Anche dopo la strage dei giornalisti, l’esercito israeliano continua a effettuare raid sulla Striscia nelle prime ore del mattino: sono almeno 54 i morti dall’alba
Benjamin Netanyahu ha parlato di un errore e ha annunciato un’indagine sul doppio bombardamento (il secondo trasmesso in diretta) con cui l’Idf ha colpito l’ospedale Nasser a Gaza.
Nel frattempo, continuano gli attacchi sulla Striscia: nelle ultime 24 ore sono morte almeno 75 persone.
In Israele, le persone continuano a manifestare per chiedere al governo di Tel Aviv di fermare i combattimenti e negoziare il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.
Intanto, sono arrivate dichiarazioni da Bruxelles riguardo l’uccisione dei giornalisti di Gaza: il portavoce della Commissione Ue, Anouar El Anouni, ha definito l’accaduto «del tutto inaccettabile», ribadendo «la richiesta a Israele di rispettare il diritto internazionale umanitario».
PUNTI CHIAVE
18:09
Attacco all'ospedale Nasser, l'esercito israeliano afferma di aver preso di mira la "telecamera di Hamas"
14:15
Ue, «inaccettabile l’uccisione dei giornalisti a Gaza»
Attacco all'ospedale Nasser, l'esercito israeliano afferma di aver preso di mira la "telecamera di Hamas"
L'esercito israeliano ha rivendicato l'attacco di questa settimana all'ospedale di Gaza meridionale, in cui è stata presa di mira una telecamera posizionata nella zona da Hamas per sorvegliare le truppe israeliane.
"Alla luce di ciò, la forza è intervenuta per distruggere la telecamera", ha affermato l'esercito. L'attacco in cui sono morte almeno 21 persone, tra cui cinque giornalisti, è stato un cosiddetto "doppio colpo", in cui le forze israeliane hanno bombardato la struttura e poi hanno atteso l'arrivo dei soccorritori e dei giornalisti sul posto prima di bombardare una seconda volta.
Attacco a Gaza city, altri due morti
Un attacco israeliano ha colpito un affollato mercato a est di Gaza City, provocando la morte di due persone. Il numero di feriti è ancora da verificare. È quanto riportano fonti mediche ad Al Jazeera.
Merz: "Il paese non si unirà alle altre nazioni occidentali nel riconoscere lo stato palestinese". Primo ministro danese: “Non escludiamo il riconoscimento"
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha affermato che il Paese non si unirà ad altre nazioni occidentali nel riconoscere lo stato palestinese all'Assemblea generale delle Nazioni Unite che si terrà a New York a settembre.
Il presidente stava parlando in una conferenza stampa congiunta con il primo ministro canadese Mark Carney, il quale il mese scorso aveva dichiarato che il Canada intendeva riconoscere lo stato di Palestina all'Assemblea generale, dopo annunci simili da parte di Francia e Gran Bretagna. Lo riferisce Reuters.
Al contrario, il primo ministro danese Mette Frederiksen ha dichiarato: "Non stiamo dicendo di no al riconoscimento della Palestina come stato. Siamo a favore. Lo siamo da molto tempo. È quello che vogliamo. Ma ovviamente dobbiamo essere sicuri che sarà uno stato democratico", ha aggiunto il ministro parlando ai giornalisti.
L'appello di 209 ex diplomatici Ue per un'azione urgente sulla guerra a Gaza
Duecentonove ex ambasciatori dell'Unione europea e alti funzionari diplomatici hanno firmato una lettera pubblica in cui chiedono un'azione urgente in merito alla guerra in corso a Gaza e alle azioni illegali in Cisgiordania. Lo riferisce il Guardian. "Se l'UE non agirà collettivamente, gli Stati membri dovranno adottare misure individualmente o in gruppi più piccoli per sostenere i diritti umani e far rispettare il diritto internazionale", si legge nella lettera.
Tra i firmatari figurano 110 ex ambasciatori, 25 ex direttori generali e due dei diplomatici più importanti dell'Ue: Alain Le Roy, l'ex segretario generale del Servizio europeo per gli affari esteri, e Carlo Trojan, ex segretario generale della Commissione europea. Nella lettera vengono delineati nove possibili approcci, tra cui la sospensione delle licenze di esportazione di armi e il divieto di commercio di beni e servizi con insediamenti illegali.
Ue, «inaccettabile l’uccisione dei giornalisti a Gaza»
L’Unione europea ha condannato con fermezza l’uccisione di cinque giornalisti, quattro operatori sanitari e diversi civili avvenuta ieri a Gaza. «È del tutto inaccettabile – ha dichiarato il portavoce della Commissione Anouar El Anouni – civili e giornalisti devono essere protetti dalle leggi internazionali». Bruxelles ha ribadito la richiesta a Israele di rispettare il diritto internazionale umanitario e di garantire indagini sugli attacchi, prendendo atto dell’impegno annunciato dalle autorità israeliane a condurre «un’inchiesta approfondita».
Aumenta il bilancio delle vittime a Gaza
Secondo quanto riferito dal ministero della Salute palestinese, almeno 75 palestinesi, tra cui 17 richiedenti aiuti, sono stati uccisi e altri 370 sono rimasti feriti negli attacchi israeliani a Gaza nelle ultime 24 ore.
Questi ultimi attacchi portano il bilancio totale delle vittime dal 7 ottobre 2023 a 62.819, contando 158.629 feriti.
I familiari degli ostaggi: "Netanyahu sabota l'accordo per il rilascio"
Il governo israeliano di Benjamin Netanyahu è il grande ostacolo alla liberazione degli ostaggi israeliani ancora in mano ad Hamas. Per i familiari, l'esecutivo Netanyahu sta di nuovo deliberatamente cercando di "sabotare" l'accordo per la fine della guerra a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Lo dice, per esempio, Itzik Horn, padre di Iair ed Eitan, il primo liberato mentre il secondo ancora prigioniero di Hamas a Gaza. Horn accusa l'esecutivo di "abbandonare i suoi cittadini", e sottolinea come "l'avanzamento di un piano per occupare Gaza mentre c'è un accordo sul tavolo è una pugnalata al cuore delle famiglie e dell'intera nazione".
Sulla stessa linea Yehuda Cohen, padre del soldato Nimrod, "il popolo di Israele si sta mobilitando per gli ostaggi, il popolo di Israele è con noi e anche i sondaggi lo dimostrano. Oltre l'80 per cento vuole la fine della guerra e un accordo per la liberazione dei rapiti. L'intero popolo israeliano vuole la fine di questo incubo".
Nei raid sulla Striscia almeno 20 morti, anche bambini
Attacchi israeliani sono proseguiti questa mattina in diverse aree di Gaza, causando finora almeno 20 morti. Lo riferiscono fonti mediche citate da al Jazeera. Tra le vittime più recenti ci sono sette persone uccise in un'abitazione a Gaza City e sei persone - tra cui bambini - rimaste uccise in una tenda nei pressi di Khan Yunis, riferiscono le fonti.
Ap e Reuters chiedono spiegazioni sui giornalisti uccisi
Le agenzie di stampa internazionali Reuters e Associated Press hanno inviato una lettera congiunta alle autorità israeliane per chiedere spiegazioni sull'attacco aereo. "Siamo indignati che tra le vittime di questo attacco contro l'ospedale, un luogo protetto dal diritto internazionale, vi siano giornalisti indipendenti", si legge. Reuters e Ap esprimono poi scetticismo sulla disponibilità delle Forze di difesa israeliane (Idf) a indagare su sé stesse in episodi passati e hanno ribadito la richiesta di assunzione di responsabilità.
Protesta per ostaggi Gaza, bloccata l'autostrada a Tel Aviv
Con il blocco del traffico in direzione sud sull'autostrada Ayalon di Tel Aviv, è iniziata una giornata di intense proteste in tutta Israele a sostegno di un accordo per il recupero degli ostaggi e la fine dei combattimenti a Gaza. Per tutta la giornata sono previste manifestazioni a Tel Aviv e dalle 14 si terranno marce in tutto il paese. La giornata culminerà in serata con una grande marcia dalla stazione ferroviaria Savidor di Tel Aviv a Piazza degli Ostaggi, dove avrà luogo la protesta finale.
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