Al via il secondo giorno di lavori del G7 a Elmau, in Germania. Nel castello bavarese i leader dei sette paesi più industrializzati si riuniscono per parlare del sostegno all’Ucraina per difendersi dalla Russia. In programma oggi c’è anche l’incontro con gli ospiti del vertice, ovvero i leader di Sudafrica, Senegal, India, Indonesia e Argentina, con una sessione sul tema “Investire su un futuro migliore, clima, energia e salute”. Nel pomeriggio invece i leader discuteranno della sicurezza alimentare globale e della parità di genere.

Il messaggio di Zelensky

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, prima della sessione dedicata al tema “Il mondo in conflitto”, si è collegato e ha ringraziato i leader di Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Canada per il sostengo all’Ucraina.

Nel suo messaggio, il leader ucraino ha chiesto supporto in particolare su cinque punti: sistemi antiaereo di difesa, sicurezza, esportazioni di grano, sanzioni e ricostruzione.

L’intervento di Mario Draghi

«Dobbiamo continuare a lavorare su come imporre un tetto al prezzo del gas», ha detto il premier Mario Draghi nel corso della sessione di lavoro del G7 dopo che ha ringraziato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per l'accoglienz ricevuta a Kiev durante la sua visita congiunta con Olaf Scholz ed Emmanuel Macron. 

«Siamo uniti con l’Ucraina, perché se l’Ucraina perde, tutte le democrazie perdono. Se l’Ucraina perde, sarà più difficile sostenere che la democrazia è un modello di governo efficace», ha aggiunto Draghi.

La dichiarazione congiunta adottata

I leader del G7 hanno adottato una dichiarazione congiunta che parte con una condanna alla guerra in Ucraina che «minaccia gravemente il sistema basato su regole internazionali che è alla base della pace, della prosperità e della sicurezza globali. Condanniamo inoltre i tentativi russi di sostituire i funzionari ucraini eletti democraticamente con funzionari illegittimi», si legge nel testo che chiede alla Russia di arrivare a un cessate il fuoco.
«Spetta all’Ucraina decidere su un futuro accordo di pace, libero da pressioni o influenze esterne», scrivono i leader. «Continueremo a coordinare gli sforzi per soddisfare le richieste urgenti dell'Ucraina per le attrezzature militari e di difesa. Continueremo inoltre a coordinarci per fornire all'Ucraina il materiale, la formazione e il supporto logistico, di intelligence e economico per costruire le sue forze armate».

Inoltre, i leader ribadiscono il loro impegno a intordurre nuove sanzioni contro Mosca. «Continueremo a cercare nuovi modi per isolare la Russia dalla partecipazione al mercato globale e reprimere l'evasione. Siamo determinati a ridurre i ricavi della Russia, anche dall’oro».

Le dichiarazioni di Londra, Washington e Berlino

Prima dell’inizio dei lavori i leader hanno rilasciato alcune dichiarazioni su temi al centro dei tavoli di oggi. Il premier britannico Boris Johnson, che dall’inizio della guerra si è dimostrato il leader del continente europeo più duro nei confronti di Mosca, ha affermato: «Ciò che mi ha colpito in questi due giorni è la nostra straordinaria determinazione ad andare avanti uniti; al momento non c’è accordo di pace che il presidente Zelensky possa firmare, quindi, nelle circostanze attuali i G7 deovno continuare a sostenere l’Ucraina». Johnson ha ammesso che il quadro militare per Kiev è molto difficile a est e sud est, ma che le forze ucraine possono rovesciare la situazione.

Dalla Casa Bianca, invece, hanno sottolineato come il G7 stia «andando avanti sul piano per imporre un price cap al petrolio russo». Inoltre da Washington è anche arrivata la conferma dell’imminente annuncio dei leader dei paesi a Elmau di nuove sanzioni nei confronti di Mosca, in particolare nel settore della difesa russo, che andranno a colpire la produzione di armi e la distribuzione.

Il canceliere Olaf Scholz ha invece affermato i temi al centro di un colloquio bilaterale avuto con il presidente canadese Justin Trudeau. «Abbiamo parlato del sostengo all’Ucraina e del fatto che, con misure toste, faremo tutto il possibile per appoggiarla. Ma abbiamo anche sottolineato – ha aggiunto Scholz – che eviteremo un conflitto tra Nato e Russia». E per il cancelliere il G20 deve ancora «giocare un ruolo», perché non «non si deve cadere nella trappola tesa dal presidente Putin di presumere che il mondo sia diviso tra la parte occidentale e tutti gli altri paesi».

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