Due sconfitte su due. Il bilancio delle elezioni regionali che si sono svolte ieri in Assia e Baviera è ingeneroso per i partiti della maggioranza semaforo: se possibile, però, c'è un risultato ancora più preoccupante, quello di AfD. Il partito di estrema destra è arrivato al secondo posto in Assia e terzo in Baviera. Il risultato era previsto dai sondaggi, ma soprattutto in Baviera si configurava un testa a testa con Verdi che alla fine hanno spuntato gli estremisti. 

In entrambi i Land sono stati confermati i governatori uscenti: della vittoria del conservatore Markus Söder della Csu in Baviera – padre padrone del partito regionale che da sempre governa a Monaco – non dubitava nessuno. Più pesante per i partiti di maggioranza la sconfitta in Assia, dove il cancelliere Olaf Scholz aveva schierato come candidata la sua ministra dell’Interno Nancy Faeser, staccata dalla Cdu di quasi venti punti. 

AfD vola, conquistando il 20 per cento dei consensi in Assia e il 14,6 per cento in Baviera. Un risultato allarmante, che dimostra come il voto di protesta ormai non è più soltanto una minaccia che emerge dai sondaggi ma una scelta che gli elettori sono disposti a confermare anche nelle urne. E, soprattutto, che il partito di estrema destra gode ormai di un consenso stabile anche nei Land occidentali. Uno sviluppo che permette al partito di Alice Weidel di sognare in grande, considerato che all’est è già primo partito quasi ovunque. 

Trionfo conservatore

In entrambi i Land, complessivamente, il posizionamento politico si sposta a destra. In Baviera, la Csu porta a casa solo il 36 per cento, il secondo risultato peggiore della sua storia. Considerato lo sforzo che Söder aveva messo in questa campagna elettorale, un risultato deludente. Contemporaneamente, però, sia i Freie Wähler che AfD – gli altri due partiti dell’area di centrodestra-destra – crescono, rispettivamente del 4,2 e 4,4 per cento. Il risultato è che Söder potrà continuare a lavorare con i Freie Wähler, che hanno guadagnato consensi nonostante lo scandalo che ha coinvolto il loro leader, Hubert Aiwanger, accusato di aver firmato e diffuso da ragazzo un volantino antisemita. 

Male la sinistra: gli ambiziosi Verdi si fermano al terzo posto, la Spd perde ulteriormente terreno e raccoglie solo l’8 per cento. Malissimo la Linke, che non sarà presente in nessuno dei due parlamenti regionali. Lo stesso destino dei liberali della Fdp, il terzo partner di coalizione di Spd e Verdi, in crisi nera da mesi: il partito deve darsi una scossa, che rischia però di aggravare gli screzi già grandi con i Verdi, considerati opposizione interna al governo soprattutto in termini economici. 

Il risultato dell’Assia rischia invece di avere conseguenze gravissime per Nancy Faeser, la ministra dell’Interno del governo Scholz. L’ambizione era quella di riconquistare la cancelleria di Wiesbaden, ma la condizione intermedia di Faeser, che ha tentato di essere contemporaneamente ministra e candidata, ha fatto fallire l’equazione. La Cdu ha avuto gioco facile ad attaccare Faeser sul piano federale, rendendole impossibile muovere all’attacco sul piano regionale. Anche se in queste ore viene citato a più riprese il solido sostegno di cui la ministra gode a Berlino, la questione sarà senz’altro dibattuta internamente. Se poi ci saranno conseguenze nella composizione del governo è tutto da vedere.

La vittoria della Cdu è stata prontamente interpretata dai vertici nazionali come conferma di una buona linea di opposizione. Una lettura necessaria ai cristianodemocratici dopo una serie di gaffe del leader Friedrich Merz, ma che non è così aderente alla realtà: il candidato vincente Boris Rhein in campagna elettorale non ha potuto fare a meno di prendere le distanze da alcune dichiarazioni controverse di Merz. Insomma, la linea che è stata premiata forse non è quella di Merz. 

Quel che è certo è che l’esecutivo Scholz ha oggi più che mai bisogno di uscire dall’angolo: nel 2024 incombono una serie di elezioni regionali nei Land dell’est che rischiano di finire in mano all’estrema destra se a Berlino non cambierà nulla. 

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