I separatisti invitano a prendere le armi. «La situazione nel Donbass si sta aggravando»: le parole di Vladimir Putin si sommano a quelle arrivate già stamattina dal Cremlino. Quello che sta accadendo in Donbass è «molto preoccupante, provoca una sensazione di allarme ed è potenzialmente molto pericoloso», aveva dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. 

Attività diplomatiche

I canali diplomatici restano aperti, come conferma l’intenzione espressa sia dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il segretario di stato Usa Antony Blinken di continuare gli incontri sulla architettura di sicurezza. «Blinken e io concordiamo sul fatto di incontrarci ora che la Russia ha spedito la sua risposta a Washington, entrambi siamo interessati a farlo», ha ufficializzato Lavrov.

Giovedì si terrà il summit virtuale dei leader del G7 sulla crisi ucraina. Continuano gli sforzi per mantenere le trattative tra Stati Uniti e Russia su termini diplomatici per evitare un’escalation. 

Il ruolo di Draghi

Ieri il Cremlino ha annunciato l’invito a Mario Draghi, che conferma una sua visita prossimamente a Mosca. Nella notte il premier è stato chiamato dal presidente Usa Joe Biden.

Lo rende noto la Casa Bianca, spiegando che «i due leader hanno esaminato gli sforzi diplomatici e di deterrenza in risposta al continuo potenziamento militare della Russia ai confini dell'Ucraina». Biden e Draghi «hanno riaffermato il loro impegno a difesa della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina e la disponibilità ad imporre gravi costi economici alla Russia se dovesse invadere».

Lo scopo del premier italiano è quello di portare allo stesso tavolo Putin e Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino.

«Esercitazioni» militari

Ma la Russia continua a mantenere il resto del mondo in tensione: per domani è in programma un’esercitazione militare supervisionata dallo stesso Putin. «Il 19 febbraio, sotto la guida del comandante supremo delle forze armate russe Vladimir Putin, sarà organizzata un'esercitazione pianificata delle forze di deterrenza strategica», ha affermato il ministero della Difesa, citato dalle agenzie di stampa russe. Il governo di Kiev invece ha reso noto che il numero di soldati russi schierati ai confini dell'Ucraina ha raggiunto la soglia dei 149mila.

Denunce di attacchi

Intanto, anche stamani separatisti filorussi dell'autoproclamata repubblica ribelle di Luhansk, nell'est dell'Ucraina, hanno accusato le forze governative di averli attaccati con colpi di mortaio: lo riporta l'agenzia di stampa russa Interfax.

Continuano anche le trattative diplomatiche: il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin avranno una conversazione telefonica oggi «su iniziativa della parte americana»: lo riferisce sempre Interfax, citando il ministero della Difesa russo.

Antony Blinken ha accettato un nuovo incontro con Sergei Lavrov sulla crisi dell'Ucraina. Lo ha reso noto il dipartimento di Stato americano, precisando che era stato il segretario di Stato a proporre l'incontro e poi il ministro russo ha dato la sua disponibilità per la fine della prossima settimana. Il portavoce di Blinken, Ned Price, ha detto che l'incontro si svolgerà in Europa «sempre che non ci sia un'ulteriore invasione russa».

Per Washington la prospettiva di un attacco è sempre più consistente: «Se invaderanno nei prossimi giorni allora sarà chiaro che non sono mai stati seri sulla diplomazia» ha detto ancora Price. Era stato lo stesso Blinken, nel suo discorso all'Onu con cui ha illustrato nel dettaglio il piano con cui la Russia starebbe cercando di creare un pretesto per attaccare l'Ucraina, a rendere noto di aver chiesto a Lavrov un incontro.

Il presidente finlandese, Sauli Niinisto, si è detto disponibile a ospitare l’incontro sul territorio del suo paese. 

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