Ucraini e russi si rimbalzano le accuse sugli attacchi che nelle ultime ore hanno coinvolto la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ancora una volta l’impianto torna al centro della cronaca di guerra come accaduto nei mesi scorsi. Secondo l’Energoatom 12 colpi hanno preso di mira la centrale mettendo a serio rischio l’incolumità dei tecnici e della struttura.

Su Telegram l’azienda ha riportato l’elenco delle apparecchiature danneggiate. Gli attacchi «hanno preso di mira e disabilitato esattamente l’infrastruttura necessaria per il riavvio della quinta e sesta unità di potenza» e il ripristino della produzione di energia. La centrale è sotto il controllo russo da marzo dopo che i soldati di Mosca se ne sono impossessati con la forza. Dopo l’annessione unilaterale dei territori di Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk alla Federazione russa il Cremlino ha anche dichiarato la centrale come di proprietà dello stato. Azioni mai riconosciuti dalla comunità internazionale.

«Le notizie che arrivano dal nostro team ieri e stamattina sono estremamente preoccupanti. Si sono verificate esplosioni nel sito di questa importante centrale nucleare, il che è assolutamente inaccettabile», ha detto il direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi. «Chiunque sia dietro a tutto questo, deve fermarsi immediatamente. Come ho già detto molte volte, state giocando con il fuoco!», ha aggiunto.

I crimini di guerra

Intanto la procura ucraina ha detto di aver raccolto prove per 47mila presunti crimini di guerra commessi dall’esercito russo da quando è iniziata la guerra lo scorso 24 febbraio. I crimini riguardano casi di «omicidio, tortura, violenza sessuale, saccheggio, spostamento forzato della popolazione» ha detto il procuratore generale Andriy Kostin intervendo all’assemblea parlamentare della Nato. «I numeri continuano a crescere».

Da inizio della guerra sono ci sono state oltre 8mila vittime tra i civili, di cui oltre 400 bambini. Il procuratore ha illustrato i metodi investigativi usati dagli ucraini e dai team inviati dagli altri stati europei come Francia, Italia, Regno Unito e Stati Uniti. 

Dopo la circolazione di alcuni video online in cui, secondo Mosca, sarebbero ritratti alcuni soldati russi giustiziati dagli ucraini la vicepremier del governo di Kiev Olha Stefanishyna ha detto che investigheranno sull’accaduto.

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