Senza il rilascio degli ostaggi israeliani nella Striscia di Gaza, «i combattimenti continueranno senza tregua», ha detto il capo di stato maggiore dell’Idf. A Gaza altre tre persone sono morte per fame, in totale sono 162
Senza il rilascio degli ostaggi israeliani nella Striscia di Gaza, «i combattimenti continueranno senza tregua». A dirlo è il capo di stato maggiore dell'esercito israeliano Eyal Zamir durante una visita alle sue truppe nei territori palestinesi. In attesa di capire se le trattative tra Hamas e Israele si sbloccheranno, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rinviato a settimana prossima la decisione sulle azioni militari da prendere a Gaza.
Nella Striscia aumenta senza sosta la conta dei morti. Dall’alba altre 21 persone sono state uccise, tre dei quali erano alla ricerca di cibo. In totale sono 162 i gazawi morti per via della carestia, di cui sette nelle ultime ore.
A Tel Aviv, l’inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff ha incontrato i famigliari degli ostaggi che chiedono il cessate il fuoco e la firma di un accordo per il rilascio dei prigionieri. Nei giorni scorsi è stato a Gaza dove ha visitato i criticati centri di distribuzione alimentari gestiti dalla Ghf. Secondo l’Onu sono stati uccisi almeno 1300 palestinesi in attesa degli aiuti umanitari.
PUNTI CHIAVE
11:45
Witkoff incontra le famiglie degli ostaggi
09:21
Unicef: uccisi 18mila bambini a Gaza
08:55
Unrwa: i lanci degli aiuti sono pericolosi, costosi e inefficienti
Idf: ucciso un vice comandante di Hamas
Il vice comandante del battaglione Sheikh Radwan di Hamas, Salah al-Din Zaara - è stato ucciso in un attacco aereo nella Striscia di Gaza il 24 luglio. Lo afferma il portavoce dell'esercito israeliano, aggiungendo che Zaara è stato responsabile della direzione e dell'avanzamento di numerosi attacchi contro Israele e le truppe dell'Idf che operano nella Striscia.
Hamas pubblica il video di un ostaggio
Hamas ha pubblicato oggi un nuovo video dell'ostaggio Evyatar David, dopo il primo pubblicato ieri. Il video mostra David, magro e pallido, in quello che sembra essere un tunnel. "Siamo costretti ad assistere alla deliberata e cinica morte per fame del nostro amato figlio e fratello, Evyatar, nei tunnel di Hamas a Gaza: uno scheletro vivente sepolto vivo", si legge in una dichiarazioni della famiglia. "A nostro figlio restano solo pochi giorni di vita in queste condizioni. Hamas sta usando Evyatar come esperimento vivente, in una disgustosa campagna contro la fame", hanno aggiunto i familiari dell'ostaggio, esortando il governo israeliano e la comunità internazionale a garantire che David riceva cibo e venga liberato dalla prigionia. Come riporta il sito d'informazione "Ynet", Tal Shoham, ostaggio israeliano liberato da Hamas lo scorso febbraio, ha spiegato di essere stato trattenuto nello stesso tunnel in cui appare Evyatar.
Hamas: "continueremo resistenza armata fino all'istituzione di uno stato palestinese"
Hamas non intende deporre le armi finché non sarà istituito uno Stato palestinese indipendente. La “resistenza armata", ha dichiarato la fazione militante palestinese in una nota, "non può essere abbandonata se non attraverso il pieno ripristino dei nostri diritti nazionali, primo fra tutti l'istituzione di uno Stato palestinese indipendente e pienamente sovrano con Gerusalemme come capitale”. I negoziati indiretti tra Hamas e Israele volti a garantire un cessate il fuoco di 60 giorni nella guerra di Gaza e un accordo per il rilascio degli ostaggi si sono conclusi la scorsa settimana in una situazione di stallo.
Tajani: "Sbloccati gli aiuti nel porto di Astol"
"Siamo riusciti a sbloccare, grazie al lavoro della nostra ambasciata a Tel Aviv, tutto il materiale che c'era nel porto di Astol che non era materiale alimentare. Sono alimenti per gli animali, sono tende che verranno portate a Gaza. In piu' lanceremo materiale alimentare con la nostra Aeronautica Militare come ha detto anche ministro Crosetto in collaborazione tra Esteri e Difesa e Protezione civile". Lo dice il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine degli Stati generali del Mezzogiorno di FI in corso a Villa San Giovanni. "Naturalmente faremo entrare altro materiale alimentare attraverso la Giordania, attraverso l'Egitto, per aiutare la popolazione civile. Su questo siamo mobilitati Abbiamo dato al programma alimentare mondiale 5 milioni di euro per l'acquisto di cibo per la popolazione civile di Gaza", aggiunge
Berlino: "Limitati i progressi in fornitura aiuti"
A seguito della recente visita del ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul nella regione, Berlino "prende atto dei limitati progressi iniziali nella fornitura di aiuti umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza, che tuttavia rimangono molto insufficienti per alleviare la situazione di emergenza", ha dichiarato il portavoce del governo Stefan Kornelius in una nota diffusa oggi. "Israele rimane obbligata a garantire la piena fornitura di aiuti", ha esortato Kornelius. In una riunione del gabinetto di sicurezza del governo tedesco tenutasi oggi, "le diverse opzioni note di pressione su Israele sono state discusse senza che sia stata presa una decisione", ha affermato la stessa fonte governativa. Tra queste opzioni c'è la sospensione parziale delle forniture di armi a Israele, che ha suscitato critiche in Germania.
Il direttore dell'ospedale al-Shifa: 7 morti di fame a Gaza in ultime 24 ore
Il direttore dell'ospedale al-Shifa di Gaza ha affermato che negli ospedali di Gaza sono stati registrati sette decessi, tra cui un bambino, dovuti a fame e malnutrizione nelle ultime 24 ore. Sale così a 169 il numero totale di palestinesi morti per malnutrizione e fame da quando è iniziato il conflitto, tra cui 93 bambini. EST NG01 ipz 021408 AGO 25
Witkoff a famiglie ostaggi: "Il piano è por fine a guerra"
L'inviato speciale Steve Witkoff ha dichiarato alle famiglie degli ostaggi a Tel Aviv che la maggioranza degli israeliani e dei cittadini di Gaza desidera la restituzione degli ostaggi detenuti da Hamas, come riportato dall'Hostages and Missing Families Forum in una dichiarazione in ebraico. "La maggioranza degli israeliani desidera che gli ostaggi tornino a casa, e la maggioranza della popolazione di Gaza desidera il ritorno degli ostaggi perché desidera la riabilitazione della Striscia", ha dichiarato alle famiglie in Piazza degli Ostaggi. "Non c'è vittoria senza riportare tutti a casa; tutti voi siete diventati parte della mia famiglia", ha aggiunto. "Il piano non è quello di espandere la guerra, ma di porvi fine", ha affermato, aggiungendo che i colloqui dovrebbero ora concentrarsi sulla fine della guerra e sul ritorno di tutti gli ostaggi, anziché su un accordo parziale. Secondo l'Hostages and Missing Families Forum, l'incontro è durato quasi tre ore
Witkoff incontra le famiglie degli ostaggi
L'inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente, Steve Witkoff, si è recato presso la Piazza degli ostaggi a Tel Aviv per un incontro con i rappresentanti delle famiglie degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. In piazza il Forum delle famiglie degli ostaggi ha allestito un recinto di filo spinato con le foto dei loro cari, come forma di protesta per richiamare l'attenzione sulla Striscia di Gaza. "I familiari staranno imprigionati al suo interno e urleranno il loro disperato appello, in quanto i loro cari stanno morendo in prigionia", ha riferito in precedenza il Forum in una nota. "Facciamo appello al governo israeliano e all'amministrazione statunitense: guardate i nostri cari - e noi - negli occhi. Il pericolo per le loro vite è tangibile e immediato. È giunto il momento di un accordo globale e di porre fine alla guerra. Basta ritardi. Basta abbandonare gli ostaggi. Fermate questo incubo e portateli fuori dai tunnel e a casa", si legge nella nota. Hamas, ad oggi, detiene ancora 50 ostaggi, 27 dei quali già morti secondo Israele. Nella giornata di ieri, Witkoff ha incontrato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, alla presenza dell'ambasciatore Usa in Israele, Mike Huckabee. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, parlando con i giornalisti, ha definito l'incontro "molto produttivo".
Liliana Segre: l'utilizzo del termine genocidio ha molto di vendicativo
"Se in Israele il problema è quello di arrestarsi sull'orlo dell'abisso, qui in Europa il problema è duplice: aiutare israeliani e palestinesi che in quell'abisso rischiano di sprofondare, ma al tempo stesso non far dilagare qui la barbarie culturale che un acritico arruolamento su uno o sull'altro dei due fronti più estremi sta producendo. Per questo mi sono sempre opposta e continuo ad oppormi a un uso del termine genocidio che non ha nulla di analitico, ma ha molto di vendicativo. È uno scrollarsi di dosso la responsabilità storica dell'Europa, inventando una sorta di contrappasso senza senso, un ribaltare sulle vittime del nazismo le colpe dell'Israele di oggi dipinto come nuovo nazismo''. Lo afferma, in una intervista al quotidiano "la Repubblica", la senatrice a vita, Liliana Segre, a proposito della denuncia dello scrittore israeliano David Grossman che usa il termine genocidio per la situazione a Gaza. ''Non faccio dichiarazioni da mesi perché mi sono chiusa nella mia amarezza smisurata per ciò che vedo nei telegiornali - prosegue Segre -. Però l'intervista a David Grossman mi spinge a fare alcune considerazioni. Al di là del titolo, le sue riflessioni sono pienamente condivisibili. Il suo è un caveat: 'Siamo abbastanza forti per resistere ai germi del genocidio?'".
Unicef: uccisi 18mila bambini a Gaza
"Sono appena tornato da una missione di cinque giorni in Israele, Gaza e Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. I segni della profonda sofferenza e della fame erano visibili sui volti delle famiglie e dei bambini. Dall'inizio della guerra, a Gaza sono stati uccisi oltre 18.000 bambini. Si tratta di una media di 28 bambini al giorno, l'equivalente di una classe scolastica, che non ci sono più. I bambini hanno perso i loro cari, sono affamati e spaventati e traumatizzati". Lo ha detto, in una nota, Ted Chaiban Vicedirettore generale Unicef. "Gaza ora rischia seriamente la carestia. Si tratta di una situazione che si è andata aggravando, ma ora abbiamo due indicatori che hanno superato la soglia della carestia. Una persona su tre a Gaza passa giorni senza cibo e l'indicatore di malnutrizione ha superato la soglia della carestia, con la malnutrizione acuta che ora supera il 16,5% [nella città di Gaza]. Oggi, oltre 320.000 bambini piccoli sono a rischio di malnutrizione acuta", ha aggiunto.
Unrwa: i lanci degli aiuti sono pericolosi, costosi e inefficienti
I lanci di aiuti umanitari aerei su Gaza sono "pericolosi, costosi e inefficienti", quindi urge far arrivare aiuti terrestri. Il monito è arrivato da Juliette Touma, responsabile della comunicazione dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (Unrwa). Ha avvertito che gli aiuti attualmente paracadutati da aerei militari a Gaza sono "pericolosi per i civili" presenti nell'enclave devastata dalla guerra. In un'intervista, rilanciata da Al Jazeera, Touma ha affermato che le Nazioni Unite devono poter svolgere il loro lavoro e che la soluzione "molto più semplice" per far arrivare i rifornimenti alimentari disperatamente necessari ai due milioni di abitanti di Gaza sarebbe che Israele aprisse i confini di Gaza e consentisse l'ingresso ai camion di aiuti. I commenti di Touma sono seguiti a quelli del direttore generale dell'Unrwa, Philippe Lazzarini, secondo cui i lanci di aiuti attualmente in corso sono "almeno 100 volte più costosi dei camion". "I camion trasportano il doppio degli aiuti degli aerei", ha affermato Lazzarini, sottolineando che l'Unrwa ha 6.000 camion carichi di aiuti pronti per entrare nell'enclave dove ora regna la carestia. "Se c'è la volontà politica di consentire i lanci aerei, che sono altamente costosi, insufficienti e inefficienti, dovrebbe esserci un'analoga volonta' politica di aprire i valichi stradali", ha scritto Lazzarini sui social media. "Mentre la popolazione di Gaza muore di fame, l'unico modo per rispondere alla carestia e' inondare Gaza di aiuti", ha aggiunto.
Almeno 21 palestinesi uccisi nella Striscia dall'alba
Ventun palestinesi sono stati uccisi stamani da fuoco israeliano nella Striscia di Gaza. Fra di loro 12 persone che cercavano di ottenere cibo e 3 donne. Lo scrive l'agenzia palestinese Wafa sul suo sito, citando fonti mediche
Altri 3 morti per fame a Gaza: 162 in totale
Altre tre persone, tra cui due bambini, sono morte per fame nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza. Lo rende noto l'emittente al-Jazeera citando fonti del ministero della Sanità che a sua volta viene informato dagli ospedali dell'enclave palestinese. Salgono così a 162 i palestinesi morti nella Striscia di Gaza per fame e malnutrizione
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