Mentre la situazione al confine tra Russia e Ucraina appare sempre più preoccupante, sono già due i soldati ucraini morti sul fronte del Donbass. A farlo sapere è stato li presidente ucraino Zelensky, parlando alla Conferenza sulla sicurezza che si è tenuta a Monaco e che ha ospitato la riunione dei ministri degli Esteri del G7. Sulla situazione Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin avrà nella giornata di domenica, un colloquio telefonico con il suo omologo francese Emmanuel Macron. Intanto la Francia, la Germania e il Regno Unito hanno comunicato ai loro connazionali di lasciare quanto prima l’Ucraina.

La riunione dei ministri degli Esteri del G7

Da sinistra Yoshimasa Hayash (Giappone), Melanie Joly (Canada), Dmytro Kuleba (Ucraina), Luigi Di Maio (Italia), Jean-Yves Le Drian (Francia), Liz Truss (Regno Unito).(Ina Fassbender/Pool tramite AP)(Ina Fassbender/Pool via AP)

Nella dichiarazione dei ministri degli Esteri del G7, trasmessa dopo la riunione tenustali tra i capi della politica estera di Stati Uniti, Canada, Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Giappone, i ministri hanno invitato la Russia a «scegliere il cammino della diplomazia, ad attuare una de-escalation delle tensioni, a ritirare in modo sostanziale le forze militari dalle vicinanze dei confini dell'Ucraina e attenersi in modo completo agli impegni internazionali».

«Come primo passo – si legge nella nota – ci aspettiamo che la Russia applichi l'annunciata riduzione delle sue attività militari lungo i confini dell'Ucraina. Non abbiamo visto prove di questa riduzione. Giudicheremo la Russia dai fatti». 

Tuttavia, hanno avvertito i ministri, «qualunque ulteriore aggressione militare contro l'Ucraina avrà massicce conseguenze», anche economiche e finanziarie, «che imporrebbero costi gravi e senza precedenti all'economia russa». Nell'eventualità di un'aggressione, si legge, si adotteranno «misure restrittive coordinate». 

Le forze russe sono pronte a colpire

Gabrielius Landsbergis, Lloyd J. Austin III. (AP Photo/Mindaugas Kulbis)

«Sembra che Putin abbia preso una decisione e che si stiano spostando nelle posizioni giuste per condurre un attacco». Lo ha detto il segretario della Difesa statunitense, Lloyd Austin, durante la conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis, a Vilnius. «Si stanno dispiegando e sono pronti a colpire», ha aggiunto, secondo quanto riportato dalla Cnn. Con queste parole, il segretario della Difesa ha ribadito le affermazioni del presidente americano Joe Biden, espresse ieri sera durante la conferenza stampa sulla crisi in Ucraina. Biden si era detto sicuro del fatto che Putin abbia già deciso di attaccare Kiev 

Austin ha anche assicurato ai tre paesi baltici che non saranno soli se dovranno affrontare minacce alla loro sicurezza da parte della Russia. «Voglio che tutti in Lituania, Estonia e Lettonia sappiano - e voglio che il presidente Putin e il Cremlino lo sappiano - che gli Stati Uniti sono a fianco dei nostri alleati», ha detto.

A Monaco, Conferenza sulla Sicurezza

(Ina Fassbender/Pool via AP)

A Monaco di Baviera, dove si è tenuta la Conferenza sulla sicurezza, diverse personalità e leader internazionali si sono avvicendati intervenendo sulla situazione in Ucraina. La conferenza ha visto anche la partecipazione di figure specializzate nel campo della difesa e della sicurezza e ha ospitato la riunione dei ministri degli Esteri del G7. Grande assente, la Russia che ha deciso di non inviare nessun delegato. 

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenuto nel pomeriggio alla Conferenza, ha detto che l’Ucraina è lo «scudo dell'Europa» contro l'esercito russo. A più riprese, ha sottolineato la necessità per il suo paese di armi, affermando allo stesso tempo: «Siamo pronti a difenderci da soli. Proteggeremo il nostro bel paese a ogni costo».  Sugli aiuti ha chiarito: «Apprezziamo tutti gli aiuti, ma tutti devono capirci: non sono dei contributi che l'Ucraina deve chiedere, è il vostro contributo alla sicurezza dell'Europa e del mondo, dove l'Ucraina è lo scudo da otto anni». Cioè dall’inizio della guerra nel Donbass.

Zelensky ha chiesto alla Nato un calendario «chiaro e realizzabile» dell'adesione del suo paese all'Alleanza. «I paesi membri della Nato siano onesti e ci dicano se vogliono l'Ucraina», ha detto. «Le porte aperte sono una buona cosa, ma noi abbiamo bisogno di risposte aperte». E sulle sanzioni, minacciate dall’Occidente alla Russia in caso di invasione, ha affermato: «Vanno applicate ora non dopo che l’Ucraina sarà stata invasa, allora non serviranno più a nulla». Poi ha fatto sapere: «Non so cosa voglia Putin ed è per questo che ho chiesto di incontrarlo personalmente».

A Monaco Zelensky ha avuto colloqui con il premier britannico Boris Johnson e con la vicepresidente americana Kamala Harris. Dopo l’incontro con Johnson ha scritto su Twitter: «Ho incontrato Boris Johnson a Monaco. Abbiamo parlato di sicurezza sullo sfondo delle azioni aggressive della Russia. Abbiamo concordato i prossimi passi. Restiamo uniti nella ricerca della de-escalation attraverso la diplomazia». 

Olaf Scholz, il cancelliere tedesco, parlando nel consesso internazionale, ha detto che «serve quanta più diplomazia possibile senza essere ingenui», e ha sottolineato che il dispiegamento di oltre 100mila soldati russi in Ucraina non è giustificato da nulla. Sull’ingresso dell’Ucraina nella Nato ha detto: «Non è in agenda e non lo sarà».

Wang Yi, il ministro degli Esteri cinese, che ha partecipato alla Coferenza tramite collegamento video, ha detto che la Cina è «per la salvaguardia delle frontiere. La Cina è per la tutela della sovranità l’indipendenza di tutti i paesi e l’Ucraina non fa eccezione». Wang Yi ha poi sottolineato che però «anche le preoccupazioni della Russia dovrebbero essere rispettate». «Speriamo che si possa arrivare a una soluzione» che garantisca «sicurezza e stabilità in Europa», ha aggiunto. «Nessun Paese, neanche una superpotenza, è al di sopra del diritto internazionale né può sostituire le regole internazionali con le proprie».

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, all’apertura della conferenza, questa mattina, aveva sottolineato che «i leader della Cina e della Russia cercano una nuova era per rimpiazzare le leggi internazionali, preferiscono la legge del più forte al ruolo della legge, l'intimidazione all'autodeterminazione, la coercizione al posto della collaborazione». Von der Leyen aveva detto anche che con l'attuale situazione in Ucraina, la Russia sta «portando 44 milioni di ucraini in una guerra che “non vogliono"».  

Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti, nel suo intervento, ha affermato che «ogni paese ha il diritto di decidere il proprio destino e le proprie alleanze». La Russia, ha detto Harris, «diffonde propaganda e menzogna» ma «i confini di uno Stato non si cambiano con la forza». Il vicepresidente Usa ha ricordato che era dai tempi della Guerra fredda che  forum non si riuniva in circostanze così terribili. 

Jens Stoltenberg, Segretario generale della Nato, ha osservato che la crisi attuale «riguarda molto più che l’Ucraina», coinvolgendo «le relazioni tra la Nato e la Russia, l’Unione europea, la sicurezza transatlantica». Mosca, ha detto Stoltenberg, «sta tentando di portare indietro la ruota della storia» e «vuole limitare l’influenza della Nato» ma, ha affermato: «Non ci sono membri di prima classe della Nato a ovest e membri di seconda classe a est». L’Alleanza «farà di tutto per difendere» i paesi membri dell’Europa orientale. «Mosca vuole negare ai paesi il diritto di scegliere da che parte stare» e questo vale «per l'Ucraina ma anche per altri paesi come la Finlandia e la Svezia».  «La Nato non è un'alleanza nata per colpire la Russia ma faremo tutto il necessario per difendere i nostri alleati». E «se il Cremlino punta ad avere meno Nato ai suoi confini, avrà più Nato. Se vuole dividere la Nato ci troverà solo molto più uniti». 

Putin supervisiona le esercitazioni militari russe

(Sergei Guneyev, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)

Intanto da Mosca, il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, ha fatto sapere che le forze «di deterrenza strategica» russa hanno dato il via alle loro esercitazioni sotto la supervisione del presidente Putin, secondo quanto riferito dall’agenzia Ria Novosti.
Il leader russo con il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko, in visita a Mosca, hanno assistito ai lanci di missili balistici dal centro di controllo delle manovre. Si tratta di esercitazioni nucleari su larga scala per testare i missili balistici e da crociera, come aveva chiarito precedentemente  il ministro della Difesa russo.
Secondo quanto scrive l’agenzia russa si tratterebbe di esercitazioni di «deterrenza strategica», dunque non finalizzate a un vero attacco, ma a evitare di essere attaccati. 
Le esercitazioni militari congiunte Russia-Bielorussia dovrebbero terminare, come ha ripetuto Putin nei giorni scorsi, domenica 20 febbraio, in base a quanto era già stato previsto da tempo. Sono coinvolte le forze aerospaziali, il distretto militare meridionale, le forze missilistiche strategiche, le flotte del Mar Nero e del Nord.

La mobilitazione generale dei separatisti filorussi

(AP Photo/Vadim Ghirda)

Intanto nelle due autoproclamate repubbliche separatiste e filorusse di Donetsk e Lugansk della regione del Donbass, è partita la mobilitazione generale. I leader dei due territori  hanno firmato il relativo decreto, preludio alle operazioni di guerra. Parallelamente sono state avviate le evacuazioni dei civili, per i trasferirli in Russia.

Durante la notte sarebbero stati allestiti sei treni per l'evacuazione dei civili dal Donbass verso la regione russa di Rostov. Lo ha rivelato una fonte dei servizi di emergenza della regione russa all'agenzia Tass. Nella mattina di sabato, oltre 10mila persone sarebbero già arrivate dal Donbass in territorio russo. Secondo l'agenzia Ria Novosti, avrebbero attraversato il confine alle 10 del mattino, ora locale. Di questi oltre quattromila sarebbero cittadini russi, e quasi seimila ucraini. Inoltre ci sarebbero una ventina di stranieri. La regione di Rostov ha dichiarato lo stato di emergenza in vista dell'arrivo dei rifugiati dalle terre contese in Ucraina.

La conferenza stampa di Biden

Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved.

«Stiamo denunciando i piani della Russia. Non perché vogliamo un conflitto, ma perché stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per rimuovere qualsiasi motivo che la Russia possa fornire per giustificare l'invasione dell'Ucraina. Se la Russia perseguirà i suoi piani, sarà responsabile di una guerra di scelta catastrofica e inutile», è il messaggio diffuso su Twitter dall’account del presidente degli Stati Uniti Joe Biden. 

Il tweet arriva dopo la conferenza stampa di Biden, tenuta ieri sera dalla Casa Bianca, dopo che il presidente aveva sentito in videoconferenza gli alleati.
Da Washington, Biden ha riaffermato che gli Stati Uniti sono pronti a imporre costi massicci alla Russia se dovesse scegliere un ulteriore conflitto», dichiarando che secondo gli Usa, le truppe russe intendono attaccare l'Ucraina «nella prossima settimana, nei prossimi giorni. Riteniamo – ha detto – che prenderanno di mira la capitale Kiev». 

Sul presidente russo Vladimir Putin, Biden ha affermato: «A partire da questo momento, sono convinto che abbia preso la decisione» di invadere l’Ucraina.  Quando gli è stato chiesto se dunque sia chiusa la porta alla diplomazia, lui ha risposto: «C'è sempre spazio per la diplomazia, fino a quando Mosca non attacca».

Biden ha sottolineato come da parte russa ci sia stato un aumento della disinformazione che sarebbe un modo per per la Russia per avere un pretesto allo scopo di dar luogo a una invasione dell’Ucraina. «Abbiamo notizie – ha detto Biden – di violazioni del cessate il fuoco da parte di combattenti sostenuti dai russi nel tentativo di provocare attacchi dell'Ucraina nel Donbass».

In questa disinformazione diffusa, rientrerebbe anche la falsa notizia, data dalla Russia al suo popolo, secondo cui l’Ucraina stia pianifiicando un attacco nel Donbass: «Non c'è nessuna prova, e sfida le basi della logica credere che gli ucraini sceglierebbero questo momento, con più di 150 mila soldati ammassati ai loro confini».

Joe Biden non crede che Vladimir Putin stia pianificando di usare armi nucleari nel caso di invasione dell'Ucraina. «Non penso che stia nemmeno lontanamente contemplando di usare armi nucleari». 

© Riproduzione riservata