Gli Stati Uniti hanno imposto il veto alla bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco immediato a Gaza. Nonostante il sostegno unanime di 14 membri, Washington, ancora una volta, ha deciso di difendere il suo alleato. L’Autorità nazionale palestinese ha espresso «profondo rammarico e stupore», mentre la Cina ha criticato duramente la scelta degli Usa. 

Intanto nella Striscia proseguono i bombardamenti e dopo 35 ore di blackout è stata ripristinata la rete. Il premier Benjamin Netanyahu ha accusato la Giordania dell’attentato avvenuto al valico di Allenby dove sono stati uccisi due soldati israeliani. L’Autorità portuale israeliana ha intanto dichiarato chiuso il valico fino a nuovo ordine.

In Germania, invece, non è ancora stata presa una decisione riguardo all’introduzione di sanzioni europee nei confronti di Israele. Il nodo si scioglierà la prossima settimana.

PUNTI CHIAVE

16:24

Abu Mazen parlerà all'Assemblea Onu in videoconferenza

12:37

Idf: «Colpiremo Gaza City con una forza senza precedenti»

19:03

Cardinale Zuppi: «È arrivato il momento di fermarsi»

«A Gaza bisogna fermarsi: è quello che abbiamo detto con il presidente della Comunità ebraica di Bologna e con il presidente nazionale della Comunità ebraica. Bisogna evitare che l'odio cresca». Così ai microfoni della Rai il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi.  Alla domanda se sia in corso un genocidio, Zuppi ha ricordato che «ne stanno discutendo i giuristi e la commissione indipendente dell'Onu». Ha poi aggiunto che «occorre innanzitutto fermarsi, perché ogni giorno vuole dire morti e distruzione, il che significa sofferenze terribili per le 450mila persone che vanno via: qualcosa che facciamo fatica a comprendere. Queste sofferenze, a partire da quelle dei più piccoli, chiedono a tutti di fermarsi». 

18:08

Cardinale Pizzaballa: «Le bombe sono sempre più vicine alla parrocchia»

«I combattimenti si stanno avvicinando anche alla nostra zona. Noi siamo proprio nel cuore della città vecchia, i bombardamenti ci sono, la distruzione pure, Internet va e viene, le comunicazioni sono molto problematiche e sono importantissime perché sono l'unico appiglio per il mondo, cibo scarseggia, insomma, la situazione resta molto difficile». Sono le parole del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, raccontando la situazione nella parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza. «Ci sono malati che non possono partire, quindi si resta con loro. L'ordine di sgomberare è arrivato a tutto il quartiere. Solo una decina sono partiti, gli altri hanno deciso di restare, noi li sosterremo. Il pericolo è reale, non abbiamo nessuna garanzia, non ci è stato detto assolutamente nulla. Le bombe sono molto potenti, le esplosioni hanno una forza enorme. Al nord di Gaza c'è un problema senz'altro un problema di malnutrizione, al sud molto meno», conclude il cardinale.

17:29

La Russa: «Se Hamas avesse restituito gli ostaggi, Israele non avrebbe avuto alibi»

«Non possiamo sottovalutare i presupposti di ciò che sta succedendo a Gaza» ovvero «quando terroristi armati sono sbucati da sottoterra uccidendo e sequestrando cittadini innocenti. Però sarebbe bastato che Hamas avesse restituito gli ostaggi, i vivi e i morti, e Israele non avrebbe avuto più alibi per continuare la guerra». Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa intervenendo a un evento a Portofino.

16:24

Abu Mazen parlerà all'Assemblea Onu in videoconferenza

Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen potrà parlare alla settimana di alto livello dell'Assemblea generale Onu in videoconferenza. Lo ha deciso l'Assemblea dopo che l'amministrazione di Donald Trump gli ha negato il visto per arrivare a New York.

16:01

9mila israeliani firmano per riconoscere la Palestina

Quasi 9mila israeliani hanno firmato una petizione a sostegno della richiesta di riconoscimento dello stato palestinese in vista del prossimo vertice co-presieduto da Arabia Saudita e Francia il 22 settembre a New York, in cui è atteso il riconoscimento formale da parte di Gran Bretagna, Francia, Canada, Australia e Belgio. Lo riferisce Times of Israel, riportando l'iniziativa intitolata No alla guerra, sì al riconoscimento! organizzata da un movimento israeliano composto da ebrei e arabi che lavorano insieme per la democrazia e l'uguaglianza. «Siamo cittadini di Israele che si oppongono al proseguimento della guerra a Gaza e crediamo nella pace. Invitiamo le nazioni del mondo a riconoscere la Palestina durante l'Assemblea generale delle Nazioni Unite».

15:15

Ministero Salute Gaza: «33 palestinesi uccisi oggi, 4 morti per fame»

Negli attacchi israeliani di oggi a Gaza sono morti almeno 33 palestinesi e ci sono stati 146 feriti. Lo riferisce il ministero della Salute della Striscia gestito da Hamas, aggiungendo di aver registrato anche quattro decessi dovuti a malnutrizione nelle ultime 24 ore, tra cui un minorenne.

12:37

Idf: «Colpiremo Gaza City con una forza senza precedenti»

L'Idf ha dichiarato che l'offensiva a Gaza City continuerà con «una forza senza precedenti». «Le forze israeliane continueranno le loro operazioni con una forza senza precedenti contro Hamas e altre organizzazioni terroristiche», ha scritto il portavoce delle forze di difesa israeliane, Avichay Adraee, su X.

11:15

Haaretz: «Israele chiude due valichi con la Giordania»

Israele ha chiuso l'unica via di accesso tra la Cisgiordania e la Giordania, il giorno dopo che un autista che trasportava aiuti umanitari dalla Giordania a Gaza ha aperto il fuoco e ucciso due militari israeliani. Lo riporta Haaretz. L'Autorità aeroportuale israeliana, che gestisce il ponte di Allenby, ha annunciato che rimarrà chiuso fino a nuovo avviso. Anche i due valichi tra Israele e la Giordania sono stati interessati: il valico del fiume Giordano a nord è stato chiuso, mentre il valico di Rabin a sud è rimasto aperto solo per i lavoratori.

10:54

Flotilla: partono 42 barche da Portopalo, nel siracusano

«Siamo partiti, stavolta non ci fermiamo più». Così Maria Elena Delia, portavoce della Global sumud flotilla, ufficializza la partenza di 42 barche dalla rada di Portopalo di Capo Passero, nel Siracusano. L'obiettivo è Gaza per portare aiuti umanitari, assieme ad altre sei navi salpate dalla Grecia.

10:39

Israele continua con le bombe nel sud del Libano, l'Onu condanna

L'Onu ha condannato la serie di attacchi israeliani nel sud del Libano, definendoli violazioni della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza. Nelle ultime ore infatti l'aviazione israeliana ha intensificato i suoi raid aerei nonostante l'accordo del cessate il fuoco raggiunto lo scorso novembre. «Tali azioni mettono a rischio la fragile stabilità raggiunta lo scorso novembre e minano la fiducia dei civili nella possibilità di una soluzione pacifica del conflitto», si legge nel comunicato di Unifil, la missione militare Onu schierata nell'area. «Gli attacchi hanno costretto i caschi blu di due postazioni a rifugiarsi nei bunker, mettendo in pericolo la vita di soldati libanesi, caschi blu e civili», si legge ancora. In questo senso, «le Nazioni Unite chiedono alle Forze di Difesa Israeliane (Idf) di astenersi da ulteriori attacchi e di ritirarsi completamente dal territorio libanese».

10:33

Idf: «480mila palestinesi fuggiti da Gaza city»

Secondo le ultime stime dell'Idf, circa 480mila palestinesi sono fuggiti da Gaza city, dirigendosi verso il sud della Striscia. Si stima che circa un milione di palestinesi risiedessero a Gaza City prima che l'Idf lanciasse l'offensiva contro Hamas nella zona

09:50

Dopo 35 ore di Blackout è stata ripristinata la rete a Gaza

I servizi internet e di telefonia fissa sono stati ripristinati a Gaza City e nel nord della Striscia di Gaza dopo un blackout di circa 35 ore. Lo ha riferito oggi l'osservatorio di controllo della connettività, NetBlocks, dopo che la Palestinian Telecommunications Company (Paltel) ha fatto sapere di essere riuscita a riparare i danni causati dai raid israeliani. "I dati mostrano che la connettività internet è stata ripristinata nel nord di Gaza, dopo un blackout delle telecomunicazioni durato circa 35 ore, a seguito delle riparazioni sul campo", ha confermato NetBlocks, sottolineando che "il servizio complessivo rimane ben al di sotto dei livelli prebellici". 

09:30

Anp, rammarico e stupore per veto Usa a risoluzione Onu su cessate il fuoco

La presidenza dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha espresso "profondo rammarico e stupore per il veto degli Stati Uniti alla bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco immediato a Gaza, nonostante il sostegno unanime degli altri 14 membri del Consiglio". Lo ha detto il portavoce presidenziale Nabil Abu Rudeineh, sottolineando che "gli Stati Uniti hanno scelto di bloccare la risoluzione utilizzando il loro diritto di veto, ciò invia un segnale pericoloso".

09:11

La Cina ha criticato duramente gli Usa per il loro veto in sede Onu

La Cina ha criticato duramente gli Stati Uniti per aver bloccato una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco immediato a Gaza e il rilascio immediato degli ostaggi. In un filmato diffuso sul social media cinese Weibo, il rappresentante permanente di Pechino all'Onu, Fu Cong, ha accusato Washington di "aver abusato ancora una volta del suo potere di veto". "Il Consiglio di Sicurezza ha compiuto ripetuti sforzi, solo per essere ripetutamente bloccato con la forza dagli Stati Uniti. Quanto ancora dobbiamo aspettare prima che il Consiglio di Sicurezza possa adempiere alle sue responsabilita'?", ha detto il diplomatico. La delegazione Usa, affermando che il linguaggio della risoluzione non condanna in maniera sufficiente le azioni di Hamas, e' stata l'unica ad esprimersi contro il testo, sostenuto dagli altri 14 membri dell'organismo. La risoluzione, che definisce "catastrofica" la situazione a Gaza, avrebbe anche chiesto a Israele di mettere fine a tutte le restrizioni imposte alla consegna degli aiuti umanitari alla popolazione civile palestinese. Quello di ieri, 18 settembre, e' il sesto veto posto dagli Stati Uniti su una risoluzione relativa alla Striscia di Gaza dal 2023.

08:38

​​​​​​Israele ha chiuso il valico di Allenby tra Cisgiordania e Giordania

L'Autorità aeroportuale israeliana dichiara chiuso fino a nuovo avviso il valico di Allenby tra la Cisgiordania e la Giordania, in seguito all'attacco di ieri in cui sono rimasti uccisi due soldati israeliani. Lo riporta il Times of Israel. L'autore dell'attacco con sparatoria e accoltellamento era un giordano alla guida di un camion di aiuti umanitari diretto dalla Giordania alla Striscia di Gaza. Anche il valico settentrionale del fiume Giordano è stato chiuso fino a nuovo avviso. Il valico di Rabin tra Israele e Giordania, vicino a Eilat, è aperto solo ai lavoratori, mentre il valico di Taba con l'Egitto è regolarmente operativo, secondo quanto riferito dalle autorità israeliane.

 

08:14

Wafa: almeno quattro morti a Gaza tra cui due bambini

Almeno quattro persone, tra cui due bambini, sono state uccise in attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza dall'alba. "Due bambini sono stati uccisi in un attacco israeliano contro una tenda che ospitava rifugiati a ovest di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale", ha riportato l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti mediche. Secondo la stessa fonte, un palestinese è stato ucciso in un attacco aereo vicino a una moschea a Deir El Balah, che ha anche ferito diverse persone. Inoltre, "una persona è stata uccisa e altre sono rimaste ferite quando un drone ha bombardato l'area vicino ad Abu Sarar, a ovest del campo profughi di Nuseirat", ha aggiunto Wafa.

08:06

Un gruppo di senatori democratici chiede di riconoscere lo stato della Palestina

Un gruppo di senatori del Partito democratico Usa ha presentato ieri una risoluzione non vincolante che sollecita Washington a riconoscere l'esistenza di uno Stato palestinese smilitarizzato accanto a Israele. Il testo, firmato dal senatore Jeff Merkley (Oregon) e co-sponsorizzato da altri otto colleghi tra cui il senatore socialista Bernie Sanders, chiede anche un cessate il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi e un incremento degli aiuti umanitari a Gaza. La misura, la prima del genere al Senato, non sembra avere alcuna possibilità concreta di approvazione da parte del Senato a guida repubblicana. Arriva però in un momento di crescente pressione internazionale su Israele, con Canada, Regno Unito, Francia, Australia e altri Paesi che hanno espresso l'intenzione di riconoscere lo Stato palestinese in occasione della prossima assemblea generale dell'Onu

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