Gaza, strage durante la distribuzioni degli aiuti. L’Idf: un incidente. Hamas: «100 morti, trattative a rischio»

L'organo supremo delle Nazioni Unite si riunirà oggi alle 16:15, ora di New York, per discutere delle 112 persone uccise e 760 ferite in un attacco israeliano nel nord di Gaza. L'incontro si terrà su richiesta dell'Algeria e sarà a porte chiuse.

Il ministro della difesa Yoav Gallant ha visitato oggi il nord di Gaza e ha dichiarato che l'esercito è pronto a entrare nelle zone in cui ancora non ha operato, compresa Rafah. "Ci stiamo avvicinando a Hamas. Ci stiamo preparando ad agire a Rafah, così come nei campi centrali, per raggiungere la fase successiva [che] decideremo in base alle nostre priorità”, ha detto Gallant. 

Il ministro ha riferito che l'Idf sta utilizzando le informazioni reperite dai computer e archivi di Hamas per localizzare e distruggere i tunnel utilizzati dal gruppo terroristico negli scontri. "Il risultato è molto chiaro: [Hamas] si indebolisce ogni giorno che passa, noi diventiamo più forti. Andremo a stringere la corda intorno al collo di Hamas finché non lo elimineremo”, ha affermato. Ancora una volta, Gallant ha ribadito che la guerrà non finirà fino a che Hamas non verrà completamente smantellata e che le uniche concessioni che verranno fatte riguarderanno il rilascio degli ostaggi.

"Le tragiche morti a Gaza richiedono un cessate il fuoco immediato per facilitare maggiori aiuti umanitari, il rilascio degli ostaggi e la protezione dei civili", scrive il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X, chiedendo a Israele di accertare fatti e responsabilità.

Anche Giorgia Meloni si è espressa riguardo il tragico evento di questa mattina, ribadendo la necessità di individuare i responsabili dell'accaduto. "Le nuove e numerose vittime civili impongono di intensificare immediatamente gli sforzi sui negoziati in atto per creare le condizioni per un cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi", si legge in una nota della premier.

"So che lo farà", così ha risposto il presidente americano Joe Biden ai giornalisti quando gli è stato chiesto se l’attacco renderà più difficile il raggiungimento di un cessate il fuoco. Biden si mostra però ancora fiducioso sul raggiungimento di un possibile accordo. "La speranza è l'ultima a morire. Ho parlato al telefono con persone della regione... Probabilmente non entro lunedì, ma sono fiducioso", ha detto sempre ai giornalisti radunati davanti la Casa Bianca.

Riguardo quanto successo durante l'incidente che ha causato la morte di più di cento civili palestinesi, il presidente Usa ha detto di non avere ancora una risposta. "Lo stiamo verificando proprio adesso. Ci sono due versioni contrastanti di quello che è success", ha affermato.

Times of Israel riporta la notizia di un attacco terroristico avvenuto vicino all'insediamento di Eli, in Cisgiordania, nel quale due persone sono rimaste uccise. I medici, intervenuti sul posto, sono in cerca di potenziali altre vittime.

"Poco fa, un terrorista è arrivato in una stazione di servizio a Eli e ha aperto il fuoco. Il terrorista è stato neutralizzato. I soldati dell'Idf stanno bloccando le strade e inseguendo altri sospetti nell'area", comunica l'Idf in una nota.

In vista dell'inizio del mese sacro di Ramadan, Israele sta riesaminando le restrizioni per l'accesso alla moschea di al Aqsa, a Gerusalemme. Il ministro della Sicurezza Itamar Ben Gvir avevano annunciato la settimana scorsa che probabilmente sarebbe stata introdotta una quota per i musulmani residenti in Israele che avrebbero voluto prendere parte alle preghiere per la pace nella moschea sul Monte del Tempio. Tuttavia, il portavoce del governo Avi Hyman, ha confermato oggi che "la questione specifica della preghiera sul Monte del Tempio, ad al Aqsa, è attualmente ancora in discussione da parte del governo".

Un portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca ha detto che gli Stati Uniti stanno esaminando le notizie dei palestinesi uccisi in attesa di aiuti umanitari e ha definito l'episodio "un incidente grave". "Piangiamo la perdita di vite innocenti e riconosciamo la terribile situazione umanitaria a Gaza, dove palestinesi innocenti stanno solo cercando di nutrire le loro famiglie", ha detto il portavoce, aggiungendo che "ciò sottolinea l'importanza di espandere e sostenere il flusso di assistenza umanitaria a Gaza, anche attraverso un potenziale cessate il fuoco temporaneo".

Il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, a seguito dell'incidente che questa mattina ha causato la morte di oltre cento civili palestinesi, ha affermato che la fornitura di aiuti umanitari a Gaza mette in pericolo i soldati israeliani presenti nella zona e andrebbe interrotta. "Oggi è stato dimostrato che il trasferimento di aiuti umanitari a Gaza non solo è una follia mentre i nostri ostaggi sono tenuti nella Striscia… ma mette anche in pericolo i soldati dell’Idf", ha detto il ministro.

Secondo quanto dichiarato da Ben Gvir, Israele deve continuare a “fornire completo sostegno ai nostri eroici combattenti che operano a Gaza, che hanno agito in modo eccellente contro una folla di Gaza che ha cercato di far loro del male”.

Secondo le prime indagini svolte dall'Idf, solo dieci delle oltre cento vittime sarebbero state causate dagli spari delle truppe israeliane nella zona.

L'indagine israeliana riconduce le decine di morti e feriti alla ressa per guadagnarsi gli aiuti umanitari, creatasi attorno ai camion. In seguito alla ressa, riporta l'Idf, un piccolo gruppo di palestinesi si sarebbe avvicinato ai soldati israeliani della zona, con modalità che potevano "mettere in pericolo" le stesse truppe. Queste avrebbero quindi sparato prima dei colpi di avvertimento in aria e poi in direzione delle gambe degli assalitori, colpendo circa dieci palestinesi, rimasti uccisi.

Dopo l'attacco che stamattina ha provocato la morte di oltre cento palestinesi radunati attorno ai camion per ricevere aiuti umanitari, Hamas ha rilasciato una dichiarazione in cui avverte che potrebbe smettere di prendere parte ai negoziati. "I negoziati condotti dalla leadership del movimento non sono un processo aperto a scapito del sangue del nostro popolo", si legge nel comunicato, nel quale viene affermato che Israele sarebbe responsabile dell'eventuale fallimento dei colloqui.

"Uno spregevole massacro compiuto dall'esercito di occupazione israeliano". Così dall'ufficio del presidente Abu Mazen è stato definito la strage di questa mattina a Gaza nord. Un fatto - ha continuato l'ufficio, citato da media israeliani - "di cui la totale responsabilità ricade sul governo di occupazione".

L'esercito israeliano ha diffuso un video dall'alto su quanto stava avvenendo questa mattina a Gaza nord durante la distribuzione degli aiuti. "Il video mostra quante persone hanno circondato i camion e di conseguenza dozzine sono state uccise e ferite per aver spintonato, calpestato e sono state investite dai camion". L'esercito ha detto che continuerà l'assistenza nella trasferta degli aiuti umanitari. Un portavoce dell'Idf, Avi Hyman, definisce quanto accaduto "una tragedia". Secondo l'esercito israeliano "i camion sono stati assaltati dalla folla e gli autisti, civili di Gaza, li hanno accesi guidandoli contro le persone, travolgendoli e uccidendoli a decine". "È ovviamente una tragedia, ma non siamo ancora sicuri dei dettagli". Il Times of Israel riferisce che secondo le prime indagini dell'esercito, il fuoco dei soldati israeliani ha ucciso una decina di persone delle oltre cento vittime complessive. 

L'Egitto ha condannato l'attacco israeliano costato la vita a decine di palestinesi in fila per ricevere gli aiuti umanitari a sud di Gaza City. Lo riporta Al Jazeera, citando il ministero degli Esteri egiziano. "Condanniamo il disumano attacco israeliano contro civili palestinesi disarmati nella rotonda di Nabulsi, nel nord di Gaza", si legge nella nota. "Consideriamo il prendere di mira cittadini pacifici che si affrettano a ritirare la loro parte di aiuti un crimine vergognoso e una flagrante violazione del diritto internazionale".

"Sono scudi umani questi? Sono combattenti di Hamas?", così ha cominciato il suo discorso a Ginevra Ibrahim Khraishi, ambasciatore della Palestina, rivolgendosi all'omologo israeliano Meirav Eilon Shahar, dopo la notizia dell'attacco di questa mattina, che ha provocato più di cento vittime tra i palestinesi radunati per ricevere aiuti umanitari. "Centinaia di cittadini palestinesi aspettavano camion carichi di aiuti umanitari e sono stati bombardati dalla potenza occupante", ha detto Khraishi. "Io vi direi: mettiamo fine ai massacri".

Secondo i dati riportati dal ministero della Sanità di Gaza, il bilancio delle vittime uccise questa mattina dai militari israeliani mentre aspettavano di ricevere aiuti alimentari è salito a 104, con oltre 700 feriti. Secondo il ministero, viste la gravi condizioni di molti feriti, le vittime potrebbero aumentare nel corso delle prossime ore.

Israele si è appropriata di alcuni appezzamenti di terreno, che ammonterebbero a circa 650 acri, vicino all'insediamento di Maale Adumim, a est di Gerusalemme, nella Cisgiordania occupata.

L'Idf sta verificando le dinamiche che questa mattina hanno portato i militari israeliani ad aprire il fuoco sui civili radunati in attesa di ricevere gli aiuti umanitari a Gaza City. Secondo quanto ricostruito, mentre i beni alimentari venivano distribuiti, intorno ai camion sarebbe scoppiato un "raduno violento", durante il quale i palestinesi avrebbero saccheggiato le attrezzature. "Durante l'incidente, dozzine di abitanti di Gaza sono rimasti feriti a causa di spinte e calpestati", scrive l'Idf.

Una fonte militare, come riporta Times of Israel, afferma che in seguito a quest'incidente, una parte della folla avrebbe iniziato a spostarsi verso le truppe israeliane, presenti nell'area perché incaricate di coordinare l'ingresso dei camion carichi di aiuti umanitari, in un modo che poteva "mettere in pericolo" le stesse truppe, che hanno deciso di aprire il fuoco. La fonte ha sottolineato che l'episodio è ancora oggetto di indagine.

La marcia delle famiglie degli ostaggi dal Kibbutz Re'im, luogo del massacro del festival Supernova, a Gerusalemme ha concluso ieri il suo primo giorno. Dopo la cerimonia alla stazione di polizia di Sderot, i manifestanti hanno trascorso la notte a Kiryat Gat, per riprendere oggi verso Beit Gvurin. La processione dovrebbe poi proseguire verso Beit Shemesh, dove si terrà un'altra cerimonia. 

All'inizio del secondo giorno di marcia, Rubi Chen, padre del soldato rapito Itai Chen, si è rivolto alla folla sottolineando l'importanza di restare uniti davanti la tragedia del 7 ottobre. "Sappiamo che i soldati rappresentano il consenso dello Stato di Israele. Tra i soldati e gli ostaggi ci sono ebrei, ci sono beduini, ci sono haredim, ebrei religiosi e laici, c'è gente del nord e del sud”, ha affermato.

Il capo dei diritti umani delle Nazioni Uniti, Voler Türk, ha affermato che tutte le parti coinvolte nel conflitto a Gaza hanno commesso crimini di guerra e che è tempo di indagare affinché i responsabili possano essere ritenuti tali. "Chiare violazioni dei diritti umani internazionali e delle leggi umanitarie, compresi crimini di guerra e forse altri crimini ai sensi del diritto internazionale, sono state commesse da tutte le parti", ha detto Türk al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite . “È tempo per la pace, le indagini e la responsabilità”, ha aggiunto.

L'alto commissario Onu ha dichiarato che durante lo svolgimento di un rapporto per indagare la situazione dei diritti umani a Gaza, sono stati registrati "molti incidenti che potrebbero costituire crimini di guerra da parte delle forze israeliane", a partire da "bersagli indiscriminati o sproporzionati" che hanno causato la morte di migliaia di civili innocenti. Türk ha poi affermato che anche i gruppi armati palestinesi, con il lancio di proiettili indiscriminati nel sud di Israele e la detenzione di ostaggi, hanno violato il diritto umanitario internazionale.

Il commissario si è poi espresso riguardo la prospettiva di un incursione israeliana nella città di Rafah, sottolineando come tale offensiva comporterebbe la perdita di un numero esorbitante di vite umane e aumenterebbe il rischio di commettere crimini atroci sulla popolazione palestinese. "Da parte mia, non vedo come un'operazione del genere possa essere coerente con le misure provvisorie vincolanti emesse dall'ICJ", ha affermato.

Cnn riporta le dichiarazioni di diversi funzionari americani preoccupati per una possibile incursione di terra in Libano da parte delle forze militari israeliane, se gli sforzi diplomatici non riusciranno ad allontanare il gruppo terroristico Hezbollah dal confine settentrionale con Israele. "Stiamo operando nell'ipotesi di un'operazione militare israeliana nei prossimi mesi", riferisce uno dei funzionari dell'amministrazione di Biden, sottolineando che, anche se non necessariamente nelle prossime settimane, la possibilità di un'operazione militare in primavera "è una possibilità concreta".

L'ufficio stampa del governo di Gaza ha rilasciato una dichiarazione nella quale accusa la comunità internazionale e l'amministrazione del presidente americano Joe Biden di aver permesso l'uccisione di decine di civili palestinesi radunati in attesa di ricevere aiuti alimentari, necessari alla loro sopravvivenza. 

"Riteniamo l’amministrazione statunitense, la comunità internazionale, l’occupazione [israeliana] e le organizzazioni internazionali responsabili dell’uccisione di civili alla luce della loro fame a causa dell’occupazione", si legge nella dichiarazione. "Facciamo appello a tutti i paesi del mondo, a tutti i paesi arabi e islamici, alla Lega degli Stati arabi e all’Organizzazione per la cooperazione islamica, affinché intervengano immediatamente e con urgenza per esercitare pressioni sull’occupazione [israeliana] affinché fermi la guerra genocida contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza”, conclude.

Le forze armate israeliane hanno aperto il fuoco contro una folla di palestinesi in attesa di ricevere aiuti alimentari, uccidendo almeno 50 persone. L'attacco è avvenuto vicino a al-Rashid Street, a sud di Gaza City. I feriti, diverse centinaia, sono stati portati all'ospedale al Shifa, nel nord di Gaza. Secondo i funzionari dell'ospedale il numero di vittime e di feriti è destinato a salire.

“Siamo andati a prendere la farina. L’esercito israeliano ci ha sparato”, sono le parole di un testimone presente sul luogo dell'attacco, riportate da Al Jazeera.

Secondo la ong Action Aid  "la situazione è molto tragica. Non ci sono beni di prima necessità, né farina, né riso, né verdure, niente. Il problema principale è che è difficile spiegare ai bambini che non c'è cibo, né acqua da bere, niente... La gente ha finito di mangiare il foraggio per gli animali e ora hanno iniziato a mangiare gli animali stessi. Ieri ho sentito che alcune persone hanno macellato un cavallo e lo hanno mangiato. La gente non è in grado di fornire cibo alla propria famiglia. Le persone hanno iniziato a desiderare la morte. Ci sono bambini che sono morti di fame". Nello specifico è il nord della Striscia a subire di più la crisi umanitaria

Lo scorso 29 ottobre, il ministero dell’Energia e Infrastrutture israeliano ha aggiudicato ad Eni e ad altre cinque compagnie energetiche una licenza di esplorazione nella cosiddetta “zona G”, un’area apparentemente ricca di gas al largo delle coste palestinesi e israeliane. Continua a leggere l'articolo di Marco Longobardo e Federica Violi

Due membri appartenenti a milizie filoiraniane sono stati uccisi, mentre altri sei sono rimasti feriti negli attacchi sferrati la notte scorsa dall'esercito israeliano sulla periferia della capitale siriana Damasco. 

Secondo quanto riporta il Jerusalem Post, almeno 25 persone sono state uccise in un attacco delle forze armate israeliane nel campo di Nuseirat, nel centro di Gaza.

 Almeno due persone sono state uccise e altre 14 sono rimaste ferite a seguito degli attacchi aerei israeliani nel sud del Libano della serata di ieri. Lo riferisce l'agenzia statale libanese NNA. Gli attacchi aerei hanno colpito le città di Kafra e Seddiqine, situate vicino al confine con Israele.

Vista la difficoltà di consegnare aiuti umanitari via terra nella Striscia di Gaza, l'amministrazione di Joe Biden starebbe valutando la possibilità di inviare aiuti aerei. Nei giorni scorsi operazioni simili erano state condotte dalla Giordania. A riferire la notizia è il portale Axios citando funzionari governativi americani. "La situazione è davvero brutta. Non siamo in grado di far arrivare abbastanza aiuti via camion, quindi abbiamo bisogno di misure disperate come i lanci aerei", ha affermato un funzionario. Anche il Canada starebbe pensando a soluzioni simili