È morto all’età di 100 anni l'ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger. Lo ha confermato un portavoce dell'agenzia di comunicazione che rappresenta la sua società di consulenza Kissinger Associates, spiegando che Kissinger si è spento nelle scorse ore nella sua casa nello Stato del Connecticut. È stato consigliere di dodici presidenti.

Il diplomatico, vincitore del Premio Nobel per la Pace, è stato una figura chiave e controversa nella storia della politica estera statunitense. I suoi critici lo hanno sempre accusato di essere senza scrupoli e ossessionato dal potere. Nato Heinz Alfred Kissinger in Baviera il 23 maggio 1923, aveva 15 anni quando i suoi genitori ebrei fuggirono con lui a New York.

Dopo la scuola e il servizio militare, Kissinger studiò ad Harvard, dove in seguito insegnò. Nel 1969, l’allora presidente Richard Nixon lo nominò consigliere per la Sicurezza nazionale e poi segretario di Stato. Era considerato il politico più influente a Washington quando si trattava di politica estera.

Nixon in Cina

Una pietra miliare significativa nella sua carriera fu la preparazione del viaggio di Nixon in Cina nel 1972. Kissinger si recò a Pechino in missione segreta, aprendo la strada alla visita del presidente e alla normalizzazione delle relazioni.

Uno dei suoi più grandi successi diplomatici fu proprio il riavvicinamento tra Washington e Pechino. Come segretario di Stato negoziò trattati di disarmo e accordi di pace e divenne una sorta di star dei media. Kissinger, tuttavia, ha lasciato le sue impronte anche su aspetti più discutibili della politica estera statunitense. Il suo ruolo nel bombardamento segreto della Cambogia e le accuse riguardanti il suo ruolo nel colpo di Stato militare del 1973 in Cile pesano molto sulla sua eredità. Gli osservatori si interrogano anche se Kissinger abbia davvero spinto per la fine della guerra del Vietnam o se l'abbia prolungata per aumentare le possibilità di rielezione di Nixon.

Membro (1984-90) del President’s Foreign Intelligence Advisory Board, dal 2000 è membro onorario del Cio. Nel 2002 George W. Bush lo ha nominato presidente della commissione incaricata di indagare sui fatti dell'11 settembre 2001: la scelta ha però scatenato aspre polemiche per i conflitti di interesse, portandolo a rassegnare, pochi mesi dopo, le proprie dimissioni.

«I suoi scritti e i suoi consigli sulla geopolitica sono rimasti una lettura obbligata nella comunità di politica estera negli Stati Uniti e all'estero, anche se i suoi detrattori sono rimasti altrettanto critici», ha commentato la Cnn.

Il diplomatico in un’intervista alla Cnn nel 2008 spiegò: «Per negoziare bisogna comprendere la percezione dell'altra parte del mondo. E devono capire la nostra percezione. E deve esserci una decisione da entrambe le parti che cercheranno di conciliare queste differenze».

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