«Sabato pomeriggio, l’equipaggio della nave Humanity 1, battente bandiera tedesca, è riuscito a salvare un totale di 77 persone da tre imbarcazioni in difficoltà, nonostante l’intervento violento e illegale della cosiddetta guardia costiera libica. Numerose persone si sono gettate in acqua in preda al panico e la guardia costiera ha sparato un colpo in acqua». A riportare la notizia, tramite una nota, è la stessa Ong che esegue da anni i salvataggi in mare.

Non è la prima volta che la guardia costiera libica interviene con violenza e anche aprendo il fuoco durante le operazioni di salvataggio e intercettazioni in mare al largo delle coste libiche. E nonostante i vari casi emersi negli anni, la guardia costiera libica continua a ricevere finanziamenti e motovedette da parte delle autorità italiane con l’obiettivo di pattugliare le coste e prevenire le partenze (anche, appunto, con metodi violenti).

«Questa cosiddetta guardia costiera, finanziata dall'Ue e dall'Italia, sta violando la legge mettendo brutalmente in pericolo vite umane. Questo supporto ha portato all'annegamento di almeno una persona, mettendo in pericolo numerose persone e respingendo una ventina di persone in Libia in violazione del diritto internazionale», continua il comunicato della Ong.

L’imbarcazione italiana

«La motovedetta che ha interrotto la nostra operazione di salvataggio con la forza delle armi era apparentemente una delle due navi finanziate e consegnate dall’Ue nella seconda metà del 2023», ha detto la presidente di Sos Humanity Laura Gorriahn che era presente a bordo durante l’operazione di salvataggio di sabato.

La ricostruzione fornita dalla nave Humanity 1 è stata confermata anche dalla ong Sea Watch. Il suo aereo Seabird aveva avvistato le tre imbarcazioni nel pomeriggio di sabato, con a bordo circa 90 persone, dopo l’avvistamento è arrivata «una motovedetta libica, che poco prima avevamo documentato intercettare un gommone con circa 50 persone, è giunta sulla scena e ha effettuato manovre pericolose che hanno provocato caos e la caduta in acqua di varie persone».

Dopo il salvataggio in mare alla Humanity 1 era stato assegnato il porto di Bari come luogo sicuro per lo sbarco dei 77 sopravvissuti. Ma viste le cattive condizioni meteorologiche e i rischi per l’incolumità dei naufraghi è stato affidato in un secondo momento il porto più vicino di Crotone.

Il fermo

A dicembre la nave Humanity 1 aveva ricevuto un fermo amministrativo di 20 giorni e una multa da 3.300 euro dopo le accuse formulate dalle autorità italiane in seguito a un intervento in mare nel quale sono state salvate 46 persone.

Secondo le accuse il comandante della nave avrebbe ignorato l’indicazione del Centro di coordinamento del soccorso libico di lasciare l’area; inoltre, la nave è ritenuta responsabile per il fatto che i migranti si sono tuffati in acqua per sfuggire alla motovedetta. La ong tedesca aveva bollate le accuse come bugie e aveva annunciato di avere tutta la documentazione necessaria per poterle confutare.

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