Da fine ottobre è online Grokipedia, una nuova enciclopedia promossa da Elon Musk con un obiettivo politico evidente: fornire una base di conoscenza alternativa che rinforzi le teorie della destra. Per riassumerne l’intento, basta citare un tweet di fine settembre di David Sacks, imprenditore vicino a Musk e consulente dell’amministrazione Trump: «Wikipedia è irrimediabilmente faziosa, mantenuta da un esercito di attivisti di sinistra».

Ammesso che sia vero, Grokipedia non sembra orientata verso una presunta “verità” - come sostiene Musk - ma verso il punto di vista della fazione politica che l’ha ideata. Ad esempio, mette in dubbio le principali teorie scientifiche sul cambiamento climatico o sminuisce il ruolo di Donald Trump nell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021.

Com’è nata (e come funziona)

L’aspetto più particolare di Grokipedia è però dietro alle quinte. Wikipedia si basa su un esercito di volontari, che curano in maniera collettiva le singole voci, seguendo regole e un generale principio di trasparenza. Anche questo aspetto ha nel tempo suscitato qualche critica, soprattutto nei casi di strafalcioni o inesattezze. Umberto Eco, che ne ha visto gli albori, sosteneva che fosse divertente. Ma che non fosse una vera e propria enciclopedia, perché veniva meno il principio di autorevolezza. L’opinione di una persona qualunque può avere più visibilità di quella di uno studioso.

Nel tempo, Wikipedia ha sicuramente migliorato l’affidabilità delle proprie voci, ma in ambito accademico è ancora vista con sospetto. Quanto meno, andrebbe consultata con un certo riguardo, senza mai spegnere il senso critico.

Grokipedia è stata presentata da Elon Musk come una «massiccia miglioria rispetto a Wikipedia», ma in realtà sembra andare in senso contrario. Innanzitutto, non ha una redazione riconoscibile, neanche di utenti comuni. Le singole voci sono alimentate da Grok, l’algoritmo che viene utilizzato anche su X. In pratica, come qualsiasi modello di intelligenza artificiale generativa, ha introitato una mole enorme di dati, utilizzati poi per produrre le singole voci dell’enciclopedia (quando questo articolo è stato scritto, erano 885.279).

Quelle più politiche risentono in modo abbastanza evidente di un bias di destra, smorzando critiche alla propria parte politica, e confondendo talvolta fatti e opinioni. Ovviamente, l’obiezione principale è che pure Wikipedia è il prodotto umano in gran parte scritto da amatori (era in fondo anche l’obiezione di Umberto Eco). Ma in un lavoro annoso e collettivo di scrittura e riscrittura ha aumentato di molto la propria affidabilità e con un principio di trasparenza rende evidenti anche le modifiche e talvolta le discussioni che la generano.

Inoltre, alcuni esperti e accademici hanno preso a cuore il progetto di diffusione della conoscenza, di fatto adottando delle voci di cui sono diventati i principali curatori. Grokipedia sembra invece aver messo la qualità dei contenuti in secondo piano, dando precedenza al fine politico che sta dietro alla riscrittura di intere voci.

Il fatto più paradossale è che per le questioni invece più secondarie - per esempio per l’approfondimento della Playstation 5 - è evidente che la nuova “Grokipedia” si è limitata a riprendere la vecchia “Wikipedia”. Un rappresentate di Wikimedia Foundation, citato dai giornali internazionali, ha commentato: «Perfino loro hanno bisogno di Wikipedia per esistere».

Il rischio manipolazione

Ci troviamo nel cuore dei dilemmi etici legati all’intelligenza artificiale. L’assenza di controllo umano trasforma l’enciclopedia in una riscrittura continua di materiali preesistenti, che possono essere manipolati per aderire a una certa interpretazione. È uno dei meccanismi su cui si basa la disinformazione.

L’attribuzione del nome “enciclopedia” ha poi un valore simbolico ulteriore. Anche il fascismo utilizzò la Treccani come strumento politico per legittimarsi nei confronti delle élite, rivestendo di autorevolezza alcune voci politiche. La voce “fascismo”, scritta dal filosofo Giovanni Gentile su ispirazione di Mussolini, ne è l’esempio più noto.

Paragonare direttamente i due casi è forse eccessivo, ma le motivazioni ideologiche appaiono simili: fornire fondamento culturale ai propri pregiudizi, usando gli strumenti contemporanei, oggi molto più rozzi.

Alcuni analisti hanno già rilevato le solite “allucinazioni” tipiche delle intelligenze artificiali e una tendenza a mescolare fonti molto diverse, trattandole sullo stesso piano: si trovano insieme forum e accademia, blog e saggi scientifici. In altre parole, Grokipedia è una radicalizzazione degli stessi timori che Eco aveva espresso per la prima Wikipedia.

Se questa è un’enciclopedia

La stampa internazionale ha già segnalato diversi esempi di bias ideologico, soprattutto su genere e diritti civili. Secondo la testata ebraica Forward, una prima versione della voce dedicata a Hitler menzionava l’Olocausto solo in un secondo momento, descrivendo il dittatore semplicemente come «un politico tedesco di origine austriaca» che ottenne rapidi successi economici, consolidando il potere «con mezzi legali e successivi epurazioni».

In altri casi invece l’ideologia è più mascherata. Basta leggere ad esempio la voce su Giorgia Meloni, nel confronto con Wikipedia. Nel caso di Grokipedia, il tono è in genere assertivo e favorevole, mentre nel caso di Wikipedia è descrittivo e documentato. Nel primo caso, ci sono formule che danno un valore generico, senza citare una fonte giustificativa: si parla di traguardi economici, alleanze transatlantiche rafforzate e una capacità di resistere alle ingerenze sovranazionali. 

In altre parole, le scelte politiche vengono trasformate automaticamente in esiti positivi. Inoltre, le critiche – che in Wikipedia sono presenti e giustificate dalle fonti –, in Grokipedia sono assenti o fortemente sintetizzate. Nell’enciclopedia di Musk, Meloni ha un trattamento di tutto favore.

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