Il popolo georgiano, sceso in piazza contro una proposta di legge che avrebbe eroso la libertà dei media, ha vinto. Dopo due giorni di accese proteste popolari contro la legge sugli «agenti stranieri», la coalizione ha deciso di ritirare la bozza di legge, che era stata approvata in prima lettura.

«La macchina del fango»

La maggioranza parlamentare, pur ritirando la proposta di legge poiché «altamente divisiva», mantiene la propria posizione in merito. Infatti, ha accusato la «macchina del fango», i media che avrebbe voluto colpire, di aver presentato la proposta di legge sotto una luce esclusivamente negativa, «ingannando» il pubblico. 

Nella stessa dichiarazione congiunta, Sogno georgiano e Potere del popolo hanno definito «falsa» l’etichetta di «legge russa» attribuita alla proposta, addossando ai media domestici ed europei la colpa di aver fatto leva sulla situazione internazionale per influenzare l’elettorato georgiano. 

Ringraziando gli «eroici» uomini delle forze dell’ordine per aver respinto con idranti e proiettili di gomma le proteste, in gran parte pacifiche, della cittadinanza filoeuropea, la maggioranza ha accusato le «forze radicali» di aver traviato i giovani coinvolgendoli in attività illegali. 

Richiamandosi alla propria integrità e al patriottismo, la coalizione ha detto che inizierà una campagna di informazione pubblica sulla legge per spiegare come questa possa far avanzare la Georgia nel suo cammino europeo.

Europa e Zelensky

Eppure, proprio Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea, aveva messo in guardia il legislativo, ritenendo l’adozione della legge un ostacolo all’integrazione georgiana poiché lesiva della libertà di stampa. 

Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso il proprio supporto all’«amica Georgia», paese recentemente candidato, come l’Ucraina, all’adesione. Zelensky ha ringraziato tutti i manifestanti, in particolare coloro che, accanto alla bandiera georgiana e a quella europea, hanno sventolato quella ucraina, ormai simbolo della resistenza contro la limitazione delle libertà.

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