ignorare la scienza sulla malattia.

La grande bugia

A demonstrator in a Brazilian President Jair Bolsonaro mask protests against the Prevent Senior health care company outside its headquarters in Sao Paulo, Brazil, Sept. 30, 2021. Whistleblowing doctors, through their lawyer, testified at the Senate last week that Prevent Senior enlisted participants to test unproven drugs without proper consent and forced doctors to toe the line on prescribing unproven drugs touted by President Jair Bolsonaro as part of a “COVID kit,” in the treatment of the new coronavirus. (AP Photo/Marcelo Chello)

In questo senso sono tutti alla destra di Haider e più vicini a Hitler. Per i fascisti le parole sono al servizio di menzogne semplici e assolute, che in realtà sono menzogne grandi.

La grande bugia sul Covid, così come la grande bugia sulle elezioni e sul golpe fallito, definiscono la storia del trumpismo nello stesso modo in cui le menzogne antisemite hanno definito il nazismo.

Tuttavia è necessario ricordare che i nazisti usavano la malattia come metafora, e talvolta anche come realtà, contro i loro nemici.

Nel suo libro Mein Kampf Hitler affermava che chi voleva la libertà del «sangue tedesco» doveva necessariamente «liberarla» dal «virus straniero” rappresentato dal “problema ebraico».

Le menzogne diffuse dai No-vax e dall’estrema destra di Europa, Stati Uniti e America Latina sono in contrasto, relativamente ai fatti, con le bugie sui precedenti fascisti per i mandati vaccinali; come sottolinea Branko Marcetic in un testo pubblicato sulla rivista Jacobin, i nazisti in realtà hanno allentato le vaccinazioni per i tedeschi e limitato totalmente la vaccinazione per le persone considerate inferiori.

In breve, i nazisti hanno smesso di vaccinare per promuovere la malattia e la morte tra gli altri, non i propri. In questo, i loro eredi attuali differiscono, promuovono la disinformazione sulla vaccinazione e le menzogne sulle misure sanitarie e le forme di infezione tra i loro nemici e amici, cosa che ha causato una maggiore incidenza di morti tra i loro stessi seguaci.

Hitler definì le sue politiche come la costruzione dei primi passi della sua nazione verso «l’ascesa al tempio della libertà». Questa è la stessa “libertà” a cui fa riferimento il partito pro-Covid dell’Austria, il cui motto è “non credere a tutto ciò che ti dicono”.

Di tutte le lezioni che ci ha dato la pandemia, le metafore sulla malattia e l’ignoranza della scienza sono tra le più preoccupanti. In effetti quelli che parlano della libertà come di una licenza di infettare il resto della società sono in realtà tra i più grandi nemici.

(Traduzione di Monica Fava)

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