«Siamo tutti sopravvissuti. Spiriti che cercano il loro corpo tra le macerie», dice la cronista Shirzada. I reporter continuano a essere bersagli. E la vita dei gazawi, tra freddo e mancanza di cibo, è difficile
A Gaza non smette di piovere e la bufera di vento degli ultimi giorni ha sconquassato quelle poche tende rimaste in piedi dopo il primo assaggio della tempesta Byron. Ci sono ancora acqua e fango ovunque, mentre nei campi profughi giacciono una miriade di aste spezzate, e brandelli di teli. In migliaia, nelle scorse 72 ore, hanno perso anche quel po’ che avevano e adesso sono alla ricerca di un nuovo giaciglio, magari più resistente al vento e alla grandine. «In tanti sono stati costretti a spos


