In un raid israeliano nel sud del Libano sono state uccise tre persone tra cui un comandante di Hezbollah. Nel fine settimana è aumentato esponenzialmente il rischio di un allargamento del conflitto con il Libano e l’Iran dopo le tensioni della scorsa settimana. L’Australia ha nominato un ex capo militare per trovare i responsabili dell’attacco israeliano in cui sono stati uccisi i 7 operatori umanitari dell’organizzazione Wck. Intanto sale la tensione nel governo di Netanyahu, con il ministro della Sicurezza nazionale e tra gli esponenti più radicali, Itamar Ben Gvir, che lancia un ultimatum al premier: «Se decide di porre fine alla guerra senza un attacco esteso a Rafah, non avrà il mandato per continuare a servire come primo ministro»

PUNTI CHIAVE

18:56

Netanyahu: «Per l'ingresso a Rafah c'è una data»

09:46

La delegazione di Hamas lascia il Cairo 

08:16

Israele pronto all'attacco in Libano

18:56

Netanyahu: «Per l'ingresso a Rafah c'è una data»

La vittoria su Hamas «richiede l'ingresso a Rafah e l'eliminazione dei battaglioni terroristici presenti lì. Accadrà, c'è una data». Lo ha affermato il premier israeliano Benyamin Netanyahu, aggiungendo di aver ricevuto «un rapporto dettagliato sui colloqui al Cairo. stiamo lavorando continuamente per raggiungere i nostri obiettivi, in primo luogo il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la vittoria completa su Hamas». Nelle ultime settimane la comunità internazionale, a partire dal presidente Usa Joe Biden, ha fatto pressioni sul governo israeliano affinché si astenga dall'operazione di terra a Rafah, dove sono sfollati la maggior parte dei civili di Gaza. In mattinata, invece, l'esponente di estrema destra e ministro della Sicurezza nazionale, Ben Gvir, ha lanciato un ultimatum al premier, minacciandolo di sfiduciarlo nel caso in cui non avesse deciso di entrare a Rafah.

15:58

Khamenei esclude l'invio di volontari iraniani a Gaza

Il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha escluso l’invio di volontari iraniani nella Striscia di Gaza: «State certi che se fosse stato possibile mandare giovani in Palestina, sarebbe stato fatto prima che voi lo avreste detto», ha affermato, confermando che Teheran vuole evitare un coinvolgimento diretto nella guerra in corso.

14:56

Per il ministro della Difesa israeliano è un «momento opportuno» per il rilascio degli ostaggi

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant si è espresso sui negoziati in corso al Cairo, definendo «opportuno» il momento per ottenere il rilascio degli ostaggi: «Le condizioni operative che l'esercito ha creato stanno esercitando una pressione militare incessante su Hamas che ci consente flessibilità, libertà di azione e anche di prendere decisioni difficili per riavere gli ostaggi», ha sollineato Gallant. «Secondo me siamo a un punto opportuno, ma c'è un'altra parte che deve essere d'accordo», ha concluso. E ha ribadito: «Il governo ha l’obbligo di riportarli a casa».

12:06

Occupato il rettorato della Federico II: «Stop accordi con Israele»

Il rettorato della sede centrale dell’università Federico II di Napoli è stato occupato dalla Rete studentesca per la Palestina, in segno di protesta per il bando di collaborazione scientifica con Israele. segno di protesta per il bando di collaborazione scientifica con Israele. «Abbiamo deciso di porre in essere un’azione forte occupando gli uffici del rettorato come è già avvenuto a Roma, a Torino, a Bologna. Siamo stanchi di attraversare i nostri atenei mentre vengono raccontate bugie su bugie, mentre i luoghi del sapere vengono militarizzati da una parte - sdoganando un linguaggio bellico più che preoccupante - e depoliticizzati», si legge in una nota.

Reazione della Rete Studentesca per la Palestina agli accordi accademici con Israele

 

10:58

«Netanyahu non sarà più premier senza azione a Rafah», dice Ben Gvir

Il ministro della sicurezza nazionale e tra gli esponenti più radicali del governo israeliano, Itamar Ben Gvir, si è espresso sulle prossime fasi della guerra a Gaza. E lancia un ultimatum al premier Benjamin Netanyahu: «Se Netanyahu decide di porre fine alla guerra senza un attacco esteso a Rafah per sconfiggere Hamas, non avrà il mandato per continuare a servire come primo ministro». Prima di Ben Gvir l’altro esponente del governo di destra radicale di Sionismo religioso, e responsabile delle finanze, Bezalel Smotrich, secondo i media, ha convocato il suo partito per valutare la situazione dopo l’annuncio dell’esercito del ritiro da Khan Yunis, nel sud di Gaza.

09:46

La delegazione di Hamas lascia il Cairo 

La delegazione di negoziatori di Hamas ha lasciato il Cairo dove da ieri erano in corso nuovi colloqui per raggiungere un cessate il fuoco con Israele. Secondo quanto dichiarato da una fonte di alto rango di Hamas ad Al Jazeera, non è stato fatto alcun progresso nei colloqui. Secondo la stessa fonte, la delegazione israeliana non ha risposto alle richieste di Hamas, che includono: un cessate il fuoco permanente a Gaza, il ritorno dei palestinesi alle proprie case nel nord della Striscia e il ritiro completo delle forze israeliane.

08:16

Israele pronto all'attacco in Libano

"Durante gli ultimi giorni è stata completata un'altra fase dei preparativi di guerra del Comando settentrionale, che riguardava l'aumento della capacità dei depositi operativi di emergenza per il reclutamento su larga scala delle forze Idf quando necessario (...) e il loro arrivo sul fronte in breve tempo con tutto l'equipaggiamento necessario al combattimento". È quanto si legge in un comunicato stampa pubblicato dalle forze armate israeliane che annuncia il passaggio da una fase di "difesa all'attacco" nell'area del confine con il Libano, dove dal 7 ottobre scorso non sono mai cessati i bombardamenti da entrambe le parti.

08:06

Ucciso un comandante di Hezbollah in Libano

Tre persone sono state uccise, tra cui un comandante sul campo delle forze Radwan del movimento sciita Hezbollah, in un attacco israeliano contro il villaggio di Al Sultanya, nel sud del Libano: lo hanno riferito a Reuters, questa mattina, due fonti della sicurezza locale.

08:00

Lo stallo nelle trattative

Dopo l'annuncio del fine settimana riguardante il parziale ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza, in molti pensavano che si riuscisse ad arrivare a una tregua temporanea per il cessate il fuoco. Per tutta la serata di domenica 7 aprile sono continuati i colloqui al Cairo tra Hamas e il capo dei servizi segreti egiziani Abbas Kamel, ma l'ottimismo filtrato dalla stampa egiziana è stato ridimensionato questa mattina. Fonti israeliane hanno infatti ridimensionato la possibilità di un accordo imminente su Gaza nelle trattative indirette tra le parti in corso al Cairo, come avevano lasciato intendere alcune informazioni trapelate sui media. "Ancora non vediamo una intesa all'orizzonte", hanno detto. "La distanza tra le parti è ancora grade e ad ora non c'è stato nulla di rilevante".

07:56

L'Australia nomina un ex capo militare per indagare sull'uccisione degli operatori Wck

L'Australia ha nominato un ex capo militare per indagare con Israele sulla morte nella Striscia di Gaza di sette operatori umanitari, tra cui un australiano, in modo che tutti i responsabili degli attacchi siano "chiamati a rispondere". Gli operatori sono stati uccisi lo scorso 1° aprile in un raid aereo dell'esercito israeliano mentre stavano consegnando aiuti umanitari alla popolazione ridotta alla fame. Al momento Tel Aviv ha annunciato che al termine di un'indagine interna ha rimosso due alti ufficiali del suo esercito, coinvolti in quello che è stato definito come un "incidente". Sabato la ministra degli Esteri australiana Penny Wong ha definito "insufficienti" le informazioni fornite da Israele sull'attacco.

© Riproduzione riservata