- Lo scomparso leader sovietico non scompaginò soltanto gli equibri mondiali, ma anche i due maggiori partiti americani: i repubblicani, una volta vinto il nemico comunista, concentrarono le proprie attenzioni sul nemico interno e le “culture wars”, mentre i democratici trovarono una sintesi tra i liberal urbanizzati e i conservatori del sud durante la presidenza di Bill Clinton.
- Cosa resta oggi nella memoria pubblica americana dell’epoca di Mikhail Gorbaciov? Rimane un leader russo amichevole e rispettabile, forse l’unico con queste caratteristiche.
- Ha rappresentato un unicum nell’immaginario collettivo: il capo del principale avversario della potenza americana che voleva seriamente riformare il proprio sistema e che voleva superare il sistema dei due blocchi passando gradualmente alla democrazia e all’economia di mercato.
Nel marzo 1985, la politica americana sembrava aver preso una direzione ben precisa. I repubblicani, guidati dal presidente Ronald Reagan, erano rinvigoriti da un quadriennio di crescita economica e da una percezione di ritrovato prestigio dell’America nel mondo. Avevano la loro ragion d’essere in un roccioso anticomunismo che si concretizzava in una lotta senza quartiere contro l’Unione Sovietica, gigante gerontocratico e immobile sul piano della politica interna, con un’economia stagnante



