Mentre l’Unione europea con la sua “terza via” mette in salvo la proprietà intellettuale e Big Pharma annuncia le sue concessioni al Global Health Summit, i paesi che da ottobre chiedono la sospensione dei brevetti mostrano la loro determinazione e compattezza.

In anticipo sulla tabella di marcia – perché era attesa per la prossima settimana – arriva la nuova proposta, il “waiver rivisto”. Domani ha potuto leggere il testo che arriva sul tavolo della World Trade Organization.

Perché un testo rivisto

«Il 2 ottobre India e Sudafrica hanno presentato al consiglio Trips una comunicazione contenente la proposta per il waiver – la deroga – su alcuni provvedimenti dell’accordo Trips e hanno proposto una bozza di decisione. Il consiglio Trips ha avuto una estesa discussione sulla proposta». Come dire, molti mesi sono passati, molti chiarimenti e dettagli sono stati chiesti a India e Sudafrica. Soprattutto da parte di Unione europea e altri paesi ricchi, che hanno tenuto in ostaggio la proposta. Ma intanto l’iniziativa di India e Sudafrica ha raccolto più di sessanta co-sponsor, i paesi favorevoli sono 118. E ultimamente gli Stati Uniti hanno scongelato l’impasse dichiarandosi favorevoli a discutere la sospensione dei brevetti dei vaccini. Di più: Washington è pronta a discutere su un testo (“text-based negotiation”, insomma un livello avanzato di negoziato). «Allo scopo di passare alla negoziazione su un testo, prendiamo in considerazione i feedback ricevuti e presentiamo una bozza di decisione rivista».

Così viene emendato il “waiver”

Stavolta i fautori della proposta sono India e Sudafrica ma anche altri paesi africani, come pure il Pakistan, la Bolivia, Venezuela, Indonesia e ulteriori delegazioni. Gli emendamenti al testo precedente sono riassunti così: anzitutto, stavolta c’è una attenzione al problema delle varianti, che a ottobre non era così evidente. «Abbiamo rivisto il testo alla luce della preoccupazione per le continue mutazioni e dell’emergere di nuove varianti». Poi, i paesi tengono conto dell’obiezione che «la deroga è troppo vasta» e che va precisata meglio. Dunque chiariscono nella nuova versione che «la deroga alla proprietà intellettuale è limitata in relazione a Covid-19» e definiscono meglio anche l’ambito temporale in cui i brevetti andrebbero sospesi. 

Tre anni

«Questa deroga dovrebbe essere in vigore per almeno tre anni dalla data in cui la decisione viene presa». Viene prevista una verifica annuale da parte del consiglio generale, che deve accertarsi che sussistano le condizioni di emergenza che hanno consentito la deroga. «Il consiglio generale dovrebbe, da allora, farsi carico di verificare l’esistenza delle circostanze eccezionali che giustificano la deroga. Qualora queste circostanze cessino, il consiglio generale può definire una data in cui interrompere il waiver». 

Più ampia degli Usa

La proposta statunitense, ancora non finalizzata in un testo sul tavolo della Wto, si limitava a discutere la sospensione dei brevetti dei vaccini. Il “waiver rivisto” invece mantiene un raggio di azione più ampio: «La deroga andrebbe applicata in relazione a prodotti sanitari e tecnologie che includano diagnostica, terapeutica, vaccini, dispositivi medici, equipaggiamento di protezione per il personale sanitario, i relativi materiali o componenti, e i loro metodi e mezzi di manifattura, per la prevenzione, il trattamento o il contenimento di Covid-19».

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