Dopo undici giorni dall’inizio dell’escalation militare si è giunti alla fine delle ostilità. Una riunione del consiglio di sicurezza del governo israeliano ha votato giovedì sera all’unanimità il cessate il fuoco mediato dai funzionari egiziani. I capi di Hamas confermano lo stop «reciproco e simultaneo» già partito dalle due del mattino di venerdì.

Hamas rivendica il cessate il fuoco a Gaza come «una vittoria» nella sua lotta contro Israele visto che sono ancora rimaste in piedi le sue infrastrutture militare. Ad annunciarlo è uno dei funzionari dell’organizzazione, Khalil al-Hayya, durante un raduno a Gaza City. Anche Hezbollah in Libano ha definito la tregua come una vittoria per i palestinesi. Netanyahu, invece, sta affrontando varie critiche di politica interna con i sindaci delle città colpite dai missili di Hamas che non sono soddisfatti del cessate il fuoco.
Yair Lapid, leader del partito d’opposizione Yesh Atid ha scritto su Twitter che le «forze militari hanno avuto successo nei compiti che gli sono stati assegnati, il governo ha fallito» e ha aggiunto «è arrivato il momento che se ne vada» riferendosi a Netanyahu.

Il bilancio

Secondo l’ultimo dato del ministero della Salute palestinese sono 232 le vittime dall’inizio del conflitto, di cui 65 bambini, 39 donne e 17 anziani. Circa 1600 i feriti. L’esercito israeliano ha mostrato il bollettino della sua offensiva militare, Guardiano delle Mura, iniziata lo scorso 10 maggio. Oltre cento chilometri di tunnel andati distrutti: più di 125 membri di Hamas e della Jihad islamica sono rimasti uccisi nei raid aerei israeliani, di cui 25 sono comandanti. Sono 10 gli uffici governativi e 11 le branche del ministero dell’interno che sono stati presi di mira a Gaza. A questi si sommano cinque banche che secondo l’esercito israeliano «maneggiavano i soldi dei terroristi». Il sistema di difesa aerea israeliana ha fatto sapere di aver intercettato circa il 90 per cento degli oltre quattromila razzi lanciati dalla Striscia verso le proprie città. Israele piange invece 12 vittime negli undici giorni di conflitto, di cui due bambini. Tuttavia, le truppe rimangono ancora schierate al confine per tutto il week end.

Le prossime mosse

Cosa accadrà ora? Sono ancora poche le indiscrezioni sul contenuto della tregua, ma molto probabilmente si ritorna di fatto a una situazione pre escalation, con Israele che chiede a Hamas la fine della costruzione dei tunnel, del lancio di razzi contro le sue città e di fermare le proteste al confine. Dall’altra, probabilmente sarà concesso l’ingresso di aiuti economici all’interno della Striscia, i soldi del Qatar. Questa mattina i primi aiuti umanitari sono entrati a Gaza dopo l’assenso delle autorità israeliane.
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, inizierà un tour in Medioriente nei prossimi giorni. Visiterà Israele, Cisgiordania, Egitto e Giordania con l’obiettivo di rafforzare la tregua tra le parti.

Il ruolo di al Sisi

«Voglio ringraziare tutti coloro che hanno profuso grandi sforzi per arrivare a questo risultato – ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden –  abbiamo avuto discussioni di altissimo livello, molto intense, ora dopo ora, con l’Egitto, l’Autorità nazionale palestinese e altri paesi del Medioriente cercando di terminare un conflitto molto violento. Voglio esprimere una sincera gratitudine al presidente egiziano al Sisi, alle altre autorità egiziane che hanno svolto un ruolo critico in questa diplomazia».

Non si è fatta attendere la risposta del presidente egiziano che in un tweet ha affermato di aver avuto un’interessante chiamata con il capo della Casa bianca. «Rendo omaggio e apprezzamento al presidente degli Stati Uniti Biden per il suo ruolo nel successo dell’iniziativa egiziana del cessate il fuoco e il raggiungimento della calma, auspicando una continua cooperazione tra noi per raggiungere più successi comuni che stabiliscano una pace giusta e completa nella regione» ha affermato al Sisi.

La mediazione

Oltre ai funzionari del Cairo, giovedì sono arrivati in Israele diversi ministri degli Esteri europei come quelli della Germania, Repubblica Ceca e Slovacchia. Hanno incontrato alcuni componenti del gabinetto di Netanyahu e provato a distendere il clima. Il primo ministro israeliano, invece, li ha portati sui siti colpiti dai razzi lanciati da Hamas. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha accolto con soddisfazione la tregua e ha chiesto di lavorare a una misura di lungo periodo per risolvere la questione israelo-palestinese.

I danni

Nel frattempo, l’Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto agli stati un piano da 7 milioni di euro per rispondere all’emergenza sanitaria a Gaza e in Cisgiordania. Il ministero della Salute palestinese ha affermato di aver quasi completato i lavori di riparazione per rendere operativo nuovamente l’unico centro Covid-19 presente all’interno della Striscia di Gaza, che era stato danneggiato durante uno dei raid aerei dell’offensiva militare israeliana.

Leggi gli articoli salienti riguardo il conflitto:

© Riproduzione riservata