Al vi ai lavori del G7 a Elmau dove i leader mondiali sono arrivati in mattinata, ospiti del padrone di casa Olaf Scholz. La prima notizia è la partenza di una partnership per investimenti nelle infrastrutture del mondo.

Il piano

Gli Usa, assieme con gli altri paesi del G7, stanzieranno 600 miliardi di dollari da qui al 2027 per investimenti nelle infrastrutture nel mondo. Lo ha detto il presidente americano Joe Biden lanciando la partnership a margine del vertice in Germania. Alla cifra totale gli Usa contribuiranno con 200 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni.

«Siamo soggetti alla situazione geopolitica attuale: abbiamo discusso di come i nostri investimenti» per la transizione ambientale ed energetica «possano aiutarci a rispondere all'uso dell'energia come arma da parte della Russia» ha detto Scholz.

La dipendenza dalla Russia

Il presidente del Consiglio Mario Draghi è tornato sul tema del limite ai prezzi dei combustibili fossili, che è uno dei temi più discussi anche a livello europeo, con l’opposizione dei paesi nordici a porre un limite al prezzo del gas dal lato della domanda per paura che i russi vendano i loro prodotti altrove. Nel G7 invece sono gli Stati Uniti a spingere per un limite al prezzo del petrolio, una proposta che stamattina ha guadagnato anche il favore dell’Eliseo.

«Mettere un tetto al prezzo dei combustibili fossili importati dalla Russia ha un obiettivo geopolitico oltre che economico e sociale. Dobbiamo ridurre i nostri finanziamenti alla Russia. E dobbiamo eliminare una delle principali cause dell'inflazione» ha detto Draghi.

«Anche quando i prezzi dell'energia scenderanno, non è pensabile tornare ad avere la stessa dipendenza della Russia che avevamo. Dobbiamo eliminare per sempre la nostra dipendenza della Russia» ha aggiunto. 

Rispetto al rapporto con gli altri paesi «nella situazione attuale ci sono delle esigenze a breve termine che richiederanno investimenti ampi nelle infrastrutture per il gas per i paesi in via di sviluppo e non solo. Dovremo assicurarci che possano essere poi convertite all'uso dell'idrogeno, un modo per conciliare le esigenze a breve con quelle a lungo termine». Un primo passo, insomma, che poi porterà alla produzione più sostenibile di energia. 

L’arrivo

Prima dell'inizio del pranzo di lavoro, il presidente del Consiglio ha salutato il presidente americano Joe Biden, con il quale ha avuto un breve scambio di battute.

Al centro di questo primo appuntamento uno scambio di vedute sulle prospettive dell'economia globale alla luce delle conseguenze prodotte dal conflitto in Ucraina.

Biden ha incontrato anche Scholz: «Dobbiamo continuare a stare insieme», gli avrebbe detto, tra le altre cose. Putin «spera che qualcuno nel G7 e nella Nato si divida, ma non è affatto accaduto e non accadrà».

«Noi siamo uniti, stiamo insieme. Questo è il nostro chiaro messaggio a Putin. È bene che tu sia qui, al summit del G7, presidente Joe Biden» ha twittato poi il cancelliere.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato che il G7 deve affrontare sfide di portata simile a quelle che il mondo ha dovuto affrontare quando il gruppo è stato fondato negli anni Settanta. «Sappiamo che è necessario fare qualcosa» sulla crisi energetica e sull'inflazione, ha detto il cancelliere tedesco dopo aver ospitato la sessione di apertura del vertice in Baviera. «Solo una cosa aiuta nelle relazioni internazionali: una buona collaborazione, una stretta cooperazione e il dialogo» ha aggiunto Scholz.

I temi

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All’incontro si parla di guerra e energia: il premier britannico, Boris Johnson, ha avvertito il primo ministro canadese Justin Trudeau che «l'Ucraina è sul filo del rasoio». «Dobbiamo ribaltare l'equilibrio della guerra» a favore degli ucraini in questo «momento cruciale» ha aggiunto il premier britannico, durante un incontro al vertice del G7 in Germania. «Sull'Ucraina, il premier ha sottolineato che questo è un momento cruciale per tutti noi» ha aggiunto un portavoce di Downing Street.

Senz’altro tra gli europei si parlerà anche di price cap al prezzo del gas: la proposta italiana è avversata da una parte dei paesi nordici. Più vicino forse il limite al prezzo del petrolio, proposto dagli Stati Uniti: l’Eliseo si è detto favorevole a un «prezzo massimo» del petrolio a livello di «Paesi produttori». L'obiettivo è quello di contrastare l'aumento di prezzi provocato dalla guerra in Ucraina. Lo ha dichiarato la presidenza francese a margine del summit. Parigi non «si oppone in linea di principio» alla proposta americana di calmieramento dei prezzi ma «quello che per noi sarebbe più efficace è un prezzo massimo al petrolio che venga da tutti i paesi produttori», ha sottolineato l'Eliseo.

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