Energia e migrazioni. Mario Draghi ha scelto la Libia come suo primo viaggio all’estero, e questa mattina ha tenuto una conferenza stampa congiunta con il recente nuovo primo ministro Abdelhamid Dabaiba in cui entrambi hanno parlato dei due temi sensibili che uniscono strettamente i due paesi sulle sponde del Mediterraneo. Un incontro che arriva dopo che il 21 marzo il ministro degli esteri Luigi Di Maio - questa mattina a Tripoli con il premier - ha incontrato Dabaiba insieme all’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi.

La prima visita

«Questa è la mia prima visita all’estero da quando sono stato nominato presidente del consiglio del governo italiano» ha esordito Draghi, «essa stessa è la dimostrazione dell’importanza di un legame storico tra i due paesi». Il governo di unità nazionale legittimato dal parlamento è un momento fondamentale nella pacificazione della Libia: «Un momento unico» per riavvicinare i due paesi, anche se entrambi hanno ricordato che il legame con l’Italia non si è mai spezzato, dall’ambasciata italiana sempre aperta alle attività Eni, primo produttore di gas in Libia principale fornitore di gas al mercato locale e fornitore anche per quello italiano

Per il rilancio dei rapporti, ha proseguito Draghi, è necessario che «il cessate il fuoco continui e venga strettamente osservato. Mi sono state date rassicurazioni importanti», e ha definito l’incontro «straordinariamente soddisfacente, caloroso e carico di contenuti», tanto che l’Italia oltre al versante economico è pronta a dare nuovo impulso «all’istituto di cultura italiana all’estero».

Migranti

Sul fronte migratorio, ha detto Draghi, «esprimiamo soddisfazione per quello che la Libia fa per i salvataggi, nello stesso tempo aiutiamo e assistiamo la Libia», il problema «non è solo politico ma anche umanitario». Un problema che «non nasce solo sulle coste, ma anche nei confini meridionali, e l’Unione europea è stata investita del compito di aiutare il governo libico anche in quella sede». La posizione ha fatto eco a quella di Dabaiba, per cui la Libia e l’Italia «devono affrontare la sfida comune della migrazione clandestina. La Libia – ha sottolineato – è un paese di passaggio». Per questo «il crimine e il traffico di esseri umani sono questioni comuni, dobbiamo lavorare insieme per trovare i meccanismi pacifici per risolvere queste questioni». 

L’Eni e l’accordo del 2008

Sono stati fatti «precisi riferimenti alle infrastrutture in campo energetico e sanitario» ha detto Draghi, il nome dell’Eni lo ha fatto il premier libico. Già prima di lui Dabaiba aveva anticipato: «Prevediamo un aumento di collaborazione con l’Italia nel settore dell’elettricità e dell’energia», e ha ricordato come negli scorsi giorni abbia già parlato con «i ministri italiani», cioè la recente visita di Di Maio in Libia. E ha ricordato la «collaborazione strategica dei due paesi. L’Italia è uno dei pochi paesi che ha continuato a mantenere rapporti con la Libia». Inoltre «abbiamo avuto contatti con l’Eni e l’Eni è molto importante per l’energia e l’economia». Entrambi i presidenti si augurano al più presto la ripresa della Commissione congiunta italo-libica per le questioni economiche, con lo slogan, ha detto Dabaiba, «la sovranità della Libia prima di tutto».

Il Sole24Ore, in un articolo pubblicato questa mattina, ha parlato di un accordo in fase di valutazione tra i ministri dell'Economia Muhammad al Hawaji già ministro con Gheddafi e il ministro del Petrolio e Gas, Ahmed Mohamed Aoun, ex presidente della Mellitah Oil and Gas Company, la società congiunta Eni-Noc. Questi progetti sarebbero già stati discussi il 21 marzo tra il premier Dabaiba e Descalzi.

«Penso che la questione più importante sia la riattivazione dell'accordo firmato nel 2008 per la Libia in tutti i suoi aspetti» ha detto ancora Dabaiba, accordo siglato nel corso del governo Berlusconi che prevedeva tra le altre cose la costruzione dell’Autostrada della pace, una litoranea di 1.750 chilometri.

Il commento del Movimento

I senatori della commissione Esteri del Movimento 5 stelle hanno voluto sottolineare che anche questa volta Di Maio era nella delegazione: «Il primo viaggio all'estero del presidente Draghi in Libia, accompagnato dal nostro ministro degli Esteri Di Maio, riveste enorme importanza per la difesa e la promozione dei i nostri interessi nazionali in quel Paese che, finalmente, ha intrapreso la strada della riconciliazione e della normalizzazione». E loro, che più di tutti hanno criticato il Cane a sei zampe e Descalzi, adesso confidano in una proficua collaborazione con il colosso dell’oil and gas: «Confidiamo che il nuovo governo di unità nazionale presieduto dal premier Abdul Hamid Dabaiba avvii fin da subito una nuova stagione di cooperazione strategica con l'Italia in tutti i settori più importanti: dai progetti energetici con Eni alla ricostruzione delle infrastrutture, a partire dall'aeroporto internazionale di Tripoli, dal pagamento dei debiti pregressi alle aziende italiane alla cooperazione in materia di controllo dei flussi migratori».

Su quest'ultimo tema però, hanno chiesto trasparenza e hanno espresso solidarietà ai giornalisti che, come ha rivelato Domani, sono stati intercettati nell’ambito delle inchieste sulle Ong della procura di Trapani: «Cogliamo l'occasione per esprimere la nostra solidarietà ai giornalisti italiani intercettati nel 2017 per le loro importanti e doverose inchieste sull'argomento».

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