Il premier Abiy Ahmed ha messo tra le sue priorità la realizzazione di condizioni migliori per le donne, ma il suo progetto per ora rimane confinato alla classe abbiente del paese. Nelle campagne tutto è rimasto come prima e lo dimostrano le azioni terribili compiute dall’esercito in Tigray
- Il primo ministro si è rivolto al suo esercito dicendo che chi ha compiuto gli atti di violenza contro le donne sarà ritenuto responsabile e quindi debitamente punito per i crimini di cui si è macchiato.
- Fin dal 2018 sono state portate avanti politiche che rapidamente hanno permesso la risalita della tematica delle quote rosa in cima all'agenda governativa.
- Il commento del primo ministro tutto rivolto ai militari ha rappresentato un ennesimo tentativo di riportare all’ordine un comparto che ha dimostrato di essere l’ago della bilancia per lo sviluppo della nuova democrazia nel paese e allo stesso tempo il tallone d’Achille del sistema sicurezza.
Non solo la guerra di Etiopia e Tigray iniziata a novembre 2020 ha causato – secondo l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni unite – oltre 280mila sfollati e un numero imprecisato di morti, ma da ciò che emerge dalle investigazioni dei reporter della Cnn è che i soldati eritrei ed etiopi impegnati nelle operazioni militari sul territorio avrebbero compiuto stupri di massa sulla popolazione femminile tigrina. Ai reporter hanno parlato circa quaranta delle vittime oggi ospitate in u



