- Affinché l’Europa torni a essere il posto della pace, piuttosto che maledirla e attardarci in inutili ritualità dovremmo ripensare qual è il posto della guerra nella prospettiva della nostra vita.
- Non della guerra scelta, non della guerra come forma “ordinaria” di continuazione della politica con altri mezzi, ma della guerra come strumento ultimo al quale affidare la difesa della nostra libertà.
- Il nuovo libro del politologo Vittorio Emanuele Parsi esplora la scomoda questione di quale posto deve avere la guerra in una società democratica che persegue la pace attraverso la libertà.
Forse non capiamo gli ucraini perché in noi il senso di “nazione”, inteso come ideali e percorsi condivisi, continua a essere debole. A parole sappiamo essere “nazionalisti”, soprattutto quando evochiamo il destino di una nazione le cui radici affondano, di volta in volta o allo stesso tempo, nella romanità, nella cristianità, nell’etnia, nella lingua più bella, nella cucina più buona, nello stile più elegante del mondo. Ma la vicenda di un popolo che combatte, e muore, per la sua libertà, ol



