- I vantaggi derivanti dall’integrazione delle aziende nazionali della difesa saranno ridotti se non si procede a una maggiore armonizzazione delle leggi nazionali sull’export di armamenti diretti verso paesi extra-Ue e non-Nato.
- L’esportazione di prodotti bellici realizzati da più aziende deve essere autorizzato da tutti gli Stati coinvolti, ma la mancanza di un’unica legislazione comune europea rischia di generare una situazione di impasse costante.
- La soluzione però non è necessariamente l’adozione di norme più permissive. Con la riduzione dei costi di produzione e la diminuzione delle concorrenza interna all’Ue si possono finalmente mettere al centro il rispetto dei diritti umani e dei valori di cui l’Unione è portavoce.
Più cooperazione e rafforzamento dell’industria della Difesa dell’Ue. Sono questi i due pilastri su cui poggia il piano del presidente francese Emmanuel Macron, da tempo impegnato nel promuovere una maggiore armonizzazione dei programmi europei nel campo della difesa, tanto sul piano militare quanto su quello industriale. Secondo l’inquilino dell’Eliseo, l’Unione deve avviare programmi di acquisizione comuni che consentano una maggiore interoperabilità tra le forze armate dei singoli paesi, and



